stampa d’arte

Se almeno avessi un complice

Giacomo Galletti racconta la sua casa editrice d’arte Complice Press. Al Foce, il 9 maggio, discuterà di libri d’arte ed editoria underground

Giacomo Galletti nel laboratorio
(© sto)
7 maggio 2023
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Al civico sette di via Giovanni Ferri a Molino Nuovo è come entrare in una bottega. Mica quella di paese, intendiamoci, ma quella di un artista-artigiano della stampa dove andare a cercare sapere manuale e visione estetica, odore di carta e inchiostri. In via Ferri, c’è un piccolo locale, con tanto di vetrina sulla strada: lì dal 2020 trova casa Complice Press. Giacomo Galletti è l’ideatore di questo progetto, un atelier di stampa e studio di risografia che realizza stampe d’arte, poster, fanzine e multipli in edizione limitata (quelle dei collezionisti) oltre che al servizio di stampa per privati.

Giacomo, luganese di nascita, è stampatore e curatore formatosi in grafica d’arte all’Accademia di belle arti di Urbino, «dove ho trovato i saperi antichi dell’incisione». Prima di arrivare nelle Marche, ha frequentato il liceo artistico (CSIA) di Lugano, dove è tornato a vivere, condividendo oggi quel minuto spazio di lavoro con Filippo Colombo (illustratore, sue le grafiche della Straordinaria) e Niki Paltenghi (grafico).

Dalla vetrina, sbirciando dentro, si scorgono un paio di tavoli (anch’essi minuti) e scaffali con stampe, quaderni, borse in tela, magliette, cornici e un distributore di cicche… ma è entrando che si scopre il retro: il laboratorio con la stampante risografica.


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La stampante risografica

Paper is not dead

Nonostante i pessimistici presagi su una sua imminente morte; nonostante abbia subìto ripercussioni non indifferenti con l’avvento del digitale (in svariati ambiti); nonostante ci sia penuria di materia; Galletti crede che la carta non scomparirà mai davvero. Una delle ragioni, a suo parere, è anche di natura ecologica: è necessario capire «cosa mettere su carta e cosa no, cosa valga la pena stampare, senza dimenticare d’altro canto che anche il digitale ha un costo ecologico non indifferente, spesso invisibile». La stampa artigianale o in quantità limitate, aggiunge, soprattutto se fatta con materiali qualitativamente ineccepibili ed ecologici, sta vivendo oggi un rifiorire.

Eccoci quindi a Complice Press, ma partiamo dall’aspetto tecnico. Nello studio trova spazio una stampante Riso SE9380e che permette la cosiddetta stampa “risografica”, che è il nome antonomastico derivante dall’azienda produttrice. Nata negli anni Settanta, la “risografia” è una tecnica di stampa semi artigianale, fra serigrafia e stampa off-set. Questo implica che ogni colore venga impresso singolarmente e quindi stratificato l’uno sull’altro, ottenendo stampe materiche. La tecnica permette perciò grandi potenzialità espressive, anche grazie a colori molto vivaci, prodotti da inchiostri a base di olii naturali.


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Unire due mondi

L’idea di Giacomo è stata quella di «unire due mondi», mettendo insieme il formato di pubblicazione tradizionale (cartella, edizioni numerate, colophon) e una tecnica di stampa piuttosto moderna, non pensata per scopi artistici, ma che di recente è entrata anche in quel contesto. Insomma, il nostro interlocutore ha portato «l’approccio del sapere artigianale tipico della calcografia in una tecnica di stampa che di solito non prevede quel tipo di cura nella realizzazione. Sperimentazioni che nel mondo dell’arte non sono nuove».

Ogni tanto, lo stampatore si concentra sui suoi progetti personali, ma soprattutto va in cerca di illustratori e collabora con diversi artisti ticinesi e svizzeri, mettendo a disposizione questa piccola casa editrice d’arte e il suo sapere tecnico. Basta scorrere l’elenco dei nomi per farsi un’idea: Federica Camerini, Stefania Carlotti, Gabriel Stöckli, Marko Miladinović, Nevercrew, Nicola Martinelli, Stay Dirty, Vera Trachsel, Yimei Zhang, Yuwei Gong, Ambra Viviani, Lucas Herzig, Alice Piaggio. Di là dei lavori d’arte, il laboratorio produce su commissione stampe per diverse destinazioni: dalle pubblicazioni istituzionali, ai volantini (qui è stato realizzato quello della già menzionata Straordinaria), ai biglietti.

Il nome Complice Press ha una storia? «L’idea che mi interessava trasmettere è la possibilità di collaborazione e coinvolgimento diretti, andando oltre l’anonimato della stamperia dove inoltri un’e-mail e ricevi il prodotto, perché dietro la macchina c’è sempre qualcuno che ci lavora. Mi interessava trasmettere una dimensione umana».

In chiusura, si segnala l’occasione di incontrare Giacomo al Foce di Lugano, martedì 9 maggio (alle 18.30). In quell’occasione il nostro interlocutore partecipa all’incontro ‘Print out loud: libri d’artista ed editoria underground’, promosso da Agorateca nell’ambito del suo ciclo di incontri. Durante la serata, Galletti converserà con Giulia Brivio (di Artphilein Editions) di stampa ed editoria d’arte, da ieri a oggi, partendo da un’importante considerazione: il processo tecnologico (soprattutto dalla metà del secolo scorso) ha democratizzato il libro, permettendo di entrare nelle case di sempre più persone. Ma non solo. Le nuove pratiche – fra cui stencil, risograph, stampa digitale – sono diventate strumento anche nel campo artistico, dove il libro diviene un’opera.


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Un paio di collegamenti: www.complicepress.ch; www.foce.ch.