Per il sindaco Giovanni Bruschetti è importante garantire l’accesso al paese da via San Gottardo
Molta pazienza: questo chiedono i lavori già iniziati attorno alla stazione Ffs di Lugano, fra strutture provvisorie e viabilità alternative come quella attualmente in vigore per il rifacimento dell’incrocio ‘Arizona’ di Massagno. Senza contare il riassetto di piazzale Besso che è pure già in esecuzione. Il prossimo futuro potrebbe non essere semplice per residenti e viaggiatori, dal momento che fra il 2024 e il 2027 dovrebbe andare in cantiere il ‘sottopasso Genzana’, parte di quell’anello viario intorno alla stazione che – ipotizzato da decenni – non troverà comunque il suo completamento prima del 2030. Di cosa si tratta? È un collegamento fra la via San Gottardo e la zona retrostante la stazione, dove sono previsti un autosilo e un nodo d’interscambio con la rete degli autobus. In pratica, rappresenterebbe una specie di raddoppio del tunnel di Besso, con allacciamento diretto a via Basilea e un (dopo)domani col futuribile tunnel del Tassino.
A quel punto il traffico comunicherebbe direttamente con via Maraini, e in ultima analisi con lo svincolo di Lugano sud. Ma questo passaggio è come detto rinviato a dopo il 2030. Il costo dell’operazione è preventivato in quasi 40 milioni di franchi, per un credito netto di 23 milioni: questa la somma che il governo chiede di stanziare al Gran Consiglio per la progettazione e l’esecuzione del sottopasso Genzana. La diramazione per il nuovo sottopasso inizierebbe sulla via San Gottardo poco prima dell’incrocio con l’attuale via Genzana, nella zona anche conosciuta come ‘ex Latteria luganese’ o ‘ex Giornale del Popolo’. Il collegamento sbucherebbe poi a ovest dei binari allacciandosi così a via Sorengo e via Besso (dove è prevista una nuova rotonda).
Anche se l’area oggetto dei lavori tocca solo marginalmente il Comune di Massagno, questa località sarà particolarmente interessata dai nuovi flussi di traffico, sia per quanto riguarda via San Gottardo che per i quartieri a monte della zona ferroviaria. Abbiamo così sentito il sindaco di Massagno Giovanni Bruschetti, che ha partecipato al lungo iter preparatorio. «Le nostre preoccupazioni sono prima di tutto legate ai disagi durante la fase di esecuzione. Per chi abita in zona, e non penso solo a Massagno, ma a tutta l’area intorno alla stazione, saranno anni difficili. D’altra parte ero più preoccupato per il cantiere all’incrocio Arizona, invece il grande anello intorno a via Selva, via San Gottardo e via Tesserete funziona abbastanza bene, o almeno meglio di quanto ci si potesse aspettare. In un’area così trafficata mi aspettavo una situazione ben peggiore».
Passando dal cantiere all’opera finita, il sindaco di Massagno pone l’accento su un aspetto ‘laterale’ del sottopasso. «Per noi sarà importante capire come verrà garantito l’accesso su via Genzana da via San Gottardo, dal momento che questa strada è uno dei pochi ingressi a Massagno: lungo via San Gottardo oltre a Genzana c’è solo via Motta, e immaginare un ulteriore innesto di traffico su zone adiacenti potrebbe risultare problematico. Nell’ambito della progettazione ci siamo fatti più volte portatori di queste preoccupazioni, speriamo che il risultato finale ne tenga conto. È un punto fondamentale: l’auspicio è che il progetto, come più volte manifestato e segnalato, non abbia a condizionare una situazione già abbastanza particolare». L’allacciamento di via Genzana, all’omonimo sottopasso è previsto, riferisce il messaggio governativo, attraverso una strada lunga 94 metri, fino alla rampa di accesso-uscita dal sedime Ffs, correndo davanti all’attuale Ufficio del lavoro e poi lungo i binari in direzione del buffet della stazione. Questo sulla base di una lunga progettazione terminata con un progetto definitivo già concluso, non sappiamo che margine di miglioramento ci sia nel progetto esecutivo. L’area in questione sarebbe infine allacciata alla stessa via San Gottardo, ma attraverso un percorso un po’ tortuoso. Ma a parte via Genzana e quartieri sovrastanti, un po’ tutto il traffico proveniente da Massagno potrebbe risentire di questo nuovo assetto. «Il problema è semplice: tutta la parte del quartiere ex Pestalozzi si innesterà sulla via San Gottardo. Io non ho mai preteso di sparare sentenze sui progetti, ma mi permetterò di valutarne i risultati per eventualmente tentare modifiche e miglioramenti. Noi abbiamo sempre dato fiducia al Dipartimento, che non ci ha mai particolarmente deluso. Qui il problema è più delicato e speriamo che verrà preso adeguatamente a carico» conclude Giovanni Bruschetti, che si riserva di esaminare con attenzione il messaggio governativo diffuso negli scorsi giorni.
Tornando al sottopasso, lo stesso non avrà né marciapiedi né piste ciclabili; le bici potranno comunque percorrerlo all’interno del normale flusso di traffico. Nel medio termine, lo scopo dell’operazione sarebbe quello di fluidificare la circolazione e di facilitare l’accesso alla stazione da parte dei mezzi pubblici su gomma, che attualmente risultano spesso fermi nel classico ‘imbuto’ del tunnel di Besso. Il messaggio passa ora all’esame del Gran Consiglio e delle sue commissioni.