La Commissione di quartiere di Sonvico mette i puntini sulle i, dopo che il municipale si era detto deluso dal presunto inattivismo delle commissioni
«Se non trovi riscontro nel Municipio, poi è normale perdere entusiasmo e motivazione». Amarezza per amarezza: Danilo Castelli, a nome della Commissione di quartiere di Sonvico che presiede, non nasconde la delusione dovuta alla recente intervista di Filippo Lombardi alla ‘Regione’. Il municipale infatti, si era detto deluso a sua volta dallo scarso interesse dimostrato da buona parte delle commissioni rionali nella consultazione sul Piano direttore comunale (PDCom), invitando i partiti a stimolare i commissari membri di partiti ad attivare maggiormente i gruppi. E sebbene Lombardi non abbia generalizzato né fatto nomi, le dichiarazioni non sono piaciute alla Commissione di Sonvico, che desidera «mettere i punti sulle i».
«Capisco quel che dice Lombardi, perché sappiamo di alcune Commissioni che non organizzano nemmeno assemblee sebbene siano tenute a farlo secondo regolamento – premette Castelli –. Noi invece siamo molto attivi, e come noi anche altre Commissioni. Per questo, senza voler fare polemica, vorremmo fare delle precisazioni». Le precisazioni in questione riguardano in particolare alcune iniziative partite da Sonvico e all’apparenza senza riscontri concreti da Palazzo civico. «Noi amiamo molto il nostro paese e siamo partiti entusiasti e convinti del nostro ruolo, ma poi se non trovi riscontri perdi la motivazione». Quali sono le questioni in sospeso?
Una, la prima, è relativa alla salvaguardia del nucleo di Sonvico. «Ci sono stati segnalati dei lavori a un edificio protetto locale – spiega Castelli –, autorizzati per via di un tetto pericolante. I nuclei di Sonvico e Dino sono inseriti nell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere Isos, una tutela confermata a livello comunale nel vincolante Piano particolareggiato dei nuclei avviato oltre vent’anni fa dall’allora Municipio di Sonvico (quando Castelli era municipale, seconda parte degli anni Novanta, ndr). Si tratta di un edificio di interesse storico, artistico e ambientale. A noi risultava che non fosse stato fatto accenno a questo aspetto nell’autorizzazione dei lavori e abbiamo dunque scritto al dicastero Edilizia privata per chiedere spiegazioni, ma ci è stato semplicemente risposto che da un sopralluogo quel che era stato realizzato corrispondeva a quel che era stato approvato. Noi però avevamo chiesto se fosse stato segnalato all’impresario che si trattava di un edificio protetto... Dal 23 febbraio 2021 (ossia quando la Commissione ha scritto l’ultima volta al Municipio, ndr) non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Che conclusione dobbiamo trarne? Che per loro contiamo come il due di picche e nel frattempo alcuni interventi sono terminati».
Altra questione, altra delusione. «L’Unione filarmonica di Sonvico ha una lunga tradizione (oltre centotrent’anni, ndr), ma purtroppo non ha una sede. Per le sue prove si ritrova nell’ex sala del Consiglio comunale, ma non è l’unico ente a farlo e sarebbe necessaria una soluzione più confacente». Quest’ultima era stata individuata nell’edificio ‘ar Laghett’, di fianco al vecchio bacino dell’Azienda elettrica di Massagno (Aem). «Con l’ex direttore dell’Aem Paolo Rossi avevamo trovato un’intesa che prevedeva di insediare lì la Filarmonica a un prezzo annuale simbolico. Si sarebbe potuta fare una casa per le associazioni e per le feste, come il Carnevale. L’Aem ha pure scritto al Municipio, ma non si è mosso nulla. L’anno dopo, nel novembre del 2021, come Commissione abbiamo organizzato una castagnata e abbiamo fatto un sopralluogo al bacino con due municipali che ci hanno detto che l’idea era bella, ma che per mandarla avanti bisognava inviare uno scritto. Il giorno dopo abbiamo inviato la stessa lettera spedita un anno prima (ride, ndr). E da allora non si è mosso niente. Nel frattempo è pure cambiato il direttore dell’Aem che ha legittimamente altre visioni rispetto al predecessore. Intanto, noi abbiamo perso un’occasione d’oro. Peccato...».
Il presidente ricorda poi un terzo recente esempio che ha lasciato l’amaro in bocca alla Commissione. «Nel maggio del 2021 abbiamo ricorso contro le varianti di adeguamento del Piano regolatore di Sonvico (il Municipio ha voluto stralciare il vincolo di destinazione di un terreno a discarica per materiali edili e di scavo a Dino, mai realizzata, riattribuendo l’area a zona agricola e boschiva, ndr). Il Municipio ha dichiarato irricevibile il nostro scritto, in quanto siamo una Commissione, dunque un organo consultivo. Legalmente possono anche aver ragione – osserva Castelli –, ma non siamo nemmeno stati contattati per discutere delle nostre ragioni e di eventuali correttivi. Poi si parla di coinvolgimento...».
Castelli ammette che dall’aggregazione nel 2013 la Città ha comunque fatto molto per l’ex comune. «Sì, hanno investito tanto, stanno concludendo la nuova scuola dell’infanzia con la mensa scolastica, le sottostrutture con la pavimentazione pregiata del nucleo. Ma anche noi riteniamo di essere molto attivi, e collaborativi. Anche in ambito di PDCom. Abbiamo organizzato la passeggiata della nostra costellazione e abbiamo interagito con i progettisti. È vero, la Città ha organizzato la serata con i presidenti delle Commissioni di quartiere e io effettivamente non sono andato. Ma per protesta: quando vedi che determinate iniziative non vanno in porto, ci si scoraggia. Ed è un ragionamento che forse hanno fatto anche altri. Il coinvolgimento non deve essere solo sulla carta, ma effettivo. Come non bisogna fare di tutta l’erba un fascio per le Commissioni, allo stesso modo possiamo dire che alcuni municipali tirano in porta e fanno anche gol mentre altri invece non tirano mai in porta e non possono fare gol».