Castione, nel 2017 se ne prevedevano 220, poi 300 e 360. Le Ffs: ‘La commessa Astoro è cresciuta e si sono aggiunti i treni della S-Bahn di Zurigo’
Buone notizie in casa Ffs sulla nuova Officina di manutenzione che verrà realizzata a Castione con un investimento di 580 milioni di franchi. Un primo indizio lo aveva dato lunedì sera in Consiglio comunale a Bellinzona il sindaco Mario Branda. Intervenendo sul Preventivo 2023, aveva accennato al fatto che durante la riunione di Piattaforma svoltasi quello stesso pomeriggio alla presenza dei vertici delle Ferrovie, della Commissione del personale allargata ai sindacati e delle autorità cittadine e cantonali, a spiccare era stata l’informazione secondo cui i posti di lavoro a tempo pieno previsti nel moderno stabilimento «potrebbero essere più dei 360 indicati un anno fa». Interpellato dalla ‘Regione’, il portavoce delle Ffs Patrick Walser conferma. E precisa che i posti di lavoro saranno «almeno 400, cui vanno aggiunti i già previsti 80 apprendisti». Un netto miglioramento rispetto alle prime indicazioni fornite nel dicembre 2017, quando in occasione della firma della Dichiarazione d’intenti su Castione tra Ffs, Consiglio di Stato e Municipio di Bellinzona erano state indicate 200-220 unità a tempo pieno e 60 apprendisti. Cifre che in quel momento avevano suscitato una giustificata preoccupazione fra i circa 450 dipendenti, di cui attualmente 110 sono interinali. Infatti, stando alle previsioni iniziali, la metà di loro non avrebbe più avuto un’occupazione dopo la chiusura dello stabilimento cittadino.
Walser spiega inoltre che gli ultimi aggiornamenti delle tempistiche confermano la messa in esercizio della nuova Officina nel dicembre 2026. E aggiunge che le almeno 400 unità a tempo pieno saranno impiegate da subito e non dal 2030 come la Commissione del personale teme. Viene inoltre specificato che per il momento non aumenta l’ammontare dell’investimento, nonostante sia nel frattempo sensibilmente lievitato il costo dei principali materiali di costruzione come acciaio e cemento.
L’incremento dei posti di lavoro – specifica ancora il portavoce Ffs – è dato da alcuni progetti: «Nello specifico la revisione dei treni Astoro, per la quale le ore produttive previste sono aumentate in maniera importante; nonché i progetti Hvz e Dpz, ossia treni della S-Bahn di Zurigo, per i quali pure le ore produttive sono aumentate per via delle lavorazioni in materia di corrosione». Mentre i convogli Flirt, Giruno ed Etr faranno la parte del leone a Castione, la commessa Astoro, ricordiamo, è già iniziata in questi mesi nel vecchio stabilimento dove sono stati investiti alcuni milioni di franchi, e posato un capannone di 220 metri, per consentire nell’arco di quattro anni (sino a fine 2026) le lavorazioni di risanamento, modernizzazione e manutenzione pesante dei treni passeggeri impiegati sull’asse Germania-Italia via Svizzera attraverso Gottardo e Briga-Domodossola. Internalizzarli, spiegavano le Ffs nel gennaio 2021, "significa acquisire maggiori competenze e know-how e soprattutto preparare i collaboratori ai compiti previsti a Castione. Dove saranno combinate la manutenzione pesante e leggera e la revisione modulare, con anche l’integrazione di progettazione e rigenerazione delle componenti". Da notare che già durante il 2023 grazie ad Astoro saranno superate le 400’000 ore lavorative annue, cifra a suo tempo ritenuta irraggiungibile.
Una delle preoccupazioni riferite ai media settimana scorsa dalla Commissione del personale allargata (Cope) in vista della riunione di Piattaforma, riguardava poi le capacità professionali degli attuali dipendenti in ottica 2026: come e quando saranno verificate? Come e quando sarà avviata la formazione professionale per poter svolgere le future mansioni? Il tempo stringe – questa la critica di fondo – e non si sa ancora nulla. Durante la riunione sono state fornite alcune rassicurazioni sul fatto che la procedura avanza. E difatti ieri in una newsletter il nuovo direttore dell’Officina in carica da cinque mesi, Gian-Paolo Lepori, insieme ai capi progetto si è rivolto ai dipendenti fornendo i chiarimenti del caso.
Viene specificato che vi sono ancora degli aspetti da chiarire, come appunto il fabbisogno di formazione per ogni flotta di treni. L’analisi sin qui svolta mostra che vi è una notevole necessità di competenze generali, ad esempio nel campo dell’elettronica, della pneumatica e della digitalizzazione. La riqualificazione – viene sottolineato confermando le sollecitazioni della Cope – può richiedere diversi anni e dev’essere affrontata tempestivamente. Si procederà quindi in due fasi. Nella prima l’attenzione si concentrerà sullo sviluppo di competenze generali. Si partirà nell’autunno 2023 con una fase pilota nel settore elettrico, dando la possibilità di seguire un corso di formazione di due anni come montatore di automazione, per così ottenere l’attestato federale di capacità. Lo sviluppo del pool di competenze specifiche per le singole flotte verrà invece scaglionato e realizzato a tempo debito.
Poi, una volta chiarita la struttura organizzativa, partirà la fase di matching relativo ai posti di lavoro. Inoltre – ancora una volta come sollecitato dalla Cope – si tratta di chiarire a breve termine, per ogni singolo collaboratore, quale formazione abbia seguito in passato, con quali risultati e diplomi ottenuti, specializzazioni seguite e quant’altro. In vista di colloqui con i rispettivi superiori, durante i quali si discuterà dei singoli possibili sviluppi professionali, ciascun operaio dovrà compilare il proprio profilo inserendo qualifiche, esperienza professionale, obiettivi prevedibili nei prossimi tre anni. Anche su questo fronte, dunque, la locomotiva sta per partire.