Bellinzonese

Scarsità di acqua, il Centro di Lumino critica l’ex Municipio

In tre interrogazioni i consiglieri comunali chiedono se vi sono perdite nelle condutture, sorgenti alternative e se l’approvvigionamento sarà garantito

Conseguenze dovute solo al lungo periodo di siccità?
(Ti-Press)
17 agosto 2022
|

A Lumino vi è un problema di scarsità d’acqua, a seguito del prolungato periodo di siccità. Di conseguenza il gruppo del Centro in Consiglio comunale si chiede perché vi è questa mancanza, «visto che nei paesi vicini non sembrano esserci particolari problemi», afferma a ‘laRegione’ la presidente sezionale Marianna Cavalli. Recentemente sono quindi state presentate tre interrogazioni nelle quali, in estrema sintesi, si chiede al Municipio se vi siano perdite nelle condutture pubbliche, sorgenti alternative da cui attingere e acqua potabile a sufficienza per tutti, visto l’aumento di popolazione e costruzioni registrati già da metà anni 2000.

Permesso innaffiare due giorni a settimana

Attualmente a Lumino sono in vigore misure di risparmio idrico diramate dall’Azienda acqua potabile del Comune. Comune che è stato suddiviso in due zone: in una la popolazione può innaffiare orti e giardini solamente il lunedì e il venerdì, mentre nell’altra solamente il mercoledì e il sabato. Inoltre, chi possiede una piscina deve seguire un programma cadenzato di riempimento stilato dalla Cancelleria. Sul relativo avviso, datato 8 giugno e ancora in vigore, si sottolinea che il mancato rispetto di queste disposizioni può comportare multe fino a 10mila franchi. In una delle tre interrogazioni il Centro chiede quindi al Municipio se finora vi sono state sanzioni e, nel caso, a quanto ammontano gli eventuali incassi. Domanda inoltre all’esecutivo se ha intenzione di attuare ulteriori misure "visto il perdurare della crisi idrica".

Nello stesso testo il gruppo del Centro in Consiglio comunale fa poi notare che dal 2005 al 2020 è stata registrata "una chiara crescita della popolazione". Presumendo che questa tendenza proseguirà, comportando anche la realizzazione di nuove costruzioni, chiede se sarà possibile continuare a fornire acqua potabile "senza alcun tipo di problematica".

I tempi per il pozzo di captazione si allungano

In realtà a Lumino è già prevista una misura per cercare di migliorare la situazione: nel 2019 l’allora Municipio (che nel frattempo ha cambiato quattro membri su cinque) ha presentato un messaggio concernente la richiesta di un credito di quasi 887mila franchi per la realizzazione di un pozzo di captazione di acqua potabile in zona Cappella Nuova. Messaggio, poi approvato dal legislativo, che prevedeva la messa in esercizio dell’impianto nel giugno del 2021, «quindi di responsabilità del precedente esecutivo», sottolinea Marianna Cavalli. Tuttavia, finora, il pozzo non è ancora in funzione e i tempi sembrerebbero allungarsi in modo importante anche a causa delle problematiche sorte in materia di sicurezza lungo i riali. In ogni caso, «l’attuale Municipio sta facendo il possibile per accelerare i tempi». Nell’interrogazione il Centro chiede dunque "quali sono i motivi che hanno impedito la realizzazione delle opere" ed "entro quando sarà funzionante il pozzo di captazione".

‘Incapacità progettuale’ del precedente esecutivo

Sempre in questo contesto, i consiglieri comunali del Centro ritengono che "essere arrivati con un messaggio per l’attuazione di un pozzo di captazione di acqua potabile soltanto nel 2019 evidenzia, rispetto alla chiara tendenza relativa alla popolazione, un grave ritardo nella capacità di programmazione (stimabile in almeno 15 anni)". Insomma, "lo spreco d’acqua va combattuto" ed è quindi "lecito chiedersi fino a che punto sia il cittadino a doversi sacrificare per incapacità progettuale di un esecutivo".

‘Ci sono altre fonti da collegare agli attuali acquedotti comunali?’

Stando al Centro, un’altra opzione per migliorare l’approvvigionamento "nel medio e lungo termine" sarebbe quello di approfittare di eventuali "sorgenti alternative a monte del nostro paese". Sorgenti alternative che "potrebbero aumentare la capacità dell’acqua disponibile per il Comune di Lumino ed essere allacciate direttamente agli acquedotti presenti sul nostro territorio", si legge in un’altra interrogazione presentata alcune settimane fa. Nel testo si chiede quindi al Municipio se "è al corrente di eventuali sorgenti alternative a monte del Comune" e se, nel caso, "sono state prese in considerazione misure" per collegarle "agli attuali acquedotti comunali". Nel caso, invece, in cui l’esecutivo non fosse al corrente di possibili sorgenti da sfruttare, il Centro domanda se "il Municipio intende chinarsi su questa possibilità di approvvigionamento e iniziare un processo di ricerca".

‘Perché nel Comune la situazione è peggiore rispetto ad altre zone vicine?’

In un’ultima interrogazione sul tema il gruppo del Centro evoca la problematica delle perdite delle condutture pubbliche. «In passato sono state rilevate perdite importanti che sono poi state sistemate», precisa Marianna Cavalli. Visto che attualmente la situazione sembra peggiore rispetto ad altre zone nelle vicinanze «ci chiediamo se sia la popolazione di Lumino a consumare molta acqua o se la scarsità di questa materia prima molto preziosa sia dovuta a nuove perdite». Nel testo il Centro chiede dunque quali interventi sono stati svolti nell’ultimo decennio e quale è lo stato attuale delle condutture. Infine, si chiede al Municipio di valutare l’affiliazione alla Società svizzera dell’industria del gas e delle acque (che offrirebbe diversi vantaggi, anche economici) e la collaborazione al progetto della Supsi AquaProTi, volto a "garantire una gestione più efficiente, un controllo delle perdite, un consumo idrico più sostenibile (e risparmi energetici) e una riduzione delle spese d’investimento e gestione".