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Il mulino di Maroggia pian piano si erge

In fase di completamento il corpo principale e la seconda torre. Previsti per la primavera 2023 i restauri della parte più danneggiata dalle fiamme

I danni causati dall’incendio
(Ti-Press)
19 dicembre 2022
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Come una fenice, il mulino di Maroggia, distrutto dalle fiamme a novembre 2020, sta pian piano risorgendo dalle sue ceneri. In particolare, sono in fase di completamento il corpo principale e la seconda torre che era crollata, per cui tra aprile-maggio si procederà già con i primi test operativi. I lavori di restauro per la parte che è stata maggiormente colpita, verranno avviati nella primavera del 2023. Buoni propositi, insomma, per l’anno che si appresta a venire e un progetto da circa 12 milioni di franchi. «Siamo più o meno nei tempi – ci spiega il titolare Alessandro Fontana –, ma è tutto da incatenare perché ci sono interdipendenze tra le parti da sistemare. A ogni modo, nonostante le difficoltà, ho un buon supporto da parte dei miei collaboratori».

Il piano, ricordiamo, prevedeva l’edificazione di una torre nello stesso punto in cui sorgeva la precedente, accanto a quella ancora intatta; la ricostruzione del corpo principale in cui avverrà la produzione della farina; un’entrata sul lato della strada per le operazioni di carico e una per lo scarico del grano; e infine il risanamento della parte bruciata, con l’idea di mantenere l’architettura originaria di mattoni e finestre ad arco. Sono previste, inoltre, agevolazioni per la consegna del frumento, del grano duro e della segale per i coltivatori regionali.

«Adesso siamo nella fase in cui ci apprestiamo a chiudere il tetto del corpo principale per terminare così la costruzione a inizio gennaio». Seguirà il completamento della torre che deve salire ancora di un blocco. «Questa settimana – ci illustra Fontana –, all’interno del corpo principale, sono stati installati 14 silos monolitici, che sono stati fatti entrare dal tetto della torre, per questo era stato lasciato aperto». Parallelamente, «dove possiamo, stiamo iniziando con il trasporto del materiale tecnico e rispettivamente l’installazione di determinate macchine. È come se avessimo un cantiere nel cantiere perché c’è la parte edile ancora in corso, ma c’è anche il montaggio dei macchinari che è iniziato».

Il risanamento della parte andata in fumo inizierà con il termine del cantiere edile sul corpo principale, tra febbraio e marzo. Prossimi al completamento (con installazioni dei macchinari) sono, dunque, gli spazi che ospiteranno la pulitura, la macinazione e i prodotti finiti e la torre che conterrà il grano, insieme alla seconda torre, per una capacità stimata di 1’200 tonnellate. In seguito si inizierà con la fase di restauro.

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