In Svizzera un quarto di punto ha diversi nomi: ‘adeguamento’, ‘inasprimento’, ‘aspettativa’ oppure ‘delusione’
Un quarto di punto può suscitare parecchie discussioni. Capita che non ci sia nemmeno un modo univoco di denominarlo. Nei McDonald’s francesi per esempio, racconta il gangster Vincent Vega (John Travolta) al suo collega Jules Winnfield (Samuel Jackson), il “quarter pounder” nessuno lo chiama “quarter pounder”: lo chiamano “royale with cheese”. In Svizzera invece un quarto di punto può essere chiamato “adeguamento”, “inasprimento”, “aspettativa” oppure “delusione”.
Gli economisti si aspettavano una crescita del Pil elvetico di almeno un quarto di punto nell’ultimo trimestre. Invece la variazione è stata nulla. La perdita di slancio dell’economia svizzera può essere spiegata attraverso due fattori, esogeno il primo, endogeno il secondo, ma in ogni caso intrecciati: la congiuntura internazionale da un lato (frenata delle locomotive tedesche e cinesi); l’inasprimento della politica monetaria della Banca nazionale dall’altro. Nel periodo giugno 2022-giugno 2023 sono stati cinque gli incrementi del tasso d’interesse di riferimento: l’ultimo dello 0,25%, che ha portato il tasso guida a 1,75%. Cosa farà la Bns il prossimo 21 settembre? Difficile prevederlo. Su questo tema appare pertinente la riflessione di GianLuigi Mandruzzato, senior economist Efg: “Gli affitti sono in aumento per l’applicazione dell’indicizzazione dei tassi ipotecari, che sono saliti a causa delle mosse della Bns. Quindi, se la Bns decidesse di alzare i tassi per combattere un’inflazione che, almeno in parte, è dovuta alle sue azioni restrittive, questo creerebbe un circolo vizioso”.
A proposito di affitti, è bene ricordare che il tasso ipotecario di riferimento è stato adeguato di… un quarto di punto, per la prima volta dopo tre anni. Il passaggio dall’1,25 all’1,5% avvenuto lo scorso giugno consente ai proprietari, a determinate condizioni, di aumentare gli affitti del 3%. Altri adeguamenti del tasso di riferimento non possono essere esclusi nel breve-medio termine, ma non sono nemmeno garantiti. Tutto ciò non dovrebbe tuttavia portare – secondo Alberto Montorfani, segretario della sezione ticinese degli immobiliaristi – a un’impennata dei prezzi degli alloggi come quella prospettata negli scorsi giorni dal direttore dell’Ufficio federale delle abitazioni. Il discorso rassicurante di Montorfani vale sicuramente per i proprietari fisici, ma un po’ meno – ammette il segretario della Svit – per gli investitori istituzionali, casse pensioni in primis.
A dire il vero, quella degli istituti di previdenza è una situazione davvero particolare: in quanto investitori potrebbero alzare le pigioni; in quanto assicuratori molto probabilmente si vedranno a breve obbligati ad aumentare la remunerazione degli averi di vecchiaia dei loro clienti, se il Consiglio federale adotterà la raccomandazione della Commissione Lpp di adeguare il tasso d’interesse minimo della previdenza professionale… di un quarto di punto! Un adeguamento che per i sindacati sarebbe una “delusione”, dal momento in cui non basterebbe nemmeno a compensare l’indice d’inflazione (1,6% ad agosto).
Tutto questo mentre al normale cittadino ciò che preme sapere è come fare per arrivare alla fine del mese, e forse una volta ogni tanto riuscire a fare una vacanza: portare i figli a vedere la torre Eiffel per esempio, permettersi un hamburger in giro... Magari ricordandosi le parole di Vincent Vega: “Un big mac è un big mac, ma lì lo chiamano le big mac”.