Il Plrt in modalità ‘offensiva’, poco prima delle elezioni federali, propone un nuovo articolo costituzionale ‘volutamente generico’ che sa di fuffa
Il dizionario online della Oxford Languages definisce la demagogia una sorta di degenerazione della democrazia, nella quale “il normale dibattito politico viene sostituito da una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse, allo scopo di mantenere o conquistare il potere”. Demagogico sembra quindi un aggettivo che si addice piuttosto bene all’iniziativa popolare costituzionale ‘Basta burocrazia!’, presentata la scorsa settimana dal Partito liberale-radicale ticinese. Presentazione durante la quale la realtà è riuscita, ancora una volta, a rendere superflua ogni formulazione satirica, con la municipale di Lugano Karin Valenzano Rossi che davanti ai microfoni ha provato a spiegare come “un eccesso di burocrazia sia un ostacolo non solo per i cittadini e l’imprenditoria, ma anche per gli enti pubblici”. A livello comunale – ha sottolineato Valenzano Rossi – “siamo strozzati da questa burocrazia, i tempi sono spesso dilatati da un eccesso di regolamentazione di dettaglio e normative che mettono corsetti così rigidi che non si riescono a realizzare cose anche banali”. Chissà se questo pensiero così articolato la municipale luganese l’abbia elaborato prima o dopo la notte del 29 maggio 2021, notte in cui, quale capodicastero Sicurezza, (non) ha dato l’ordine di abbattere (solo il tetto del) l’edificio dell’ex Macello che ospitava il Centro sociale autogestito il Molino.
Fatto sta che il Plrt in modalità “offensiva” propone un nuovo articolo costituzionale “volutamente generico” che si prefigge di portare il Cantone verso un’esecuzione “non burocratica delle leggi”. Una contraddizione in termini che potrebbe facilmente raccogliere consensi trasversali e non sollevare nemmeno grandi sospetti, se non fosse per il fatto di essere stata presentata poche settimane prima delle elezioni federali, con tanto di candidati pronti a dire la loro in conferenza stampa. I liberali giungono quindi a questa iniziativa popolare “non per smantellare lo Stato, ma per renderlo più funzionale”, “per evitare la dispersione di risorse preziose” e perché sempre di più “tutto è in mano allo Stato”. Ma di concreto, cos’è che propongono? Non è dato sapere.
La mossa della troupe di Alessandro Speziali, oltre a replicare un’analoga iniziativa promossa (senza successo) dal Plr a livello federale una decina di anni fa, sa pure di gesto imitativo della ‘dottrina Dadò’ messa in pratica – con buoni risultati – alle ultime Cantonali con la questione delle targhe: spingi un’iniziativa che faccia più o meno l’unanimità prima delle elezioni (chi non vorrebbe qualche trafila in meno agli sportelli) e poi raccogli i frutti. La differenza piuttosto sostanziale è che l’iniziativa del Centro per modificare l’imposta di circolazione – demagogica pure lei – ha lasciato un po’ di soldi in tasca agli automobilisti…
Non sarà quindi la proposta di un articolo costituzionale antiburocratico, né tantomeno un inconcludente ‘Piano d’intervento contro l’erosione del potere d’acquisto’ (altra trovata liberale-radicale) a risollevare le sorti di un partito che appare scollegato dalla realtà.
Alle teste pensanti del Plrt sembra sfuggire il vero punto: oggi per il normale cittadino ciò che conta è riuscire ad arrivare alla fine del mese. Tutto il resto è fuffa.