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Le ‘Scritture’ di Valentina Grignoli

Unica ticinese tra gli allievi della scuola di drammaturgia itinerante diretta da Lucia Calamaro. Sabato a Mestre porta in scena la sua ‘creatura’

Giorni di Sardegna
(Sardegna Teatro)
21 settembre 2022
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Ha dimestichezza col palcoscenico, con la propria voce alla radio e pure con le interviste, a patto che le interviste le faccia lei. Per questa volta Valentina Grignoli sta dall’altra parte del microfono, quale allieva di ‘Scritture’, scuola di drammaturgia diretta da Lucia Calamaro, regista, attrice, docente e, appunto, drammaturga italiana. Dallo scorso aprile fino allo scorso settembre, Calamaro – tre Premi Ubu (l’Oscar del Teatro in Italia) per ‘L’origine del mondo’ – ha accompagnato dodici allievi nella stesura di un testo teatrale inedito. Undici di queste drammaturgie, in forma di mise en espace, vengono ora presentate al pubblico di Venezia e Mestre.

Andando per ordine. Presidente di Giuria del rinomato Premio Riccione, due anni fa Lucia Calamaro ha creato ‘Scritture’, scuola di drammaturgia itinerante che mette in rete sei istituzioni teatrali con lo scopo di formare gli autori di domani. Sei istituzioni di cui una svizzera, il Lac. «Ho partecipato senza crederci – racconta Grignoli – anche solo per mettermi alla prova, o semplicemente perché mi piace scrivere per il teatro, ma non ho mai fatto leggere quasi nulla. Amo il lavoro di Lucia Calamaro e mi sono detta: "Male che vada avrà letto qualcosa di me"». Questo era lo spirito al momento di compilare il bando; «al settimo cielo» è l’umore registrato una volta ricevuta conferma di essere tra i prescelti, undici italiani e una ticinese, da aprile a settembre in giro per l’Italia: Teatro Bellini di Napoli, Teatro Stabile di Bolzano, poi il Teatro di Sardegna all’Argentiera e, prima di Riccione Teatro e Venezia, il Lac in giugno. A Bolzano, col seminario tenuto da Graziano Graziani di Radio 3 Rai, la stesura degli inediti ha lasciato il posto alla filosofia, alla sociologia e alla letteratura in rapporto al mondo circostante, visto che il mondo circostante era il tema dell’anno.

Intermediari

«‘Scritture’ è un percorso lungo il quale Calamaro ti accompagna affinché il tuo testo abbia tutti i requisiti per essere portato in scena», spiega Valentina. «I nostri progetti sono stati rivisti, rivoltati come calzini, cambiati in corso d’opera, anche completamente». E questo perché «un conto è scrivere un testo per un lettore, cosa che faccio anche come giornalista, altro è scrivere un testo che possa andare in scena, passando attraverso più intermediari, l’attore, il pubblico. La cosa bella della formazione è stata proprio quella di capire cosa funziona e cosa meno in ottica di palcoscenico, in un interessante lavoro di scrittura con al fianco una persona di spessore che per ogni argomento portava una conoscenza, una bibliografia, confrontati continuamente con il suo giudizio e con quello degli altri». E poi «la maggior parte dei partecipanti al corso sono attori professionisti, anche molto bravi, il bello è stato anche scrivere cose che il giorno dopo sarebbero state messe in scena da loro, per discuterne la funzionalità».

‘Gli altri’ sono Alessandro Paschitto, Denise Diaz, Stefano Ferrara, Andrea Bizzarri, Paola Rota, Alberto Fumagalli, Andrea Maffei, Tommaso Lombardo, Jacopo Panizza e Caterina Guzzanti. «Tra noi regnava uno spirito bellissimo di ascolto, di aiuto reciproco, dati dal trovarci tutti sulla stessa barca, timorosi quanto basta vista la vetrina importante, perché a Venezia e Mestre tutti i direttori artistici dei teatri coinvolti verranno a vederci». È timorosa anche gente navigata? «Sì, perché questi testi parlano del mondo ma anche molto di noi, per cui puoi anche essere navigatissimo ma se ti ritrovi a mettere in scena qualcosa di te, non puoi non chiederti come verrai recepito, se sarai capito». Nessuno porta in scena i propri cavalli di battaglia, dunque: «No, non si può, i cavalli di battaglia sono stati subito riconosciuti e smantellati all’entrata».

Avanti veloce, poi indietro tutta

La ‘Scrittura’ che Valentina porta in scena, la sua mise en espace, s’intitola ‘ffwd/rew’. «La difficoltà principale, come detto, era riuscire a far funzionare uno scritto per la scena, assicurarsi che non fosse troppo letterario e narrativo. E in ‘ffwd/rew’ è dal narrativo che parto, per inserire poi espedienti scenici». Ovvero: chi è sul palco parla del mondo circostante, dell’attualità, anche quella più cruda, cercando di comprendere, giustificare, capire. È il ffwd, da ‘fast forward’, l’avanti veloce. E poi arriva il ‘rew’, il rewind, l’indietro tutta, e «la scena se la prende l’autrice per raccontare ciò che sta dietro quel che è stato detto, spiegando cosa prova veramente un’autrice quando scrive queste cose, svelando pensieri molto più primitivi, di pancia, nei quali, con dolore, possiamo ritrovarci». Pensieri, per dirla con dolcezza, «non politically-correct».

Più facile a vedersi che a dirsi, ‘ffwd/rew’ è ora «il potenziale trailer di un lavoro che potrebbe includere più attori, una scenografia, la musica», conclude l’autrice. «Potrebbe prendere altre direzioni, potrei riscriverlo in modo più organico, potrebbe pure diventare un romanzo. Ma è un punto di partenza e sono felice di essere arrivata fin qui». Sabato 24 settembre ‘ffwd/rew’ va in scena al Teatro del Parco di Mestre: «L’ho appena riletto e mi sono detta che potevo dare l’intervista…» (ride, ndr). Dunque, anche se è diverso da com’era in principio, lo ami ugualmente? «Come un figlio, partorito dopo tutte le fatiche del mondo, una sofferenza bellissima, come ogni lavoro che contempli la creazione».


Lac
Giorni di lago (al centro, Lucia Calamaro)