Claudio Nesensohn ha trasformato 2'000 metri quadrati in un ‘parco tematico’ all'insegna del ‘riciclo e della storia dell'evoluzione terrestre’
Giocattoli vecchi, mobili rovinati, utensili non più utilizzabili: tutto ciò che si potrebbe tranquillamente buttare o abbandonare e dimenticare in cantina, Claudio Nesensohn lo colleziona e ne ha allestito un museo all’aperto a Muzzano. Arrivando in questo incantevole luogo immerso nella natura, ci si trova circondati da una bellezza mozzafiato. Oltrepassando un tunnel di rami e foglie, si entra in un altro mondo dove la creatività funge da protagonista. Un caldo venerdì mattina di fine luglio, curiosi, abbiamo deciso di recarci sul posto. È li che incontriamo il nostro accumulatore.
Ma chi è Claudio Nesensohn? Il personaggio originale ha 63 anni, è domiciliato a Lugano. In passato, ha lavorato in diversi ambiti. Oltre alla sua passione di accumulare oggetti, ha anche un forte interesse per la filosofia e in passato l’ha studiata, mentre ora la vuole applicata alla vita. Crede alle teorie di Darwin e dell’evoluzione, si reputa anticlericale e ha voluto creare un «vero e proprio paradiso terrestre, unico nel suo genere».
In che cosa consiste la sua attività?
La mia attività consiste nel collezionare e accumulare tanti oggetti di ogni genere. Voglio potergli dare una seconda vita ed evitare lo spreco. Non mi interessa se un oggetto è rotto o vecchio, sono pezzi preziosi e in futuro magari non ci saranno più o verranno prodotti con altri materiali (come i giocattoli). Ho comprato questo terreno 12 anni fa con l’intento di farlo diventare un parco tematico e spero che resterà tale (quando non ci sarò più, lo potrà prendere il Comune). Gli alberi proteggono la mia collezione, infatti, li intreccio e li piego in modo che facciano da coperta.
Da quanto tempo colleziona e accumula oggetti. Come nasce questa sua passione?
Colleziono da tutta la vita. Questa mia passione viene chiamata la malattia dell’accumulatore. Oltretutto, non mi piace sprecare e cerco di evitare anche lo spreco alimentare portando in città quello che non mangio più, così che la gente lo possa prendere. Piuttosto che buttare, riciclo e penso che tutto possa essere riutilizzato e trasformato.
La sua attività ha uno scopo lucrativo?
Non c’è uno scopo lucrativo e non mi interessa l’economia. Mi trovo molto bene a contatto con la natura e con gli animali. Mi capita spesso, invece, di non essere a mio agio con le persone.
Le persone possono visitare il suo museo?
La mia esposizione, oltretutto gratuita, è aperta al pubblico tutti i giorni e a qualsiasi orario. Sono sempre molto contento quando arrivano i visitatori. Ho messo anche a disposizione una griglia per chi volesse preparare da mangiare. Inoltre da circa 20 anni, il 6 di dicembre, faccio la Casa di San Nicolao, affinché i bambini possano venire e prendere gratis i giocattoli che vogliono. Prima, lo facevo in via Trevano a Lugano.
Come invoglia le persone a venirla a trovare?
Ho molte conoscenze e tramite passaparola e volantini in giro si sparge velocemente la voce.
Cosa vuole trasmettere alle persone che vengono qui a vedere la sua esposizione?
Mi piace immaginare che le persone possano entrare in un’altra dimensione e che ognuno percepisca l’ambiente in modo diverso. L’ho ideato e realizzato come un percorso in modo che ognuno lo viva individualmente. Il clima all’interno del mio laboratorio cambia rispetto all’esterno, perché l’aria è più pulita e c’è molta tranquillità.
Dove trova e come ottiene gli oggetti?
Li trovo dappertutto e ci sono inoltre molte persone che me li portano. Ad esempio, l’ospedale del giocattolo ogni anno mi procura dei giocattoli già aggiustati che poi regalo ai bambini a Natale.
Come riordina gli oggetti? Segue un ordine preciso?
Seguo l’ordine della storia dell’umanità. A ogni oggetto trovo un posto preciso, cercando di dare un ordine e un senso a tutto (c’è una parte dedicata agli acquari, una agli animali, alle bambole eccetera). Ritengo molto importante lo spazio che ho dedicato alla storia dell’evoluzione terrestre. Tutto fa parte di un ciclo vitale.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Ho intenzione di proseguire la mia attività cercando di arricchirla. Continuerò a modificare i rami degli alberi, affinché possano sempre curare la mia collezione.