Scarseggiano vari medicamenti per uso veterinario pure in Ticino. Luca Bacciarini: la situazione al momento non è tragica, ma ci sono timori per il futuro
Anche in Ticino, al pari del resto della Svizzera, c’è carenza di farmaci non solo per curare alcune patologie umane, ma anche per quelle che colpiscono gli animali. «Al momento la situazione non è ancora “tragica”, ma non nascondo una certa preoccupazione che in futuro possa peggiorare». A dichiararlo a ‘laRegione’ è il veterinario cantonale Luca Bacciarini, che rileva: «Pure nel nostro cantone si riscontra questo problema perché i medicamenti vengono prodotti, importati e forniti da grosse ditte e quindi non c’è differenza tra una regione e l’altra della Svizzera».
Per i piccoli animali, spiega Bacciarini, che ancora recentemente ha fatto il punto sul tema con l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria e la Società dei veterinari svizzeri, «c’è penuria principalmente di alcuni medicamenti per indurre la narcosi, per esempio nei cani e nei gatti, prima di affrontare un intervento. Ma anche di farmaci contro il dolore».
Altre situazioni critiche di cui si è dato notizia a livello nazionale a inizio mese sono nel frattempo rientrate: «Qualche settimana fa mancavano alcuni vaccini per gli animali da compagnia, anche in questo caso in particolare per cani e gatti, ad esempio contro le leptospire (batteri che possono causare malattie infettive, ndr). Per contro c’è ancora carenza di alcuni vaccini prodotti da determinate ditte, ma il veterinario si può avvalere di alternative commercializzate da altre aziende. Se si fosse trattato di vaccini contro la rabbia – dice Bacciarini – sarebbe stato più problematico in quanto tale vaccinazione è obbligatoria per viaggiare all’estero». Bacciarini ricorda a chi volesse recarsi oltreconfine per le vacanze che l’antirabbica, nel caso si tratti di una prima vaccinazione, deve essere effettuata almeno 21 giorni prima della partenza, e che se ci si reca in Paesi a rischio rabbia occorre rispettare ulteriori condizioni.
Si tratta dunque di una situazione che varia in modo piuttosto imprevedibile nel tempo. «In primavera – esemplifica Bacciarini – c’era la mancanza di vaccini per cavalli, sia contro il tetano sia contro l’influenza». In quel caso a trovarsi bloccati erano coloro che avevano programmato di partecipare a dei concorsi ippici, partecipazione non permessa senza questa profilassi».
Quanto agli animali da reddito, a essere principalmente toccati in questo momento sono i bovini. «C’è penuria di quei medicamenti che vengono utilizzati per le mucche nei primi giorni dopo il parto per sopperire ai bassi livelli di calcio – rende noto il veterinario cantonale –. Nelle ultime settimane di gestazione infatti il feto richiede molto questo minerale e pure all’inizio della produzione di latte alla mucca ne occorrono grandi quantitativi. Se l’animale sviluppa una carenza definita “febbre da latte” occorre iniziare una terapia a base di infusioni di calcio. Il calcio è un minerale essenziale per molte funzioni dell’organismo, in caso di carenza non curata le conseguenze possono essere gravi fino a condurre l’animale alla morte».
Sempre per le mucche, attualmente esiste la problematica legata ad alcuni iniettori a base di antibiotico in caso di mastite, ovvero di infezione alle mammelle. «Il problema non è tanto l’impossibilità di curarle, dato che si possono dare loro altri preparati sostitutivi. Questi preparati sostitutivi contengono però antibiotici che dovrebbero essere utilizzati prevalentemente in medicina umana per contenere il più possibile la formazione di resistenze». Si registrano anche carenze nelle scorte per quanto riguarda i medicamenti necessari per ristabilire l’equilibrio acido-basico, ad esempio nei vitelli colpiti da diarrea: «Analogamente a quanto succede per le persone, in tali casi sono impiegati dei farmaci, che al momento scarseggiano».
Le ragioni di questo scenario sono equiparabili a quelle relative alla carenza di certi medicinali per gli umani: i principi attivi sono prodotti con minore frequenza o le catene di approvvigionamento sono bloccate, ed è difficile ottenere prodotti sostitutivi. «Negli ultimi 20-30 anni, per ragioni di risparmio, si è delocalizzata la produzione di numerosi farmaci in Paesi lontani come l’India e la Cina. Di conseguenza se loro hanno problemi, questi si riflettono anche sulla disponibilità di medicamenti da noi», evidenzia Bacciarini.
Tuttavia, ribadisce il veterinario cantonale, al momento e per fortuna «non si è ancora arrivati a conseguenze molto gravi. Da una parte i veterinari gestiscono la loro farmacia aziendale facendo delle scorte, dall’altra in situazioni difficili possono collaborare aiutando il collega che è restato senza un determinato farmaco».
Resta però forte la preoccupazione che si addensino nubi all’orizzonte: «Abbiamo sempre una certa apprensione perché in modo puntuale, per determinati farmaci, ci potrebbe essere una mancanza di disponibilità anche per diversi mesi. E purtroppo l’Ufficio del veterinario cantonale non può farci nulla. Si tratta di problemi che hanno una portata e delle motivazioni sovranazionali e pertanto fuori dal nostro controllo».