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Ripartire dopo Sorte: il grande grazie di Alessia e Gianluca

Rimasti senza genitori e senza casa, pian piano affrontano una nuova fase della loro vita. ‘Autorità e privati ci sostengono e aiutano in tantissimi modi’

L’abitazione dei coniugi Butz, morti lo scorso 21 giugno
(Ti-Press)
3 agosto 2024
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Se si dovesse scegliere l’immagine simbolo della devastazione abbattutasi il 21 giugno sulla Mesolcina, probabilmente molti indicherebbero la casa di Sorte col buco. Un varco creato dai soccorritori nella parete principale per poter accedere al pianterreno e cercare i proprietari Laura e Paolo Butz. Uno squarcio che è stato anche uno spiraglio di speranza, però dissoltasi nello spazio di poche ore, il tempo necessario per asportare un metro e mezzo di fango e detriti e capire che i proprietari, probabilmente usciti durante la fase più critica del nubifragio, erano stati travolti dal riale Molera in piena e trascinati via. La salma di Laura, 53 anni, è stata rinvenuta sei giorni dopo alcuni chilometri più a sud, nel fiume Moesa; tutt’oggi disperso il marito Paolo di 57 anni. Sparita anche Frida, una femmina di collie che fino al giorno prima scodinzolava allegra nel vasto giardino.

‘Se solo fossero saliti in mansarda’

«Non sappiamo cosa sia successo con esattezza. Probabilmente vedendo crollare le abitazioni vicine hanno ritenuto di potersi salvare scappando, o di portare aiuto a qualcuno. Ma se fossero saliti in mansarda, oggi sarebbero qui a raccontare la loro disavventura. Già, se solo fossero saliti di sopra…». I figli Alessia e Gianluca quella sera si trovavano in Ticino da parenti e amici. È Alessia, 26 anni, a raccontarci il grande moto di solidarietà e accudimento che li ha abbracciati, ascoltati, sostenuti, incoraggiati. Sballottati fra la speranza iniziale di ritrovare i genitori in vita e la consapevolezza, col passare dei giorni, che nulla sarebbe stato più come prima, sono stati confrontati con la tragicità del grande vuoto fisico e affettivo e con aspetti molto pratici da affrontare e risolvere, per darsi una nuova base concreta da cui ripartire.


Le vittime Laura e Paolo Butz

«È stato un colpo durissimo. Subito dopo il nubifragio abbiamo avuto qualche difficoltà a connetterci con la polizia grigionese per dirle che temevamo per i nostri genitori. Avevano loro notizie? Li stavano cercando? Non sapevamo bene cosa fare, chi chiamare, dove andare. Il Care Team si è subito attivato e la polizia è stata ben presto molto disponibile. Sentivamo regolarmente alcuni poliziotti per ricevere informazioni su come stessero procedendo le ricerche. I contatti avuti con le autorità locali e con i vari servizi sociali sono stati proficui. Il tutto è stato gestito in modo molto umano, con disponibilità e professionalità. Inoltre ci ha colpiti la grande generosità con la quale tante persone che nemmeno conoscevamo hanno voluto dare un aiuto concreto, anche facendo la spesa per noi nei giorni successivi, o accompagnandoci in auto. Mio fratello ed io siamo molto uniti, cerchiamo di farci forza a vicenda, ma è indubbio che l’aiuto messo in campo dalle istituzioni e l’affetto dimostratoci dalla gente, cui esprimiamo tutta la nostra gratitudine, ci permetterà di andare avanti riprendendo il cammino dove si era interrotto il 21 giugno».

Un futuro fra bambini e automobili

Alessia è monitrice di nuoto e soccorritrice in vasca e in acque libere e questa estate, come le precedenti, fa la bagnina in un lido ticinese; poi l’aspetta un corso di tedesco e dall’anno prossimo, questo l’obiettivo, la formazione a Coira per diventare maestra di scuola elementare, con una predilezione per le attività creative. Gianluca, 17 anni, darà presto gli ultimi esami di tirocinio e una volta terminata la formazione di gommista ne inizierà una nuova di meccanico d’auto nel medesimo garage in cui già lavora. Pian piano stanno portando via da Sorte quanto si è salvato: «I cd e i dischi di musica rock che papà collezionava, compreso il suo computer col quale gestiva la contabilità di casa. Una casa che mamma teneva sempre in ordine. Lui tecnico e informatico di formazione, lei parrucchiera benvoluta nel Bellinzonese da tante donne alle quali non mancava mai di dare una mano in caso di bisogno. Erano persone precise, ordinate, e questo ci facilita un po’ il compito, compreso il fatto che papà aveva delegato taluni aspetti a un fiduciario che ci sta aiutando».

Il nuovo alloggio e le stampelle

Prioritaria è stata la ricerca di un nuovo alloggio: «Molte persone del Ticino e del Moesano si sono annunciate alle autorità di Lostallo indicando la disponibilità ad accogliere gli sfollati nei primi giorni dopo la frana e anche un po’ più a lungo termine. Dopo un primo periodo durante il quale siamo stati ospiti di una mia carissima amica, ora abitiamo a Bellinzona: il proprietario di una casa ci ha messo generosamente a disposizione un appartamento e questo per noi significa molto, anche per poterci spostare comodamente con i mezzi pubblici». In loro aiuto si è mosso, fra gli altri, lo Shark Team di Bellinzona che propone corsi di nuoto integrato: «Mi ero avvicinata a loro questo febbraio per svolgere la parte pratica prevista nell’ambito del brevetto di istruttrice di nuoto per le persone con disabilità». La raccolta fondi avviata dal sodalizio, insieme a un’altra organizzata da privati della Mesolcina, «ha permesso di costituire due importanti ‘stampelle’. Vi faremo capo in caso di bisogno, qualora i nostri mezzi non fossero sufficienti. Anche in questo caso, non potendo farlo singolarmente, voglio ringraziare tutti. Compreso il club di cui faccio parte, la Turrita Nuoto, con il mercatino solidale di Mario».

‘Mai percepita una situazione di rischio’

La casa di Sorte intanto rimane lì dov’è sin dal 1860. Inabitata e inabitabile per i prossimi due anni. Idem quelle vicine rimaste in piedi e solo sfiorate dalla frana. Così hanno deciso le autorità di Lostallo istituendo per l’intera area colpita una Zona di pianificazione per il tempo necessario agli esperti impegnati nello stabilire cause e concause della colata, ripristinare il corso del riale, ricostruire le opere di premunizione e in definitiva decidere se in futuro si potrà tornare a vivere lì. Perché avevate scelto Sorte?, chiediamo. «Morta l’anno scorso la nostra cagnolina, ne avevano adottata una più grande che necessitava di più spazio rispetto all’appartamento di Molinazzo dove abitavamo. Scartate alcune opzioni nel Bellinzonese, un po’ per caso avevano adocchiato la casa di Sorte. Comprata e ristrutturata, ci siamo andati a vivere in febbraio. Era lì da oltre 150 anni e mai abbiamo avuto l’impressione che si trovasse in una zona di pericolo, che corressimo un rischio accresciuto. Ci sentivamo al sicuro. Inoltre lo spazio esterno era davvero ampio. I nostri genitori avevano iniziato a fare l’orto e meditavano di posare una piscina, di comprare un secondo cane. Invece la furia della natura si è presa tutto».

L’importanza del Care Team

La ripartenza è fatta di cose concrete, di una quotidianità che pian piano subentra allo choc: «Gianluca ed io – sottolinea Alessia – siamo molto indipendenti e questo ci ha facilitati nell’adattarci abbastanza rapidamente alla nuova situazione. Dal profilo emotivo rimane però incolmato il grande vuoto». Non sono peraltro mancati alcuni istanti meno pesanti, in cui si è riusciti un po’ a sdrammatizzare: «Avendo un brevetto per il soccorso in acqua, durante i colloqui con il Care Team mi sono ritrovata a rispondere alle stesse domande che io stessa dovrei porre alle persone tratte in salvo o a quelle vicine. Abbiamo sorriso di questo aspetto, consci di quanto siano fondamentali, in circostanze come la nostra, la capacità di ascoltare e assicurare il giusto sostegno morale».

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