Maurizio Barro, responsabile settore acqua potabile di Amb, ritiene che l'allacciamento alla rete idrica di Bellinzona dei quartieri a nord porti benefici
Acqua color ruggine a Preonzo e calcare in quella di Gorduno? È quanto ci ha segnalato un cittadino a seguito del nostro articolo dello scorso 11 maggio in merito all’incontro avvenuto tra il Municipio e la popolazione. Due problematiche distinte, ma legate dal progetto dell’Azienda multiservizi Bellinzona (Amb) di allacciare i quartieri a nord alla rete di distribuzione idrica del Comune, e più precisamente ai pozzi di Gnosca-Gorduno in funzione dal 2018, ovvero da quando è stato inaugurato l’acquedotto intercomunale (così era chiamato prima dell’aggregazione). Abbiamo quindi interpellato l’Amb per fare chiarezza: in estrema sintesi «la qualità dell’acqua è eccellente» e il futuro allacciamento «migliorerà la sicurezza dell’approvvigionamento, in particolare a Preonzo, Moleno e Claro», afferma Maurizio Barro, responsabile del settore acqua potabile, sottolineando che l’attuale acquedotto di Preonzo (che serve anche Moleno) «non sarà dismesso».
Partiamo dalla questione calcare: alcuni cittadini sono preoccupati, perché ritengono che l’acqua pompata dai pozzi di Gnosca-Gorduno sia calcarea. Secondo Barro non è tuttavia così, pur ammettendo che vi è «una concentrazione leggermente maggiore di carbonato di calcio rispetto ad altre fonti presenti nel comprensorio di distribuzione di Amb». Premettendo che anche l’acqua calcarea «è buona e assolutamente potabile», ricorda che quest’ultima «non è tendenzialmente presente nel Sopraceneri, al contrario, ad esempio, del Mendrisiotto». La presenza di calcare si misura in gradi di durezza francesi: ‘molto dolce’ (1-7 gradi) significa che non vi è praticamente alcuna presenza di carbonato di calcio, mentre ‘molto dura’ (più di 42 gradi francesi) vuol dire che l’acqua è molto calcarea. Stando alle analisi per il 2022, a Gnosca e Gorduno l’acqua (di falda) misurava 13,5 gradi francesi. Viene quindi definita ‘dolce’. A titolo di paragone, ad esempio ad Arzo l’acqua misurava 29,3 gradi francesi (‘mediamente dura’). A Preonzo e Moleno l’acqua (da riale) misurava invece 1,7 gradi. Insomma «a Gnosca e Gorduno l’acqua è un po’ più ‘dura’ rispetto a quella sorgiva o da riali, ma non può essere definita calcarea. L’unica cosa che può succedere è che, se fatta bollire, può rilasciare qualche residuo». Ricordiamo che la problematica maggiore correlata all’acqua calcarea riguarda gli elettrodomestici, la cui manutenzione deve essere effettuata regolarmente per evitare malfunzionamenti.
Passiamo ora alla questione della colorazione: come detto l’acqua di Preonzo è ‘molto dolce’. Considerando le caratteristiche chimiche, quest’ultima viene anche definita ‘aggressiva’. «Questo significa che può andare a intaccare le tubature in ferro», spiega Barro, precisando che proprio per questo motivo oggigiorno i nuovi allacciamenti privati «vengono realizzati in plastica». Con le vecchie condutture in ferro è possibile che l’acqua, se non viene fatta scorrere per diversi giorni, «possa inizialmente fuoriuscire dai rubinetti di color ruggine, marrone». Si tratta quindi di un problema che, se si verifica, «non è legato all’acquedotto nel quale Amb, negli ultimi anni, ha investito circa 500mila franchi (sostituendo le pompe, perfezionando il processo di potabilizzazione e realizzando un sistema di telegestione che permette di monitorarlo 24 ore su 24) per renderlo conforme ai nuovi limiti sulla qualità dell’acqua come ad esempio la torbidità, divenuti nel frattempo più severi». Infatti, «a Preonzo l’acqua viene captata dal riale che, rispetto a quella del sottosuolo (di falda o di sorgente), necessita di un trattamento maggiore per renderla potabile. In particolare quando vi sono precipitazioni importanti o temporali violenti» che rendono il corso d’acqua ‘sporco’. In questi casi il trattamento dell’acqua per renderla potabile diventa complicato e, se i parametri non vengono rispettati, può essere dichiarata la non potabilità. «L’ultima volta che è successo è stato però alcuni anni fa».
Ed è proprio in questo senso che l’allacciamento ai pozzi di Gnosca-Gorduno «migliorerà la situazione», sottolinea Barro. «Nel caso in cui l’acqua captata dal riale non dovesse essere potabile, si potrebbe attingere da quella di falda dai pozzi». L’idea non è quindi quella di dismettere la presa di captazione a riale di Preonzo: «In assenza di precipitazioni importanti l’impianto di potabilizzazione funziona in modo corretto e pertanto si continuerà a distribuire quella del riale. Mentre l’approvvigionamento dai pozzi avverrà solo in caso di forti piogge o temporali».
Il progetto – entro la fine dell’anno il Municipio dovrebbe presentare al Consiglio comunale il relativo messaggio; se tutto andrà bene, i lavori dovrebbero iniziare nel 2024 – prevede fra l’altro di allacciare pure Claro. «Anche questo quartiere potrebbe beneficiare dell’acqua dei pozzi di Gnosca-Gorduno: visto che l’acqua viene captata dalle sorgenti, in caso di siccità si potrebbe comunque garantire un approvvigionamento idrico ottimale. Inoltre l’esubero proveniente dalle sorgenti non verrà perso, ma sarà messo in rete», conclude il responsabile del settore acqua potabile dell’Amb.