laR+ Musica

Un blues per gli amici di Giorgio Meuwly

Tra inediti e standard, ‘Blues For Los Amigos’ è il terzo album della Smum Big Band, e insieme un sunto di cinquant’anni di musica

Meuwly & friends
17 ottobre 2022
|

Non è amore incondizionato, ma è comunque un blues dedicato agli amici, veri o presunti tali. «Anche i mezzi traditori, quelli ‘a orecchio’. Il blues è per loro. L’inno, l’incitamento, invece, è per gli amici del cuore». Giorgio Meuwly descrive così ‘Blues For Los Amigos’, il brano che dà il titolo al terzo album nella storia della Smum Big Band, ensemble della Scuola di musica moderna di Lugano, sette composizioni originali delle quali è autore, arrangiate da Gabriele Comeglio. In più, tre standard del jazz di cui due rielaborati dallo stesso Meuwly (‘Scrapple From The Apple’ e ‘Air Mail Special’) e uno ulteriore del Fats Waller versione solista (‘Sweet Lorraine’).

‘Blues For Los Amigos’ è un sunto della creatività di Meuwly, indicativamente dal 1973 a oggi, brani già pubblicati o eseguiti in altre forme, tributi ai grandi dello strumento e resoconti di esperienze di vita. Come ‘Long Chassis’, il cui spunto risale al 1972, completato non prima del 1979: «Il titolo viene da una vicenda che riguarda un amico architetto, uno importante, che era anche un viveur. Ci frequentavamo negli anni 80, noi avevamo poco più di trent’anni, lui ne aveva già cinquanta; compariva alle tre del mattino al night club del Kursaal, aveva un’amante che era alta un metro e ottanta che chiamava ‘Long chassis’».

‘Blues For Los Amigos’ esce dallo Studio 2 della Rsi, dov’è stato registrato dal 13 al 15 maggio di quest’anno, mixato in luglio, affidato al gusto di Lara Persia e Gabriele Kamm. Oltre alle composizioni, spicca la direzione musicale di Gabriele Comeglio, «uno che ha la mano felice», sottolinea il chitarrista, «assai musicale. Ama il jazz, è un purista». Questa, per inciso (e per esteso) è la Smum di ‘Blues For Los Amigos’: Olmo Antezana, Piero Canino, Pierluigi Altea, Giovanna Carroccetto i sax (con Comeglio); Emilio Soana, Alessio Canino, Lorenzo Medici, Michele Giambonini, Chie Yasui e Silvio Pontiggia le trombe; Danilo Moccia, Francesco Negrisolo, Enrico Del Prato, marco Gadda e Alessio Nava i tromboni; Mario Rusca e Lorenzo Erra al pianoforte; il contrabbasso è di Marco Conti, i batteristi sono Guido Parini, Rocco Lombardi e Tony Arco.

And friends

La chitarra è di Meuwly e gli special guest sono di tutto rispetto: Franco Ambrosetti in ‘The Teachers’ – omaggio alla professione e agli insegnanti dell’autore – e, nello stesso brano, lo statunitense Bob Mintzer, sassofonista, clarinettista, compositore e arrangiatore dalla trentennale militanza negli Yellowjackets. «Mintzer venne a suonare a Estival e noi lo ospitammo a scuola per un seminario, che gli piacque molto. Il contatto viene da lì». In ‘Air Mail Special’, una delle orchestrazioni di Meuwly, c’è Scott Hamilton, altro grande del sassofono. Nella bella ‘Days Like This’ invece (il nostro momento preferito dell’album), brilla uno splendido solo di Antonio Faraò: «Ci conosciamo dagli anni 80, è uno dei migliori pianisti italiani, e forse l’Italia non gli ha mai dato l’importanza che merita. Antonio ha ricevuto i comlimenti da Herbie Hancock, che non regala complimenti a nessuno». Meuwly arrangia anche ‘Scrapple From The Apple’, standard scritto da Charlie Parker nel 1947, che è non di meno standard della Smum Big Band: «Altro non è che l’esame finale di arrangiamento alla Jazz School di Berna nel 1979, per il quale presi 6. L’ho conservato e lo usiamo ancora oggi come sigla d’apertura».

Berna apre a un ricordo di Axel Youngblood, insegnante di arrangiamento di Meuwly alla Jazz School: «Maneggiava la ‘pasta’ musicale come noi mangiamo gli spaghetti. Prima di morire mi aveva chiesto di venire in Ticino per suonare con me, "mi piace come suoni, vengo lì in vacanza". Non l’ho richiamato e me ne pento ancora». Youngblood ha a che fare con questo disco per ‘Sweet Lorraine’, quale autore della trascrizione di un’elaborazione di Fatz Waller di quel brano popolare, che chiude il disco. «Axel la creò al pianoforte, io l’ho trasportata aggiungendo un paio di cose mie, ma è lì tale e quale».


La copertina