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‘Lotta alle neofite invasive, siamo in ritardo di parecchi anni’

La Commissione della gestione tira le orecchie al Municipio cittadino, che ora vuol passare all'azione, con un progetto da 3 milioni di franchi

Reynoutria japonica
(Wikimedia commons)
8 aprile 2023
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Lotta alle neofite invasive sul territorio della città di Locarno: meglio tardi che mai... Questa, in estrema sintesi, la conclusione alla quale giunge la Commissione della gestione del Consiglio comunale, che ha esaminato la proposta del Municipio di stanziare un credito di oltre 3milioni di franchi per gli interventi (spalmati su 10 anni) contro queste piante infestanti.

Per la Gestione (relatore: Pier Mellini, Sinistra unita) la proposta “giunge con parecchi anni di ritardo rispetto alla propagazione delle invasive sul territorio cittadino. Eppure i segnali di allarme all’autorità sulla gestione del verde pubblico sono arrivati già nel 2008, con un’interrogazione del fu consigliere comunale Silvano Bergonzoli sul taglio di alberi lungo la strada del Monte Bré”. Successivamente (era il 2012) l’allora sindaco Carla Speziali aveva risposto a un atto parlamentare, annunciando l’introduzione di cinque sfalci annui e di altre misure, per risanare almeno in parte la situazione sull’argine della Maggia, tra il ponte vecchio e quello nuovo. “Purtroppo alle parole non sono seguiti i fatti – rincara la dose la Gestione –. Il Consorzio per la manutenzione delle opere di arginatura e premunizione forestale Rovana-Maggia-Melezza non ha mai messo in pratica quanto auspicato, mantenendo due sfalci annui, e così la situazione è degenerata raggiungendo i livelli che tutti conosciamo, in modo particolare con il Poligono del Giappone e la palma di Fortune”.

Sempre nel 2012, il Consiglio comunale aveva bocciato (per un solo voto) un emendamento per un credito suppletorio di 10mila franchi destinato a un intervento sulla scarpata dell’argine e sulla strada del posteggio nel comparto Bastoria, invasi da monocolture infestanti. “Una dimostrazione della scarsa sensibilità che allora veleggiava sulla tematica legata alla proliferazione delle neofite invasive”. Solo nel 2018 (anno in cui fu presentata un’ulteriore interpellanza sul tema), il Municipio “dà timidamente avvio a interventi strategici per la lotta alle neofite”.

‘Il problema è stato sottovalutato e le infestanti si sono propagate’

“Il problema per molti anni è stato sottovalutato, dando così modo alle infestanti di propagarsi occupando annualmente il 5/10 per cento in più del nostro territorio – si legge ancora nel rapporto –. Attualmente le neofite invasive crescono su 410mila metri quadrati (che corrispondono a circa 60 campi di calcio); si contano 15 specie diverse, ma con una preponderanza (94 per cento) fra Poligono del Giappone (51 per cento), su quasi 192mila metri quadrati, e le palme di Fortune (Trachycarpus fortunei, 43 per cento), su 180mila metri quadrati di superficie. Ora, con la stalla ormai vuota e con i buoi ben lontani, dopo una gestazione iniziata nel 2019 con la creazione di un gruppo di lavoro con il Cantone e lo studio degli interventi possibili, il Municipio intende muoversi”.

Lavori co-finanziati dal Cantone

Il progetto da tre milioni di franchi (7,3 franchi al metro quadrato, suddivisi in un arco di tempo di dieci anni) sarà sussidiato dal Cantone (per circa 1,4 milioni); a carico della Città resterà un onere annuo attorno ai 126mila franchi. Fra gli obiettivi, che la Gestione accoglie positivamente, “il contenimento e la lotta attiva contro la presenza di neofite all’interno dei comparti ad alta valenza naturalistica e paesaggistica; la conoscenza e il monitoraggio delle aree contaminate; un’informazione e la formazione del personale addetto a questi compiti, in modo particolare ai fattori di potenziale diffusione e propagazione delle neofite; la sensibilizzazione verso la popolazione, soprattutto legata al contenimento e alla diffusione della palma di Fortune; e l’adozione di strumenti normativi”.

Le palme van tagliate al piede

Per quanto riguarda le palme, assurte quasi a simbolo turistico di un Ticino dal clima mediterraneo, la commissione ricorda che questa pianta, messa a dimora negli ultimi cinquant’anni, “sta danneggiando il sottobosco ed è necessario procedere alla sua eliminazione, in modo particolare negli ecosistemi ad alto valore naturalistico, come ad esempio la zona golenale e il parco Robinson, e nei boschi di protezione”. Occorre agire con il taglio al piede delle piante adulte o con la “trapanatura della gemma apicale sul tronco” di esemplari al limite degli 80 centimetri. “Le linee di azione – specifica il rapporto commissionale, riprendendo il progetto Municipale – comprendono la lotta alle neofite fruttificanti (palme), con azioni di contenimento nel contesto urbano edificato, nei margini boschivi e nelle aree aperte. Ma anche l’eliminazione delle specie con attitudine colonizzante (Poligono del Giappone)”. Si agirà nelle aree golenali della Maggia, sugli argini sommergibili e insommergibili; nella zona di tutela naturalistica (alla foce); ma pure sui campi agricoli e nei pascoli dove sono presenti le neofite. Sono inseriti in “priorità 2”, invece, i lavori nelle aree aperte non edificate del delta della Maggia, quali superfici destinate ad attività sportive, ricreative e turistiche. In “priorità 3”, infine, troviamo le aree urbane edificate e quelle adiacenti, quali i margini boschivi, tracciati stradali esterni all’abitato e fasce boschive circostanti, oltre ai nuclei abitativi di Brè, Cardada e Vattagne.

‘Una spesa sostenibile, visti i benefici per il territorio’

In conclusione, i commissari ritengono la cifra preventivata “sicuramente sostenibile in considerazione dei benefici che il nostro territorio trarrà da questa serie d’interventi, che se non debelleranno completamente le neofite, avranno il grande pregio di limitarne l’espansione nelle zone più sensibili precedentemente elencate”.

Pensando soprattutto a quanto non è stato fatto nel passato, “sarà di primaria importanza dare continuità agli interventi per poter ottenere i massimi risultati possibili, ma soprattutto, al termine di questo periodo di dieci anni, bisognerà prevedere nella gestione corrente un credito annuo mirato alla lotta e alla prevenzione, per evitare una più che possibile ripresa dell’espansione di queste specie vegetali indesiderate e dal carattere invasivo”.