È appena uscito il messaggio con la richiesta del credito suppletorio: si arriva a 6,76 milioni. Con qualche ‘incomprensione’ sulle responsabilità
Per l’ampliamento della scuola dell’infanzia in via Mezzaro a Minusio c’è un sorpasso di spesa di un milione di franchi (sui circa 5,3 previsti inizialmente). Il messaggio con la richiesta di un credito suppletorio è fresco d’uscita. Ebbene, «questo sorpasso non può essere imputato al primo gruppo di lavoro incaricato dal Municipio, ma alle sostanziali modifiche di progetto intervenute in fase esecutiva, quando già era attivo il secondo gruppo di lavoro». Ma non solo: «Il messaggio municipale che va ora nelle commissioni del Consiglio comunale va corretto, perché questa distinzione non emerge, o quantomeno non a sufficienza».
Alla “Regione”, «senza voler fare polemica, ma per chiamare le cose con il loro nome», lo dice – e lo scrive al Municipio – l’architetto Giovanni Guscetti a nome, appunto, del primo gruppo di lavoro. Guscetti ne faceva parte come Studio di architettura e pianificazione, unitamente alla ditta SPED (progettazioni elettriche De Lorenzi Sa), allo Studio d’ingegneria Marco-De Carli Sa (impiantistica) e allo Studio d’ingegneria Lombardi Sa (progettazione).
Nel messaggio viene ricordato che il primo credito di progettazione (195mila franchi) risale al 2018: “Il mandato allo Studio Guscetti comprendeva l’elaborazione del progetto di ampliamento della Scuola dell’infanzia e la relativa stima dei costi, che è avvenuta raccogliendo tutti i preventivi allestiti dagli studi specialistici, e in particolare quello dello Studio Lombardi (ingegneria statica-strutturale)”. Ne emergeva un costo d’opera complessivo (+/-10%) di 5,5 milioni di franchi, sulla cui base, nel ’19, era stato chiesto un credito d’opera di 5,31 milioni di franchi.
Proseguendo, nel maggio del 2020 era stata avviata una proceduta di concorso pubblico per le prestazioni d’ingegneria civile, per quelle relative all’impiantistica e per la direzione lavori. Il secondo gruppo di lavoro risultava composto dagli studi AFRY Sa (progetto architettonico, direzione lavori e controllo costi), De Giorgi & Partners (ingegneria civile), IFEC Sa (ingegneria) e SPED Sa (ingegnere elettrotecnico). Ma nel frattempo erano emerse delle criticità: “Le fondazioni dell’edificio – scrive il Municipio – presentavano alcune divergenze rispetto ai piani dell’epoca. In particolare, a seguito della comparsa di fessure sospette, lo Studio d’ingegneria De Giorgi & Partners Sa (nel quale dal 2017 l’attuale municipale Paolo De Giorgi non è più operativo, e nemmeno ne è più azionista, ndr) confermava che la trave critica aveva un’alta portata, ragione per cui il problema poteva essere risolto rapidamente realizzando un profilo in acciaio da posare in corrispondenza dei punti delicati”.
In quel frangente era partita una lettera di AFRY Sa (Direzione generale di progetto), che, nota il Municipio, “lamentava il rischio di ritardi del cantiere e costi supplementari a seguito delle richieste di interventi supplementari da parte di De Giorgi & Partners Sa”; e “si erano susseguite diverse comunicazioni confuse dei progettisti e continue modifiche dei provvedimenti da apportare”. Così il Municipio, tramite lo Studio d’ingegneria Andreotti & Partners Sa (come supporto esterno alla committenza) aveva deciso di incaricare un ingegnere verificatore (Studio d’ingegneria Lurato Muttoni Partners Sa) che, con lo Studio De Giorgi & Partners, aveva fatto sondaggi meccanici “per verificare l’effettiva esistenza delle problematiche strutturali”.
Da questa verifica “era emersa una valutazione positiva della sicurezza strutturale per la fase di cantiere, ma insufficiente per la fase finale di esercizio”, ricorda il messaggio. “Così, con urgenza, era stato studiato un sistema di rinforzo”. Data la destinazione d’uso dell’opera, puntualizza l’esecutivo, “il coinvolgimento di un ingegnere verificatore esterno al progetto è stato voluto dal Municipio a ulteriore garanzia dell’assoluta adeguatezza degli interventi”.
In seguito, prosegue ancora il Municipio di Minusio nel suo messaggio, “quello che inizialmente era stato dipinto dallo Studio De Giorgi & Partners come un provvedimento di facile realizzazione, si è rivelato molto più ingente a livello di logistica, costi supplementari e interventi di attori esterni”. In più, c’era stata tutta un’altra serie di imprevisti non preventivabili in fase di progetto esecutivo. Dulcis in fondo, “durante lo sviluppo del progetto esecutivo sono stati effettuati diversi adeguamenti e decise alcune modifiche rispetto al progetto definitivo”, ammette il Municipio.
Oggi, a conti fatti, risulta che l’importo iniziale di 5 milioni 310mila franchi, adeguato all’indice dei costi di aprile ’22, corrisponde a circa 5 milioni 758mila franchi. Inoltre, sulla base di quanto già fatturato, considerando gli interventi a oggi ancora da eseguire e fatturare, “e sulla base delle valutazioni finanziarie elaborate dalla Direzione locale dei lavori (ed esaminate dallo Studio Andreotti & Partners) si stima che i costi finali arriveranno a 6 milioni 760mila franchi – recita il messaggio municipale –. Quindi la previsione attuale dei costi finali supera del 27% il credito di 5,31 milioni di franchi e del 16% il credito approvato adeguato al rincaro da aprile 2022 (5 milioni 758mila franchi)”. Il superamento “è dovuto – rileva il Municipio – a modifiche progettuali durante l’esecuzione; imprevisti di vario genere occorsi durante i lavori; e variazione dei prezzi dal momento dell’inoltro delle offerte”.
Tradotto: il supplemento di spesa lorda è di 1,45 milioni; dedotti i rincari da aprile ’22 (6,76 milioni meno 5,31 milioni) siamo a 1 milione e 2’000 franchi, arrotondati, nel messaggio, a 1,1 milioni.
«Di fronte a tutte queste cifre va chiarito un aspetto principale – sottolinea Guscetti –: il progetto definitivo è stato elaborato da un gruppo di progettazione ben preciso, formato dal mio studio (ingegneria civile), da Marco De Carli (ingegneri impianto riscaldamento sanitario) e da SPED Sa (elettrotecnico). Il preventivo era di 5,31 milioni di franchi e nel rapporto dello Studio Lombardi era precisato che ‘è indispensabile una campagna d’indagine strutturale prima del progetto esecutivo’. In seguito, in base ai valori soglia stabiliti dalla Legge sulle commesse pubbliche, il progetto è stato appaltato a un nuovo gruppo di lavoro, completamente cambiato rispetto al primo».