Sentiti in audizione i due docenti per il supposto ‘utilizzo improprio delle email dell’Amministazione’. L’avvocato: ‘Colpirne due per educarne cento’
Prima uno, poi l’altro. Per un totale di due ore e mezza. È il tempo che Enrico Quaresmini e Paolo Galbiati, entrambi docenti liceali e membri dell’associazione ErreDiPi – la Rete per la difesa delle pensioni, costituitasi in seguito alla decisione dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino di abbassare il tasso di conversione –, hanno passato in audizione davanti al consulente giuridico del Consiglio di Stato Francesco Catenazzi e al capo della Sezione amministrativa del Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) Giorgio Franchini, ai quali il governo ha affidato l’inchiesta disciplinare "per l’utilizzo improprio degli indirizzi email aziendali (dell’Amministazione cantonale, ndr) per scopi propagandistici".
I patrocinatori: ‘Quanto avvenuto non ha violato nessuna legge’
«Un’inchiesta disciplinare che non si giustifica, che è del tutto fuori luogo», taglia corto l’avvocato e già procuratore pubblico Luca Maghetti, che insieme all’Ocst patrocina Quaresmini e Galbiati. «Anzitutto – afferma Maghetti, che abbiamo interpellato al termine delle audizioni – non è stato ancora accertato chi ha inviato le email, i due docenti che rappresento sono sì i primi firmatari della risoluzione dello scorso 23 agosto dell’associazione ErreDiPi, ma non vi è alcuna prova che siano stati loro a spedirla ai collaboratori e alle collaboratrici dell’Amministrazione cantonale. Detto questo, il procedimento disciplinare non si giustifica in alcun modo perché secondo noi simili email non violano i doveri di servizio: aver spedito ai colleghi e alle colleghe dipendenti dell’Amministrazione una risoluzione sui prospettati tagli pensionistici e le preoccupazioni che derivano da queste riduzioni non configura di certo alcun intento propagandistico: scopo della risoluzione di ErreDiPi era di tipo professionale, era quello di informare i funzionari e le funzionarie del Cantone – ciò che peraltro è stato fatto in modo equilibrato, senza usare toni duri – sulle previste riduzioni delle pensioni, quindi su un aspetto che si riflette sul salario. Sul salario di tutti i funzionari dell’Amministrazione».
Non solo. «Chi ha inviato le email e chi ha firmato quella risoluzione non ha tenuto un comportamento contrario alla dignità della carica – evidenzia Maghetti –. Quanto avvenuto non ha dunque violato nessuna legge e rientra nella libertà sindacale, riconosciuta dalla Costituzione federale e anche dall’articolo 52 della Lord, la legge cantonale sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti. Insomma, ho l’impressione – sostiene ancora l’avvocato Maghetti – che con l’apertura di questa inchiesta disciplinare il Consiglio di Stato voglia colpirne due per educarne cento». Spiega il legale di Quaresmini e Galbiati: «Oggi abbiamo chiesto di non adottare alcun provvedimento disciplinare. Vedremo. Personalmente sono fiducioso».
Durante le audizioni, fuori dal Palazzo amministrativo in via Jauch una trentina di persone ha tenuto un presidio di solidarietà. "Il Consiglio di Stato, invece di apprezzare lo sforzo compiuto da ErreDiPi nel voler informare e sensibilizzare le colleghe e i colleghi su un tema molto importante quale la previdenza, ha deciso di aprire un’inchiesta contro due docenti dando vita a una vera e propria politica della censura e del bavaglio", si legge nel comunicato distribuito ai rappresentanti dei media durante la piccola manifestazione da Giorgio Fonio, segretario regionale Ocst, sindacato che come detto ha assunto mandato di rappresentanza a tutela dei due docenti coinvolti.
"Le impiegate e gli impiegati dello Stato del Canton Ticino stanno vivendo momenti di forte preoccupazione in ragione dei gravi problemi finanziari che gravano sull’Istituto di previdenza del Canton Ticino", si legge nella nota, che critica il governo anche per aver "derubricato l’operato di ErreDiPi a mera propaganda, dando di fatto una connotazione negativa a una dovuta campagna informativa sul tema della previdenza per il quale il datore di lavoro cantonale non ha mostrato alcuna sensibilità e presa di responsabilità. La volontà di censurare e colpire le proprie lavoratrici e i propri lavoratori con inchieste amministrative non appartiene alla cultura del nostro cantone e non è in nessun modo tollerabile, essendo questo modo di agire prerogativa di regimi totalitari che nulla hanno a che vedere con il nostro Paese né con uno Stato di diritto". La richiesta è quindi la chiusura immediata dell’inchiesta.
«Abbiamo difeso con forza l’idea che quanto ErreDiPi scrive sul sito è di natura professionale e rivendicato la qualità del lavoro informativo svolto dalla Rete – dice Enrico Quaresmini da noi contattato dopo il colloquio –. Al di là di questa vicenda, siamo contenti che quanto scoperto stia facendo aprire gli occhi a molte persone. Siamo stati noi a quantificare che si fa una cresta sui nostri contributi che può arrivare fino al 50%. Si tratta dell’ultimo tassello delle cose che stiamo scoprendo e comunicando nell’interesse di tutti gli assicurati Ipct».
In previsione della terza giornata di mobilitazione indetta dall’ErreDiPi per mercoledì 15 marzo, il Collegio dei docenti del Liceo di Bellinzona ha deciso a larga maggioranza (48 favorevoli, 12 contrari e 3 astenuti) di sostenere un’astensione dal lavoro di 45 minuti per la terza ora (dalle 10), che sarà accompagnata da qualche azione simbolica di protesta. Alle 17 è prevista la manifestazione dal Mercato Coperto di Giubiasco per raggiungere alle 18 a piedi piazza Governo a Bellinzona.