Il commento

Il mondo al contrario

Una volta la notizia era l’uomo che mordeva il cane, ma ormai abbiamo superato la soglia della credibilità e della verosimiglianza: è lo spirito del tempo

In sintesi:
  • Le virgole di Vannacci non sono l’unica cosa fuori posto in quel libro
  • Gli olandesi copiano gli svizzeri e propongono un uomo del petrolio all’Ambiente
  • Chiedere scusa è diventato qualcosa da chiedere sempre agli altri
Il generale (sospeso) Roberto Vannacci
(Esercito Italiano)
6 settembre 2023
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In Italia c’è un libro razzista, sessista, omofobo e violento in testa alle classifiche di vendita. Un libro ignorante nella sostanza e nella forma, con le virgole che sembrano lanciate nelle pagine come se fossero freccette: a volte vanno dove devono andare, spesso finiscono fuori bersaglio. È il libro del generale Roberto Vannacci, ennesimo caso di un accerchiatore con la sindrome d’accerchiamento, un tizio che però rappresenta perfettamente lo Zeitgeist: parola che avrei quasi paura a ripetergli di persona se non altro per il timore che fraintenda e risponda con “Heil” e un saluto romano.

Resta il fatto che lo spirito del tempo (lo Zeitgeist, appunto), lui lo incarna davvero, così come il titolo del suo libro, “Il mondo al contrario”. Perché ormai, in questi tempi di post-verità, dove il primo che passa con la stagnola in testa può esporre le teorie più strampalate, trovare un posto al sole e perfino essere creduto, si fa fatica a tracciare confini, trovare un senso. Le notizie e il loro contenuto sembrano sempre più spesso estratte con un bussolotto, sputate da una di quelle intelligenze artificiali ancora stupide, stupide come gli uomini che di queste notizie sono gli indiscussi protagonisti.


Keystone
Wopke Hoekstra, uomo del petrolio che l’Olanda vuole alle politiche ambientali Ue

Una volta si diceva che fosse una notizia l’uomo che morde il cane: insomma, doveva esserci qualcosa di credibile al limite dell’incredibile. Ora il credibile è un puntino lontano. Un paio di giorni fa i Paesi Bassi hanno proposto come commissario Ue per il clima tale Wopke Hoekstra: secondo gli olandesi, l’uomo che dovrà occuparsi delle politiche ambientali è un signore che occupava una poltrona della Shell, uno che – se fossi un cane – già sarei contento di essere solo morso. Avranno preso appunti in Svizzera, dove il ministro dell’Ambiente è un ex del cartello del petrolio, Albert Rösti.

Negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump, beccato a truccare le elezioni, al posto di nascondere sé stesso e la sua foto segnaletica, prende la sua faccia da galeotto e la sbatte su tazze e magliette per finanziarsi la campagna elettorale. In Spagna il presidente della Federazione Calcio Rubiales bacia senza consenso la stella della Nazionale neocampione del mondo: lo sport spagnolo chiede in coro di mandarlo a casa, ma lui resta in sella, a capo di una federazione che nel frattempo ha chiesto scusa, mentre lui non lo fa.

A proposito di scuse: l’ex primo ministro italiano Giuliano Amato accusa la Francia sul caso Ustica e dice al presidente francese Macron – uno che quando cadde il Dc-9 aveva tre anni – di chiedere scusa. Lui, che è stato per anni dentro le stanze in cui i misteri italiani s’incagliavano – e in età adulta, non in fasce – a chiedere scusa non ci pensa proprio.


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Un murale riprende il bacio Rubiales-Hermoso

In questo mondo al contrario fa la sua parte anche la Svizzera, patria delle casseforti e della puntualità, dove falliscono le banche e i treni non solo non arrivano più in orario, ma deragliano nelle gallerie come virgole in un testo di Vannacci.

Poi ci sono i super-ricchi che chiedono al G20 di essere tassati di più a chi vuole tassarli meno. E i superpoveri del Venezuela, disastrato Paese da cui la gente fugge perché si viene ammazzati per strada per niente o meno di niente: lì il governo ha annunciato in pompa magna il bando delle sigarette elettroniche, “perché uccidono”. Insomma: prendere fischi per fiaschi. O sigari per sicari.

In questo mondo al contrario siamo ben oltre l’uomo che morde il cane. Siamo alla lista di belle notizie inverosimili (“anche i muti potranno parlare…”) che Lucio Dalla scriveva all’amico ne “L’anno che verrà”. Solo che queste sono vere. E quasi mai belle.


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Il treno deragliato nella Galleria del Gottardo