Mendrisiotto

‘Sapevo di sbagliare, ho preso ordini dai miei titolari’

Un 46enne capo officina è stato condannato a 12 mesi sospesi dalla Corte delle Assise correzionali di Mendrisio per la ‘truffa dei garage’

In sintesi:
  • Le truffe indicate nell'atto d'accusa nei confronti di varie assicurazioni sono state 39 tra il marzo 2012 e il 23 gennaio 2018
  • Ottenuti guadagni illeciti per oltre 26'000 franchi
Anche danni volontari per ottenere rimborsi
(archivio Ti-Press)
31 marzo 2023
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«Anche se hanno sbagliato, voglio bene ai miei principali e per questo ho deciso di continuare a lavorare da loro». A esprimersi è il 46enne italiano comparso oggi, venerdì, davanti alla Corte delle Assise correzionali di Mendrisio per rispondere di truffa e falsità in documenti. Davanti alla giudice Francesca Verda Chiocchetti si è tornato a parlare di quella che è passata agli onori della cronaca come ‘truffa dei garage’. Approvando l'accordo presentato dalla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti e dall'avvocato Marco Masoni, la giudice ha condannato l'uomo a 12 mesi di detenzione sospesi per due anni e ha riconosciuto il caso di rigore: il 46enne non è stato espulso dalla Svizzera e potrà continuare a esercitare la professione nella stessa carrozzeria, dove lavora da 20 anni. «Non vi sono motivi per non credere che non abbia ripreso in mano la sua vita – sono state le parole della giudice –. La pena è stata ritenuta adeguata e l'ampia collaborazione fornita fa capire la presa di coscienza dell'illecito».

Le truffe indicate nell'atto d'accusa nei confronti di varie assicurazioni sono state 39 (tra il marzo 2012 e il 23 gennaio 2018) e hanno portato un guadagno illecito superiore a 26'835 franchi. A questi si aggiungono tentativi per 3'500 franchi. Perché, ha chiesto la giudice all'imputato, ha commesso questi fatti? «Sapendo di sbagliare, ho preso ordini dai miei titolari – ha risposto l'uomo –. Non sono nato imparato: fino al 2012 ero un operaio semplice, poi mi hanno messo a fare il capo officina». I titolari della carrozzeria saranno giudicati lunedì 3 aprile con procedura di rito abbreviato. Dalle attività illecite «non ho mai preso un franco in più – ha tenuto ancora a sottolineare –. Se lo avessi fatto mi sarei sentito ancora più colpevole di quello che già sono perché avrei avuto un profitto». Riguardo alla situazione attuale della carrozzeria, «abbiamo la qualità, e se il cliente ha la qualità torna. I periti sono amici che mi hanno sempre difeso perché sanno come sono, in che situazione sono entrato e che non era una mia iniziativa. Le assicurazioni hanno ancora piena fiducia perché sanno che non possiamo più sbagliare e di me si fidano ciecamente perché sanno quello che faccio».

Nel suo intervento, la procuratrice pubblica ha evidenziato la «piena collaborazione sin dal primo secondo», sottolineando che il 46enne «ci ha addirittura segnalato una vettura su cui era stato fatto un danno volontario per ottenere un rimborso». Rigamonti si è rimessa alla Corte sull'espulsione. Nella sua arringa, l'avvocato Masoni ha invece ricordato che «le assicurazioni per un periodo hanno chiuso un occhio fintanto che un dipendente della carrozzeria è stato licenziato e ha mandato un video alle assicurazioni. Siamo arrivati solo oggi a questo processo anche perché le compagnie assicurative e il titolare hanno trovato degli accordi».