Nei rapporti commissionali grosse resistenze riguardo alla convenzione di collaborazione fra i Comuni confinanti, per altro già attiva da inizio ’22
Sembrano non aver risparmiato nemmeno la locale Sezione antidroga, i grattacapi in seno alla Polcom di Locarno che hanno portato all’audit esterno commissionato dal Municipio per radiografare passato e presente del Corpo, e dal quale è scaturito anche il prospettato licenziamento di un agente, come riportato ieri su queste pagine. L’Antidroga è infatti a sua volta finita al centro di polemiche. Circa un anno e mezzo fa, questi rapporti conflittuali sarebbero sfociati in partenze di agenti (il prepensionamento del responsabile e il trasferimento di un subalterno).
Intanto, a proposito dell’agente cui è stato prospettato il licenziamento, il suo patrocinatore, avvocato Federico Forni, segnala che «la procedura scaturita dalla pseudo-inchiesta summenzionata – le cui premesse, modalità e conclusioni sono contestate e dovranno essere esaminate nelle opportune sedi – è ancora in corso. Il termine assegnato alla persona interessata per presentare le proprie osservazioni non è ancora scaduto e, in ogni caso, è esclusa qualunque rilevanza penale dei presunti, contestati comportamenti in questione. Si chiede dunque di voler rispettare l’iter procedurale e giudiziario previsto dalla legge». E ancora: «L’interessato prenderà dettagliatamente posizione nelle osservazioni che verranno inoltrate al Municipio di Locarno».
Da un fronte all’altro, ieri ha preso nuovamente posizione Marco Pellegrini, presidente del Ppd cittadino: «I no comment del Municipio sull’accaduto non bastano più! L’opinione pubblica ha il diritto di essere informata su ciò che sta accadendo in seno al Corpo di polizia. L’ho già detto e ripetuto più volte: fino al termine delle verifiche il Dicastero sicurezza deve passare nelle mani del sindaco, ad interim. Hanno il diritto di essere aggiornati sui fatti anche gli stessi agenti, se vogliamo che la Polcomunale al suo interno ritrovi un ambiente di lavoro sereno e credibilità al cospetto dei cittadini. L’assenza di vicinanza e supporto ai dipendenti non è corretta e rende difficile ricompattare un’istituzione così importante per la città e la regione tutta».
Poi c’è l’onda lunga, che si estende fino a Muralto e alla convenzione di collaborazione sottoposta dal Municipio al Consiglio comunale. Ebbene, secondo la maggioranza della Gestione la convenzione non chiarisce troppi punti importanti, e c’è l’ombra, ingombrante, proprio dell’audit esterno di cui sopra. Pertanto, il messaggio, nella seduta del 5 settembre, dovrà essere respinto. Sostanzialmente, la convenzione in esame prevede che la Polcomunale di Locarno eserciti le sue competenze anche a Muralto. Ciò, dopo che il Corpo della Polcom ha formalmente cessato di esistere a fine 2021, dando il via a una collaborazione che dovrebbe ora venire formalizzata.
Secondo la maggioranza della Gestione muraltese, il periodo di prova ha messo in evidenza "mancanze di servizio constatate sul territorio comunale e rimarcate anche dalla popolazione in relazione a quanto precedentemente in essere". La convenzione in sé, inoltre, "non chiarisce ruoli, operazioni e compiti del Corpo di polizia sul territorio di Muralto in relazione ai costi pro-capite; ai mandati in catalogo di prestazioni e i relativi costi; ai servizi offerti in relazione al costo delle prestazioni; alla proprietà del materiale e delle installazioni finora del Comune di Muralto; all’attribuzione dei costi di manutenzione; e alla ripartizione dei costi del personale; soprattutto, non dà certezze sul potere decisionale che il Comune di Muralto riveste in seno alla gestione del personale".
A "sanare l’inaccettabile situazione generata" è invece l’invito della minoranza gestionale, che lamenta il voto su una convenzione di fatto già introdotta e avviata senza l’approvazione del legislativo, propone il rinvio del messaggio stesso e chiede al Municipio di presentare al Consiglio comunale, "con la clausola d’urgenza", una convenzione "a carattere strettamente transitorio". Essa è considerata necessaria "per porre immediato rimedio sia alla mancanza di una corretta base giuridica che regoli l’operatività della polizia, sia per avere la giusta base per la ripartizione dei costi generati a partire dal 1° gennaio 2022". All’esecutivo, la minoranza chiede inoltre che "solo a conclusione dell’inchiesta amministrativa in corso (a Locarno, ndr.) venga sottoposto al Consiglio comunale un messaggio municipale debitamente strutturato e comprendente l’analisi della situazione attuale, intesa prima dell’attuazione forzata della convenzione, del Corpo di polizia, avendo cura di evidenziare gli aspetti di mancato corretto funzionamento, i motivi e quindi le concrete necessità di una fusione con un altro Corpo di polizia; l’analisi comparativa che ha portato alla decisione di sottoporre al Consiglio comunale la convenzione con la Polizia di Locarno; e l’analisi strutturata e comparativa del vantaggio finanziario che viene ottenuto non solo rispetto all’attuale situazione, ma in particolar modo rispetto alla collaborazione con altri Corpi di polizia". Per la minoranza, infine, "il nuovo messaggio deve presentare una convenzione che ottemperi fra l’altro, oltre a quanto già riportato, a una politica di governance più equa, a un’integrazione dei nostri agenti comunali a difesa della loro classe salariale e carriera professionale pianificata, nonché a tutte quelle criticità presentate nei rapporti di maggioranza sia della Gestione, sia delle Petizioni". Anch’esse, infatti, si sono espresse chiedendo di "non aderire al messaggio". Questo, "preso atto anche degli ultimi sviluppi, in particolare dell’apertura di un audit sulla Polizia di Locarno".