Le attività hanno lasciato la casa patriziale. Dieter Suter: ‘Non sostenibile la proposta del Patriziato. Senza una soluzione, difficile andare avanti’
«Abbiamo una realtà di circa 200 adolescenti che merita di essere maggiormente presa in considerazione». Lancia un altro appello senza nascondere un po’ di delusione Dieter Suter, presidente del comitato del Centro giovanile del Moesano, da tempo alla ricerca di un luogo più funzionale e che da quest’estate non ha più a disposizione nemmeno lo spazio all’interno della casa patriziale di Roveredo, affittato al centro a partire dal 2018; un’ubicazione ritenuta non ottimale poiché molto centrale e vicina alle abitazioni, ma che quantomeno garantiva una sede fissa per permettere ai giovani di incontrarsi.
Suter spiega che a causa di nuove esigenze, il rinnovato comitato del Patriziato, eletto nella primavera 2021, ha proposto al centro di trasferirsi dal secondo piano al pianoterra della casa patriziale. Spazio tuttavia giudicato non adeguato per ospitare le attività: troppo piccolo, indica Suter, e che necessiterebbe di migliorie, i cui costi non sono sostenibili. Dopo una fase di trattative non andata a buon fine, da qualche settimana le attività del centro – che per un periodo si erano trasferite al pianterreno – hanno lasciato definitivamente la casa patriziale, continuando unicamente con quelle itineranti organizzate dall’animatrice professionale, che l’Associazione ha potuto assumere a partire dal 2021 grazie al contributo finanziario, sotto forma di mandato di prestazione, messo a disposizione dai Comuni del Moesano. «Non nego che il vecchio comitato del Patriziato ci ha considerato molto, mentre quello nuovo si è dimostrato più restrittivo».
In concomitanza con le trattative col Patriziato, nella prima parte del 2022 il comitato era nuovamente tornato alla carica per trovare una nuova sede: «Abbiamo contattato la Regione Moesa, i Comuni e alcuni privati, ma senza trovare una vera apertura. A Grono è stata avanzata l’opzione di occupare gli spazi del rifugio della Protezione civile, ma durante l’incontro con il Comune ci è stato chiesto di prevedere durante le serate del centro una sorveglianza, professionale oppure da parte di volontari, di almeno due-tre persone. Purtroppo non troviamo chi si mette a disposizione, quindi la soluzione potrebbe essere solo professionale, che è però una spesa che non possiamo permetterci». Non sostenibili, prosegue Suter, «nemmeno le offerte che ci sono state fatte per affittare stabili privati». Sfumata anche l’ipotesi di utilizzare gli spazi della Protezione civile a Roveredo, «che devono rimanere a disposizione in caso di necessità».
Provvisoriamente le attività continueranno solo in forma itinerante, «approfittando delle strutture che ogni tanto vengono messe a disposizione (come palestre, la sala degli specchi a Mesocco, il campo di calcio a Lostallo e la ex casa parrocchiale a Roveredo). Ma è un vero peccato non avere un luogo dove il giovane sa di poter essere accolto il venerdì e il sabato sera. E senza una sede fissa sarà complicato continuare. Sarebbe ottimale se una soluzione venisse proposta dalla mano pubblica, ritenuto che non abbiamo i fondi per affittare una struttura privata. L’alternativa sarebbe aumentare il contributo del mandato di prestazione».
«A Bregaglia hanno chiuso il centro giovanile per mancanza di interesse, ma nel Moesano la situazione è diversa – rimarca Suter –. Abbiamo circa 200 adolescenti che hanno compilato il formulario di adesione al centro. Notiamo che i nostri ragazzi – prosegue Suter – hanno un gran bisogno di uscire, incontrarsi e avere un punto di ritrovo. Il ruolo del centro, che può contare su una brava e impegnata animatrice che riesce a coinvolgere, è poi sempre più quello di antenna sociale, che può sensibilizzare i ragazzi nelle loro scelte, aiutarli ad aprirsi e a esternare eventuali disagi».
Ribadendo la necessità di trovare una sede a breve termine, Suter auspica che l’entrata in carica del nuovo Municipio di Roveredo a partire dal 1° gennaio possa portare a qualcosa di concreto. «La pianificazione comunale di Roveredo prevede di realizzare un’area di svago nella zona dell’ex poligono ai Mondàn. Lì dovrebbe sorgere anche un edificio multifunzionale che potrebbe avere a disposizione degli spazi per il centro giovanile. Sarebbe questa una soluzione ideale, perché la sede sarebbe in una zona discosta, dove la vivacità dei ragazzi non darebbe disturbo al vicinato. Ma purtroppo – conclude il presidente dell’associazione – è un’ipotesi che non potrà essere concretizzata in tempi brevi».