il commento

Non sparate sul podista

C’è un esperimento sociale che tramite una corsa illustra le ineguaglianze. Ma alla triade Corte Suprema Usa-Briatore-Macron le ingiustizie non bastano

In sintesi:
  • Nemmeno un aiuto a chi ha bisogno. Così ragiona chi non ha avuto bisogno d’aiuto
  • Il caos della banlieue non si può risolvere mettendo le mani in tasca a chi non ha niente
  • Briatore, l'arcitaliano balnear-mediterraneo che mischia Pinocchio, Maria Antonietta e il Twiga
Non tutti partono dalla stessa linea
(NcTech)
8 luglio 2023
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Esiste una gara di atletica che non è una gara di atletica, e infatti conta più la posizione di partenza che quella d’arrivo. Anche perché quella d’arrivo si sa già prima di partire. Non avrebbe nemmeno bisogno della pista perché – in un certo senso – è già stata corsa e si corre altrove, tutti i giorni.

La gara è in realtà un esperimento sociale lanciato qualche anno fa da alcune scuole americane. C’è anche un dettaglio che non è un dettaglio: uno degli ideatori è un professore di sociologia entrato all’università grazie alle “quote di minoranza”, quei posti riservati a chi nasce e cresce in un contesto sociale svantaggiato e per questo ha – per una volta nella vita – accesso a una corsia preferenziale. Passa davanti a tutti, sì, ma dopo essere stato lasciato indietro dalla società in cui vive.

Nell’esperimento i partecipanti, di diversa età, sesso, orientamento religioso e – soprattutto – estrazione sociale, venivano messi uno accanto all’altro sulla linea di partenza, ma lo starter, prima di dare il via, diceva loro cose di questo genere: “Se entrambi i vostri genitori sono laureati fate un passo avanti”, “se avete avuto accesso a una scuola privata fate un passo avanti”, “se avete subito un qualsiasi tipo di discriminazione per il colore della vostra pelle, per il vostro orientamento sessuale o religioso fate un passo indietro”, “se, per mancanza di soldi, avete saltato più pasti fate un passo indietro”, “se non vi siete mai dovuti preoccupare di crimini nel vostro quartiere fate un passo avanti”. E così via. Insomma, una gara sui 100 metri era diventata per alcuni di 70 metri, per altri – a forza di fare passi indietro – una gara sui 130. “Così va la vita”, scriveva Kurt Vonnegut.

Quella gara, come detto, si corre ogni giorno. Per alcuni è tutta in salita, piena di ostacoli. Ma ora c’è chi la vuol rendere ancor più complicata: Emmanuel Macron, Flavio Briatore e la Corte Suprema degli Stati Uniti. Non che si siano messi d’accordo, ma sembrerebbe.

I giudici americani hanno rigirato la frittata dopo essere stati imbeccati da gruppi di bianchi conservatori che hanno contestato la “discriminazione positiva”, una delle conquiste dei movimenti dei diritti civili degli anni Sessanta: in pratica, a certi conservatori americani quel vantaggio non basta. La Corte Suprema, fatta perlopiù da bianchi conservatori partiti quasi tutti praticamente già all’arrivo, ha deciso che chi è nato in contesti disagiati facesse la sua corsa senza uno straccio d’aiuto. Così va la vita (per alcuni).


Keystone
I tifosi della fine della “discriminazione positiva” davanti alla Corte Suprema Usa

Negli stessi giorni l’arricchito arcitaliano Flavio Briatore, colui che impersona tutti i difetti dell’arrivismo balnear-mediterraneo senza portare in dote un pregio, ha detto che i “figli dei falegnami non fanno più i falegnami”, perché i genitori si sono intestarditi con ’sta cosa del mandarli a scuola. Ma come si permettono? Insomma, il classismo, Geppetto e Maria Antonietta che si incontrano al Twiga: il popolo ha fame? Che intarsi brioche di legno.

Poi c’è Macron, che dal caos delle banlieue se ne esce con un “faremo pagare i danni alle famiglie dei casseur”, dimenticandosi che un ulteriore debito per certe famiglie è una squalifica a vita. E che il caos è nato per via di politiche scellerate e perché un poliziotto ha sparato a un ragazzo senza motivo, uccidendolo.


Flavio Briatore

Ed ecco le tre nuove, vecchissime versioni dell’esperimento sociale: i giudici americani che squalificano chi parte da dietro e viene aiutato; Briatore che nemmeno li vuole far correre e Macron che fruga in portafogli vuoti mettendo la pistola dello starter in mano a poliziotti che s’improvvisano cecchini. Tre, due, uno, via!