Mendrisiotto

‘Più strade? Più traffico’. Stavolta il Distretto non ci sta

Voci dalla manifestazione dei 700 a Melano per mettersi di traverso al potenziamento dell’A2 tra Lugano e Mendrisio

Stavolta si è alzata la voce
(Ti-Press/D. Agosta)
18 settembre 2022
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C’è un record del quale il Mendrisiotto (e soprattutto la sua gente) farebbe volentieri a meno: essere la regione più inquinata della Svizzera. Qualcuno ci ha tenuto a rammentarlo (in primis alla politica dalla memoria corta) scrivendolo su una sorta di stendardo steso sul limitare del grande prato di Melano. Non è difficile capire per quale motivo a molti da queste parti (anzi nel Distretto) sia rimasto sullo stomaco PoLuMe, il progetto firmato Ustra (Ufficio federale delle strade) e determinato a potenziare il tratto autostradale tra Lugano nord e Mendrisio. Di ragioni per allontanare anche solo l’idea ce ne sono per una lista intera. Lo hanno gridato forte e chiaro, sabato, i circa 700 manifestanti (questa la stima degli organizzatori) che si sono incamminati da Maroggia e Capolago verso lo spiazzo verde tra A2 e strada cantonale. Perché è giunto il tempo di «essere presi sul serio».

Quella offerta in questo lembo meridionale del Ticino (come ai quattro angoli della Svizzera) è, del resto, la dimostrazione pratica che oggi sono in tanti a dire ‘no’ all’ampliamento delle strade nazionali. Quindi pure a una terza corsia dinamica-panacea al male delle colonne di traffico alla quale nessuno (o quasi) crede. Non ne vogliono sentire parlare le tre piccole cittadine che issano con orgoglio i loro cartelli, dove hanno inciso ‘Viva la natura, abbasso PoLuMe’. Non si lascia illudere una signora, radici momò, arrivata fin da Bellinzona, dove oggi vive, per essere solidale con il Mendrisiotto e dare manforte a chi proprio di altre strade non ne vuole sentir parlare. «È dalle battaglie contro il nucleare che scendo in piazza», racconta. Il punto, fa capire, è che gli anni passano ma i motivi per lottare restano. Lo sanno bene proprio a Melano, come ricorda Simona Fumagalli del Comitato ‘No alla terza corsia tra Lugano e Mendrisio’, sin dai tempi dal quartiere Lenaccio (dove oggi passa il viadotto).

Da Sos Mendrisiotto ambiente a Melano

Chissà cosa ne penserebbero le attiviste storiche (nonché chiassesi) di Sos Mendrisiotto ambiente che, con spirito pionieristico, negli anni Ottanta hanno denunciato (anche con azioni eclatanti) i guasti di vivere a ridosso di un’autostrada. Grazia Bianchi, coordinatrice (con Ivo Durisch) dei ‘Cittadini per il territorio’, un’idea ce l’ha. «Le lotte di Sos sono state tante, alcune battaglie sono state vinte, per ritrovarci ora a combattere contro un progetto insensato e vecchio – ribadisce con convinzione dal palco dei relatori –. Per chi si è battuto e si batte oggi, per chi ha a cuore la qualità di vita della popolazione e si impegna per la salvaguardia del nostro territorio quanto proposto è inaccettabile».

‘È sempre una questione economica’

Poco distante, sotto quello stesso palco, incrociamo un’altra persona che di lotte ambientaliste ne sa qualcosa, Werner Herger, già segretario di Ata, l’Associazione traffico e ambiente. Nonostante mille battaglie, ci si ritrova di nuovo a protestare contro un ulteriore potenziamento delle strade come con i mulini a vento. «Non sono il primo a dire che più strade è uguale a più traffico – ci fa notare –. Eppure è da quando sono nato, e già da prima, che si costruiscono strade. Le colonne sono sparite? No». Come mai si persevera su questa via?, gli chiediamo di rimando. «Per denaro», ci risponde secco. È solo una questione economica? «Penso che dietro ci siano dei grossi interessi economici. In gioco ci sono pur sempre quasi 2 miliardi di investimenti».

Questa volta si uscirà da questa logica? «In questa occasione mi sembra di aver sentito che c’è più opposizione e non solo a livello di ambientalisti ma anche della popolazione locale, che ne ha abbastanza – commenta fiducioso Herger –. Poi è positivo che questo movimento abbia una connotazione nazionale, perché anche altrove comincia a pesare questa situazione. E allora cerchiamo delle alternative. Se nel Sottoceneri realizzano la terza corsia, tra dieci anni si ritroveranno in colonna tale e quale come adesso».

‘Gente e politici sono stufi’

Durisch, dal canto suo, ne è sicuro, «non ci lasciamo comprare con le ricadute economiche dei lavori, che finiscono nelle tasche di poche imprese del cemento». Sarà che mai come stavolta l’opposizione a un progetto è trasversale alla politica – in campo non vi è solo l’area della Sinistra, fino al Pc di Niki Paltenghi, e degli ecologisti, ma anche Plr ed esponenti del Ppd in disaccordo con la linea del partito (come la vicesindaca di Mendrisio Francesca Luisoni) –, e alla società civile e vede schierati Municipi e deputati (qui come a Berna). La dice lunga la presenza a Melano di più di un municipale della Città di Mendrisio. «L’esecutivo di Mendrisio ha espresso formalmente una visione molto critica sul progetto così come è stato presentato – ci conferma Samuel Maffi –. Credo che andando a fare un sondaggio sulle opinioni personali dei singoli municipali, anche se non c’è una risoluzione formale dell’intero Municipio su un ‘no’ alla terza corsia, potremmo raggiungere una buona maggioranza di contrari a questo progetto».

Un simile fronte contrario avrà un effetto? «Speriamo, perché qui parliamo di cittadini comuni, vedo persone che appartengono ai movimenti, ai diversi partiti, qui non è un discorso di area ma di salvaguardia del nostro territorio. La gente è stufa, e anche i politici sono stufi di certi atteggiamenti che arrivano da Berna, ma in questo caso anche un po’ da Bellinzona», va dritto al punto Maffi.

Il Distretto ha degli alleati a Berna

Nel ‘cuore’ della Confederazione, però, il Distretto stavolta sa di avere degli alleati, che sabato hanno dimostrato fisicamente il loro supporto. «Parte del Ticino a Berna è contro potenziamenti autostradali, e si farà sentire – assicura Marina Carobbio, consigliera agli Stati –. Non dobbiamo darci per vinti». Anche perché non è finita qui. «Dovremo prepararci – fa sapere il consigliere nazionale Bruno Storni, dando voce anche ad Ata –, a nuove azioni. Soprattutto dopo che il messaggio e credito allarga-autostrade passerà nelle Commissioni e alle Camere, dove, dubito, che avremo i numeri per fermarlo. Stiamo valutando – annuncia – due opzioni: la prima è il lancio di una iniziativa popolare per una moratoria sull’aumento della capacità delle strade nazionali, la seconda e più probabile è il lancio di un referendum sui 4 miliardi di franchi che saranno stanziati per i primi cinque progetti in cantiere dal 2024». Agli occhi della collega Greta Gysin, che ha preso la parola per l’Iniziativa delle Alpi, è «ora di abbattere la vacca sacra della mobilità e cominciare finalmente a fare qualcosa anche in questo ambito, per riuscire davvero a ridurre le emissioni inquinanti e realizzare ciò che avremmo dovuto fare da trent’anni a questa parte». Più chiaro di così.

I giovani non ci stanno

Una cosa è certa, i giovani di movimenti e politica non hanno intenzione di lasciarla passare liscia a un certo modo di vedere la soluzione dei problemi. Provate a parlare di terza corsia dinamica a Tessa Viglezio (Sciopero per il clima), Jacopo Scacchi (Giovani Verdi) o Siro Parini (Gioventù socialista). Sin qui, chiariscono, ai piani alti si è dimostrata poca lungimiranza, ma il Mendrisiotto non è «né un parcheggio per camion, né un territorio sacrificabile ai progetti obsoleti dell’Ustra». Altro che riempirsi la bocca che presto le auto saranno tutte elettriche. A fronte di una regione che «da troppo tempo soffre per traffico, inquinamento e cementificazione», sapere di poter contare sulle nuove leve e avere un tale seguito è confortante, come osservano Rolando Bardelli (Verdi) e Claudia Crivelli Barella (AlternativA-Mendrisio).

D’altro canto, anche Ustra sa bene quali effetti negativi potrà avere un potenziamento autostradale: «Basta cercare tra le righe del suo rapporto esplicativo», svela il presidente della Stan (Società ticinese per l’arte e la natura) Tiziano Fontana. Insomma, per dirla con il presidente del Plr di Mendrisio Giovanni Poloni, «Simonetta Sommaruga ascoltaci».