Il poliziotto a cui è stato prospettato il licenziamento per presunti atti di esibizionismo contesta l’inchiesta. I suoi colleghi scrivono al Municipio
L’agente della Polizia comunale di Locarno a rischio licenziamento a causa di presunti atti di esibizionismo non ci sta. Nei giorni scorsi, attraverso il suo avvocato, si è infatti opposto alle misure che gli sono state prospettate (che appunto arrivano fino all’interruzione del rapporto di lavoro) e ha presentato per iscritto al Municipio le proprie osservazioni in merito all’inchiesta che lo coinvolge, definita arbitraria e di cui ne contesta dettagliatamente premesse, modalità e conclusioni.
Tra le novità, emerge pure un appello a sostegno dell’agente a rischio licenziamento firmato da una quarantina di suoi colleghi e inviato al sindaco Alain Scherrer e al resto del Municipio cittadino. Una missiva che verosimilmente è già finita tra gli atti dell’inchiesta amministrativa sulla stessa Polcomunale locarnese, condotta dall’ex procuratore Marco Bertoli.
Una procedura quest’ultima che lo ricordiamo era stata commissionata dallo stesso Esecutivo per far luce su un presunto malcontento all’interno del Corpo di Polizia, manifestatosi – come sottolineato lo scorso febbraio da un’interrogazione interpartitica a 22 firme – anche con la partenza di diversi agenti (si parlava di 12) in poco tempo. Cifre in seguito ridimensionate dal capodicastero sicurezza Pierluigi Zanchi, ma che hanno comunque portato all’apertura della citata inchiesta amministrativa affidata all’avvocato Bertoli. Quest’ultimo lo scorso giugno ha presentato un rapporto intermedio al sindaco Scherrer e colleghi che, dopo averlo esaminato, hanno proceduto a una serie di audizioni e incontri con gli agenti e con il comandante Dimitri Bossalini, in seguito ai quali si è deciso di far proseguire – estendendolo – il lavoro di Bertoli.
E proprio dalle testimonianze raccolte dall’ex procuratore, sono emersi i fatti contestati all’agente ora a rischio licenziamento, il quale avrebbe commesso, mentre era in servizio, presunti atti di esibizionismo davanti ai propri colleghi e in particolare nei confronti di una (ora) ex collega. Un agire nel quale non sono stati riscontrati elementi di rilevanza penale, ma ritenuto tuttavia inopportuno considerata anche la sua funzione. Da sottolineare inoltre come l’uomo non sia stato sospeso, in quanto la misura è stata ritenuta non proporzionale dal Municipio, che attendeva tra l’altro una presa di posizione dell’interessato. Osservazioni infine arrivate e attraverso le quali l’agente respinge le accuse, opponendosi al prospettato licenziamento.
Le spiegazioni del poliziotto non sono però l’unica raccomandata arrivata recentemente a Palazzo Marcacci, visto che pochi giorni fa a sindaco e colleghi è stata recapitata pure una lettera spontanea, redatta e firmata da ben 38 agenti (in totale sono poco più di una quarantina) della Polcomunale locarnese, nella quale in sostanza si esprime sostegno e massima stima nei confronti del collega a rischio licenziamento, sottolineandone le qualità sia a livello professionale, sia umano.
Il contenuto dettagliato della missiva, per ora, resta confidenziale. Tuttavia, da nostre fonti, risulta che i firmatari, oltre a invitare l’Esecutivo cittadino a sentire tutti i colleghi dell’agente sotto "accusa" – non tutti sarebbero stati interpellati, creando in taluni la sensazione di non venir presi in considerazione –, chiedono di rivedere la decisione presa nei suoi confronti, in particolare la prospettata interruzione del rapporto di lavoro.
Nella lettera gli agenti domandano infine chiarimenti sullo stato dell’inchiesta amministrativa in corso, che era stata prospettata loro dal sindaco e dal segretario comunale già in occasione del rapporto di Corpo del gennaio 2022 ma che, secondo i firmatari, si è nel frattempo tramutata in un accanimento nei confronti di una persona specifica.