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Acqua a Lumino: ‘Incapacità progettuale? No, lungimiranza’

Gli ex municipali Franco De Gottardi e Gian Paolo Pronzini rispediscono al mittente le critiche del Centro: ‘Impegno costante con risultati importanti’

‘La portata delle sorgenti è in costante diminuzione’
(Ti-Press)
26 agosto 2022
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La scarsità di acqua a Lumino «non è assolutamente dovuta a un’incapacità progettuale del precedente esecutivo. Anzi, negli ultimi 15 anni ci siamo sempre impegnati a fondo su questo tema, raggiungendo anche dei risultati importanti». Franco De Gottardi e Gian-Paolo Pronzini – entrambi ex municipali, in carica rispettivamente dal 2005 e dal 2008 fino al mese di aprile 2021 – rispediscono dunque al mittente le critiche espresse recentemente dal gruppo del Centro in Consiglio comunale, in tre interrogazioni presentate nelle scorse settimane sul tema. In una si parla infatti di "un grave ritardo nella capacità di programmazione", del precedente Municipio, come avevamo riferito lo scorso 18 agosto.

Pozzo di captazione: ‘Ora è compito dell’attuale esecutivo’

In particolare il Centro faceva notare che solo nel 2019 era stato presentato un messaggio per la realizzazione di un pozzo di captazione in zona Cappella Nuova, malgrado l’aumento della popolazione fosse già evidente da tempo. Pozzo che – stando al relativo messaggio – doveva entrare in funzione nel 2021, ma che nel frattempo non è ancora stato costruito. «Innanzitutto vi sono stati diversi altri messaggi municipali che riguardavano anche il pozzo già prima del 2019», precisa De Gottardi, ex capodicastero Edilizia pubblica, Ambiente e Trasporti. Ad esempio, «quando rifacevamo le strade, sostituivamo anche le condutture dell’acqua potabile, comprese quelle che collegano il pozzo all’acquedotto. Un lavoro importante e completato al 100%». Inoltre, una struttura simile deve trovarsi in una zona di protezione, dove non è possibile costruire o usare sostanze nocive: «Un iter simile richiede tempo, anche perché l’area tocca una parte della zona industriale». Insomma, «ora è compito dell’attuale Municipio portare avanti questo progetto lungimirante presentato dall’esecutivo precedente», sottolinea De Gottardi. L’ex municipale tiene anche a sottolineare che, a seguito dell’ampia zona di protezione, l’opera «permetterà di mantenere un importante spazio verde a beneficio delle generazioni future».

‘Potremo servire 4’500 abitanti’

La realizzazione del pozzo di captazione è inoltre il risultato del piano generale dell’acquedotto (Pga), «uno studio presentato nel 2013, ma che l’esecutivo aveva evidentemente commissionato già alcuni anni prima», rileva Pronzini, ex capodicastero Azienda comunale acqua potabile ed Edilizia privata. Uno studio che «ha fotografato la situazione idrica del Paese (verificando dettagliatamente lo stato di tutte le strutture, delle sorgenti, della rete di distribuzione e così via) e che è stato alla base di tutto il lavoro svolto dal Municipio negli ultimi anni». Il Pga ha infatti permesso di «quantificare a corto, medio e lungo termine gli investimenti necessari per garantire un approvvigionamento idrico ottimale». E uno di questi investimenti riguarda proprio il pozzo. «Dalle prove di pompaggio effettuate, è emerso che si possono estrarre 800 litri al minuto (ma anche di più) di acqua potabile. Assieme alle sorgenti potremo così soddisfare i bisogni di 4’500 abitanti, quando oggi sono poco meno di 1’700». Insomma, anche se la popolazione dovesse più che duplicare, in futuro dovrebbe esserci acqua per tutti.

Contatori e convenzioni hanno migliorato la situazione

Ma che l’acqua fosse fra le priorità dell’ex esecutivo lo dimostra anche il fatto che già nel 2007 la situazione relativa allo spreco «è nettamente migliorata – prosegue Pronzini – grazie all’introduzione dei contatori: prima si pagava una cifra fissa per rubinetto e questo comportava un uso eccessivo». A questo primo passo ne sono poi seguiti altri: «Oltre alla costante sensibilizzazione sull’uso parsimonioso di acqua, nel 2010 abbiamo stipulato una convenzione con il Comune di Arbedo-Castione per far sì che servisse la zona del Carrale di Bergamo e questo ha sgravato l’acquedotto di Lumino». Inoltre, «nel 2011 abbiamo partecipato alle spese per il rinnovo dell’acquedotto privato della capanna Brogoldone, sottoscrivendo una convenzione per ottenere l’esubero di acqua».

In passato sono poi anche state valutate altre opzioni per cercare di migliorare la situazione idrica del Comune: oltre ad aver valutato l’allacciamento ai pozzi di Gnosca (soluzione poi rivelatasi troppo onerosa), «tra il 2007 e il 2008, grazie a un credito votato a suo tempo dal Consiglio comunale, avevamo sondato una nuova sorgente emersa durante dei lavori», ricorda Pronzini. «Tuttavia, le analisi avevano mostrato che i quantitativi d’acqua non erano sufficienti per essere sfruttati». In altre parole il rapporto tra costi e benefici era negativo. E in quest’ambito, il Centro in una delle recenti interrogazioni chiedeva proprio se vi fossero sorgenti alternative sul territorio. La risposta sembrerebbe dunque essere sì, ma non sfruttabili. Altro tema sollevato dal Centro era quello delle perdite nelle condutture. Pronzini, a questo proposito, ricorda che «nel 2017 è stato stipulato un contratto con una ditta che sistematicamente le controlla quattro volte all’anno. In passato invece si interveniva puntualmente, quando c’erano dei problemi».

Fermento edilizio e surriscaldamento climatico: ‘Abbiamo deciso di agire’

Insomma, è una questione di «lungimiranza», evidenzia De Gottardi: «Con l’introduzione dei contatori, la situazione è migliorata a tal punto che potevamo anche accontentarci. Ma visto il fermento edilizio e la costante diminuzione della portata delle sorgenti dovuta al surriscaldamento climatico, abbiamo deciso di trovare altre soluzioni che, grazie al Pga, ci hanno portato, fra l’altro, a prevedere la realizzazione del pozzo di captazione in campagna».

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