Bellinzona: Municipio e Commissione edilizia non lo ritengono fattibile vista l’intenzione di sostituirla con magazzini comunali (e forse altro ancora)
Le infrastrutture comunali continuano a essere al centro dell’attenzione della politica turrita, dalla quale emergono alcune interessanti indicazioni. In due casi negative, in un caso positiva e legata a una delle prime due. Partendo dalle negative – in vista della seduta di Legislativo in agenda il 27 e 28 febbraio – emerge anzitutto il pollice verso espresso sia dal Municipio, sia dalla Commissione edilizia del Cc alla mozione Verdi/Mps/Fa (prima firmataria Giulia Petralli) affinché si trasformi il primo piano dell’ex Birreria di Carasso in un centro giovanile nel quale ospitare eventi di svago, incontri e concerti a carattere anche intergenerazionale.
Opinione negativa per più motivi: da una parte il Municipio sta valutando con i servizi cantonali l’utilizzo di una struttura non ben specificata, dall’altra l’ex Birreria quale stabile industriale risalente agli anni 60 – di cui una parte dal 2017 è sede del progetto BelliGreen per il ritiro a domicilio di rifiuti riciclabili e ingombranti – si trova in uno stato talmente degradato che necessiterebbe investimenti ingenti per renderlo a norma e accogliere col giusto livello di sicurezza, agibilità e funzionalità un afflusso costante di persone per lo svolgimento di attività varie. Un investimento – altro punto decisivo per il diniego, sebbene qui si entri nel lato positivo delle indicazioni date – che mal si concilierebbe con l’indirizzo ripreso negli ultimi tre mesi dal Dicastero opere pubbliche affinché sia finalmente completato quello che già 15 anni fa era stato progettato dalla Città pre-aggregativa come il centro Mep, dove Mep sta per Magazzini comunali, Ecocentro e Pompieri. L’Ecocentro è stato nel frattempo realizzato investendo 4 milioni, mentre le componenti M e P sono state sospese in attesa che maturasse lo studio di fattibilità (investimento indicato 70-80 milioni) per la realizzazione di una centrale di pronto intervento per Pompieri, Protezione civile, Croce Verde e Azienda multiservizi.
Ora, l’ipotesi Mep è tornata in auge perché l’ipotesi di centrale multiservizi si è a sua volta infilata in un limbo avendo il Cantone posato gli occhi sui vari terreni presi in considerazione dalla Città. Attualmente, come abbiamo scritto il 10 febbraio, il Dop sta dunque mappando le necessità aggiornate di spazi per Pompieri, Magazzini comunali e Protezione civile, mentre dal canto suo la Croce Verde ha sollecitato l’Ente ospedaliero cantonale affinché venga inclusa nel nuovo ospedale regionale previsto dal 2030 alla Saleggina. Dal canto suo il Municipio intervenendo sulla mozione Verdi/Mps/Fa indica a chiare lettere l’ex Birreria come futuro "centro logistico per i Servizi comunali" con l’obiettivo di risolvere una dotazione di spazi "troppo carente e sparsa sul territorio" dopo l’aggregazione; taluni spazi nemmeno appartengono alla Città e altri sono vetusti. Da qui la volontà di portare a Carasso i servizi raccolta rifiuti, invernale, manutenzione, cura del verde ecc. Nessun accenno invece ai Pompieri, sebbene come detto siano coinvolti nella mappatura dei bisogni. Tutto ciò – stando alla Commissione edilizia – renderà comunque necessario "demolire lo stabile nel corso dei prossimi 5 o 6 anni".
In questo tema s’inserisce la mozione presentata nel maggio 2022 dal Centro che chiede alla Città di attivarsi col Cantone per inserire la centrale di pronto intervento sopra l’attuale posteggio di via Tatti (Scuola arti e mestieri) destinato a diventare col semisvincolo la nuova porta d’entrata viaria di Bellinzona e a venire interrato per accogliere poi in superficie nuovi edifici dell’Amministrazione cantonale. Municipio e Commissione edilizia propendono per l’irricevibilità della mozione perché "prima di valutare la realizzazione di tale centrale in quel luogo, sarebbe necessaria una valutazione di carattere fondiario e pianificatorio di competenza municipale e non del Legislativo". Ciò detto, la commissione aggiunge di ritenere pertinente il testo della mozione appoggiando la necessità di "proseguire le trattative alla ricerca di un luogo atto a ospitare la nuova centrale". Sempre che, come scritto prima, i Pompieri alla fine non finiscano nel Mep di Carasso e la Croce Verde nel nuovo ospedale.
Sempre in ambito infrastrutturale a rischiare grosso – ma non è una novità vista la storia di questo progetto incompiuto – è la terza tappa del Parco urbano, ossia la realizzazione del Café du Parc, il baretto previsto accanto ai giochi d’acqua e all’albero del vento. Costo previsto 1,4 milioni, come da messaggio municipale votato nel giugno 2020 dal Cc a stretta maggioranza. Se le lungaggini per l’aggiornamento del budget si sono già da tempo trasformate in un pre-funerale ante-nascita, a dare il colpo di grazia sono i capigruppo di Centro (Gabriele Pedroni), Lega-Udc (Sacha Gobbi) e Tiziano Zanetti (Plr) i quali in una lettera, che pure verrà discussa in apertura di seduta il 28 febbraio, chiedono la revoca dello stanziamento del credito. Lo fanno rammentando che in un primo tempo già il Municipio aveva rinunciato alla realizzazione, mentre l’allora Commissione edilizia aveva insistito sulla bontà dell’idea finendo per raccogliere i favori di una risicata maggioranza nel plenum. Ora, secondo i tre capigruppo il Café du Parc "non appare decisamente più una priorità". In base all’evoluzione della società e degli eventi, "è possibile tornare sulle decisioni prese sulla scorta di premesse diverse". Pure evidenziata l’ampia – e già da anni nota – presenza di esercizi pubblici nelle immediate vicinanze: nel Bagno pubblico, nel Centro sportivo coperto, nel Centro tennistico, più il Grottino Ticinese di proprietà comunale.
Infine la Commissione del Piano regolatore, ambiente ed energia ritiene irricevibile, perché di competenza municipale e non del Legislativo, la mozione dei Verdi che sollecita più risorse finanziarie per la lotta contro la zanzara tigre. Una lotta, quella finora messa in campo, che i commissari giudicano negativamente. Ritenendo "non sufficiente e assolutamente da migliorare quanto viene eseguito a livello comunale", suggeriscono di mettere in atto quanto già fatto in altri cantoni e di considerare le nuove conoscenze scientifiche.
Commissione della gestione infine schierata a maggioranza affinché il Cc bocci la mozione Mps che chiede la gratuità del trasporto pubblico. Da una parte il Municipio e la maggioranza temono un "enorme impatto finanziario" per la salute delle casse cittadine, visto che un passo del genere comporterebbe spese in più fra i 13 e i 25 milioni annui. Paragonando il trasporto alla scuola pubblica gratuita, la minoranza Lega/Udc sostiene che l’azione comunale "potrebbe essere arricchita riguardo a un servizio che rientra nelle necessità primarie imprescindibili di mobilità e spostamento di tutti. Sarebbe dunque un segnale ideologicamente importante. Una formidabile espressione educativa a opera di una Città che si fa più vicina ai bisogni comuni".