Ancora lontane soluzioni concrete. Nel frattempo da inizio luglio l’animatrice accoglie i ragazzi in una tenda posata a Roverdo
Ancora oggi, a distanza di quasi sette mesi dall’articolo pubblicato da ‘laRegione’ lo scorso 27 dicembre, il Centro Giovani Moesano non ha trovato una sede stabile dove poter svolgere le sue attività. L’associazione gestisce un Centro per ragazzi dai dodici ai diciotto anni che propone attività da svolgere nel tempo libero. Nel frattempo il comitato della società presieduto da Dieter Suter si è rivolto al Municipio di Roveredo, incontrando il sindaco Gianpiero Raveglia, per chiedere aiuto e – come ci spiega lo stesso Suter – il Comune «ha promesso di prendersi a carico il nostro problema con l’intento di trovare una soluzione a medio termine».
Sembra dunque che qualcosa stia iniziando a muoversi, anche se per ora – sottolinea il presidente – non vi è ancora alcuna certezza. Rimane tuttavia attiva l’idea di usufruire di uno spazio nella futura area svago nella zona dell’ex poligono ai Mondàn, prevista nella pianificazione comunale di Roveredo, anche se è troppo presto per fare delle ipotesi sull’esito di questa possibilità. Il progetto, infatti, non è ancora stato definito nei dettagli e prima di poter vagliare concretamente l’opzione serve capire quale soluzione verrà offerta e se questa sarà adatta alle esigenze del Centro giovani.
Nonostante l’assenza di una sede fissa abbia creato diversi problemi e reso difficile il prosieguo delle attività, il ‘vuoto logistico’ non ha impedito ai giovani di frequentare il Centro, che grazie soprattutto all’impegno dell’animatrice Letizia Li Bassi, assunta nel 2021 dal comitato, ha continuato a essere attivo e presente sul territorio. Da noi contattata, l’animatrice sottolinea quanto tenga all’associazione – passione che l’ha indotta a lasciare un altro lavoro per poter concentrare le sue energie nel progetto – e aggiunge che «il fatto di non aver avuto una sede quest’anno ha reso tutto più complicato, tanto che mi sono dovuta inventare delle attività itineranti». Ma questo impegno è stato ampiamente ripagato, poiché molti giovani hanno partecipato dimostrando l’interesse nei confronti dell’offerta. Con l’arrivo dell’estate era previsto un calo dell’affluenza a causa dell’assenza di molti ragazzi che partivano per le vacanze; ma per chi è rimasto l’animatrice ha deciso di non fermarsi e ha ideato una nuova soluzione: installare un tendone bianco a Roveredo proprio alla fine della strada in cui si trova la casa patriziale (edificio dove prima di dicembre si tenevano gli incontri del Centro). Lo scopo del gazebo non è esclusivamente quello di avere uno spazio provvisorio – ci dice sempre Letizia Li Bassi –, «ma anche di far sapere al territorio che il Centro c’è e di mostrare all’amministrazione l’importanza di avere una sede fissa per i ragazzi».
A partire dal primo luglio fino al 30 settembre, con una pausa dal 20 luglio al 16 agosto, il Centro apre ogni sera tranne il lunedì dalle 20 alle 22. Venerdì e sabato sono proposte delle attività più interattive (con prolungamento dall’orario dalle 19.30 alle 22.30) dove i ragazzi possono partecipare alla preparazione di pietanze. Fino ad ora, poiché non disponibile l’allacciamento elettrico, sono stati preparati piatti freddi come stuzzichini con la pasta sfoglia e il pan carré. Altre volte è l’animatrice a portare qualcosa da mangiare, come ad esempio muffin o piccoli tartufi al tiramisù. In occasione dell’inaugurazione era stato anche organizzato un aperitivo con patatine e bibite. In effetti l’affluenza estiva non è più la stessa del periodo scolastico e invernale – sottolinea Letizia Li Bassi –, «ma molti ragazzi vengono ogni sera a trovarmi anche solo per salutare», mentre gli affezionatissimi, tra cui diverse ragazze con cui si è instaurato un rapporto speciale durante le ‘merende culturali’ (evento che si teneva ogni sabato pomeriggio in biblioteca), rimangono più a lungo per scambiare quattro chiacchiere, fare un gioco di società e ascoltare musica. Il tendone, oltre che un’area di svago, rappresenta anche un punto di riferimento in caso di necessità: «Mi capita tantissimo di ascoltare i ragazzi e a volte lo facevo durante i trasferimenti in auto». Ora con una sede fissa, sebbene provvisoria, i giovani della regione sanno esattamente dove andare se sentono di volersi aprire o confrontare con un adulto di cui si fidano. Al momento il gazebo è privo della tenda d’ingresso, poiché quest’ultima è stata affidata temporaneamente a due ragazze che la stanno decorando per renderla riconoscibile come entrata del Centro giovani Moesano. Per questioni di sicurezza nel caso di forti temporali le attività vengono annullate. Inoltre, gli orari di ritrovo possono variare sulla base delle esigenze dei ragazzi, che ogni tanto si trovano con l’animatrice anche di pomeriggio.