La segnaletica è un avvertimento in più per i pedoni. Situazione evitabile? Il Cantone: non c’era sufficiente spazio, ma abbiamo creato la Zona d’incontro
Hanno fatto capolino davanti alla stazione di Chiasso a fine novembre e c’è chi si chiede cosa rappresentino esattamente. Stiamo parlando delle strisce rosse con il simbolo bianco di un bus e di un pedone presenti su una parte dei marciapiedi. Come ci spiegano dall’Ufficio tecnico della Città, si tratta di un avvertimento, principalmente per i pedoni, che indica che in alcune manovre i bus potrebbero occupare parte del marciapiede. Ma come mai questo avviene? C’è stato un errore nel progetto della nuova pensilina dei bus? «Sapevamo già durante la progettazione che sarebbe potuto succedere che i bus in alcuni casi avrebbero sormontato il marciapiede e per questo motivo abbiamo ora deciso, in accordo con le aziende dei trasporti e il Comune, di prolungare la ‘Zona 20’ già presente, in modo che comprendesse anche l’area della pensilina», ci dice Matteo Moreni, capo dell’Ufficio della progettazione del Sottoceneri del Dipartimento del territorio (Dt). Nella ‘Zona d’incontro’, infatti, i pedoni hanno la precedenza e le linee rosse sono dunque un «modo in più per renderli attenti, come pure per sensibilizzare gli autisti a invadere il marciapiede il meno possibile». Inoltre, ora possono attraversare il terminal unicamente i taxi, chi ha un permesso speciale e i bus, che di giorno sono circa 20 l’ora, indica Moreni: «Questo ha reso la zona molto più sicura».
L’ingegnere ci spiega che per questioni di spazio tra gli edifici, alcuni di questi anche protetti, non è stato possibile realizzare una strada più larga e si è dunque optato per un marciapiede basso in modo che i bus lo potessero valicare. Questi invadono il marciapiede principalmente quando sono fermi sotto la pensilina e ripartono superando il bus che hanno davanti, illustra Fabiano Martini capo dell’Area operativa della Divisione delle costruzioni. Cosa che non dovrebbe comunque succedere troppo spesso: «Gli orari sono stati pensati per evitare che vi siano sorpassi – aggiunge Moreni –, ma soprattutto nei momenti della giornata in cui c’è traffico, questo può succedere a causa dei ritardi delle varie linee». Tra l’arrivo di un bus e l’altro passano infatti pochi minuti, questo per favorire le coincidenze con i treni, ed è facile che un mezzo debba posizionarsi in uno spazio diverso da quello previsto, ricorda Martini.
«Il progetto, che ha già alcuni anni ed è stato frenato da alcuni ricorsi, prevedeva una risistemazione generale di tutto il comparto della stazione per la creazione del nodo intermodale che ha l’obiettivo di centralizzare tutte le linee dei bus. Questo per facilitare l’uso combinato dei vari mezzi di trasporto e favorire i collegamenti pedonali con il centro di Chiasso». Per far confluire davanti alla stazione così tanti bus l’unica soluzione, ci viene spiegato, era creare una banchina centrale. Questa doveva essere di una determinata larghezza per rispettare la normativa indicata nella Legge sui disabili e permettere a chi usa la sedia a rotelle di salire e scendere dai mezzi di trasporto comodamente. Per lo stesso motivo, i bus devono stazionare evitando che davanti alle porte vi sia un pilone della pensilina. Tenendo in considerazione quest’ultimo punto, i bus si fermano in modo tale anche da non dover fare una curva troppo ampia per superarsi, e dunque invadere il meno possibile il marciapiede.
Tra meno di un anno, col nuovo orario dei mezzi pubblici di dicembre, le occasioni in cui i bus dovranno sorpassarsi saranno ancora meno. Infatti entrambe le banchine della pensilina verranno completamente utilizzate. Inoltre, una volta che il cantiere delle Ffs lo permetterà, le strisce rosse di avvertimento verranno messe anche sul marciapiede del lato stazione. La scelta delle segnalazioni sul marciapiede è dunque definitiva? «Per il momento riteniamo che questa sia una buona soluzione. Aspettiamo che il terminal apra completamente, momento in cui la situazione dovrebbe migliorare», indica l’ingegner Martini. Trattandosi di una Zona 20, non sarebbe più semplice togliere del tutto il marciapiede? «Avevamo valutato l’idea di mettere tutto alla stessa quota, degli approfondimenti sono in corso, ma prima monitoriamo la situazione». Per il momento, riguardo alle demarcazioni rosse «abbiamo trovato il consenso dei vari attori. Il progetto è stato studiato insieme alle aziende di trasporto pubblico, alla Città e alla polizia». Una prima svizzera? «Non saprei dire se in altri cantoni vengano utilizzate. In Ticino ce ne sono di simili con il simbolo della bicicletta, posizionate per esempio dove c’è un incrocio tra una strada secondaria e una pista ciclabile. In questo modo si rendono ancora più attenti gli automobilisti sul fatto che potrebbero esserci delle bici e che lì perdono la precedenza».
In generale il nodo intermodale di Chiasso «sta funzionando molto bene e un altro elemento a favore degli spostamenti è il parcheggio per bici e moto costruito nella parte sud, attualmente però utilizzato parzialmente come area di cantiere Ffs», indica Martini, che però ricorda alcuni problemi nella fase iniziale del cantiere, quando l’area era ancora aperta al traffico: «Lì la situazione era abbastanza caotica, ma purtroppo avevamo dovuto cominciare i lavori per rispettare alcuni termini». Infatti in quel momento non era ancora in funzione la nuova viabilità ora attiva a Chiasso. «Col senno di poi avremmo effettivamente potuto migliorare la comunicazione prevedendo del personale sul posto che sensibilizzasse gli utenti e spiegasse cosa stava succedendo. Siamo però intervenuti in fretta risolvendo una situazione piuttosto complicata e credo che abbiamo fatto le scelte migliori ponderando tutti gli elementi».
Nonostante si tratti di una strada comunale e la pensilina di proprietà della Città, la realizzazione del nodo intermodale di Chiasso è di competenza cantonale, in quanto si tratta di un progetto di valenza regionale, indica Martini. Un altro lavoro analogo, e vicino, è quello del nodo intermodale di Mendrisio, che però è già stato portato a termine. Sono state riscontrate delle criticità? «Non abbiamo ricevuto particolari critiche. C’è però stato un problema di gestione dell’impianto semaforico che dava molta più priorità ai bus e un po’ meno alla strada principale, creando dei rallentamenti. Ora però il problema è stato risolto». Altra questione tecnica riguardava dei dispositivi su alcuni bus «che non mandavano correttamente il segnale quando questi arrivavano al terminale – aggiunge Moreni –. Ciò concerneva proprio l’equipaggiamento dei mezzi ed è stato risolto alcuni mesi fa». A parte ciò, un problema, che non riguarda direttamente la funzionalità del nodo, c’è: «La pensilina, in particolare nei mesi invernali, viene molto utilizzata non solo dagli utenti dei mezzi di trasporto – indica Martini –. La notte tante persone si ritrovano lì, in particolare giovani, e abbiamo alcuni problemi di sporcizia e graffiti». Tornando all’operatività, «c’è magari chi si lamenta che il bus si fermi nello stallo più lontano dalla stazione, ma anche questo è dovuto al permettere ai mezzi che arrivano dopo di superarlo con maggiore facilità».
Insomma, far combaciare tutti gli elementi non è sempre facile, ma l’obiettivo sembra sempre e comunque essere quello di trovare le soluzioni migliori per una mobilità più sostenibile.