Il presidente liberale radicale torna sull’imposta di circolazione e sul Decreto presentato ieri dal governo: ‘Serve uscire da questo pasticcio’
Quello della nuova imposta di circolazione «si conferma un pasticcio, conseguenza di una proposta che si mostra ancora fragile». Partendo da questa considerazione, il presidente del Plr Alessandro Speziali raggiunto da ‘laRegione’ apre una nuova via che si potrebbe percorrere a livello di Gran Consiglio: «Sarebbe molto più semplice una formula che sancisca, per tutti, una riduzione del 10% di questa imposta. Una riduzione che porterebbe un guadagno per ogni automobilista, senza perderci nella giungla di stime, formule e coefficienti».
Ciò detto, «è importante avere qualcosa di pronto già per il 2023, il potere d’acquisto è un problema attualissimo». Perché, ricorda Speziali, «nel lunghissimo e a tratti grottesco dibattito che si è avuto per settimane nella Commissione della gestione noi abbiamo sempre rimarcato come questa imposta dovesse scendere, però con criterio e solidità». E quindi, «se la proposta del Consiglio di Stato ufficializzata ieri permette di abbassare diffusamente l’imposta di circolazione, senza boomerang o brutte sorprese, da parte nostra la porta è aperta».
Quanto deciso dal governo e inserito in un Decreto legislativo urgente, lo ricordiamo, prevede la differenziazione della formula per il calcolo dell’imposta in base al ciclo di omologazione, ‘condonando’ un importo maggiore di CO2 emessa alle auto immatricolate più recentemente. Differenziazione che, però, per l’anno prossimo comporterebbe una diminuzione del gettito di altri 7,7 milioni rispetto a quanto approvato in votazione popolare. Da qui l’idea del Consiglio di Stato di applicare un coefficiente di moltiplicazione del gettito, che (ri)porterebbe la stima delle entrate a 87,5 milioni. Gli iniziativisti hanno già detto che non se ne parla, anche se il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi ha già ricordato che si tratta comunque di 20 milioni di franchi in meno rispetto ai 106,1 incassati oggi dal Cantone.
«Ribadisco, è la dimostrazione del pasticcio nel quale siamo finiti» riprende Speziali. Che, ad ogni modo, sibillino ma fino a un certo punto, sottolinea come «già durante il dibattito pre-votazione si era capito, grazie a noi e alle associazioni di categoria, che qualcosa non quadrava e che si rischiava un boomerang per molti conducenti che non si sarebbero visti abbassare l’imposta. Proprio per questo – afferma ancora il presidente liberale radicale – c’era un ampio accordo sulla necessità di aggiustare la formula, necessità segnalata anche dal governo».
Quella sul nuovo calcolo è «una telenovela» per Speziali, e la spiegazione «sta nel fatto che solo il 35% degli aventi diritto ha votato, malgrado il Ticino sia un cantone di automobilisti, e il tema interessi davvero tutti. Il problema però è che la confusione non si dirada, e se si votasse questa domenica sono convinto che voterebbero ancora meno persone… e la cosa è abbastanza sconcertante. Non è una bella vetrina per la politica, che dovrebbe mostrarsi affidabile, soprattutto in momenti come quelli che stiamo vivendo».