L’aggiornamento della legge sanitaria cantonale introdurrà il divieto di vendita ai minori. Il Dss: ‘Il tabagismo è un’epidemia silenziosa e costosa’
Divieto di vendita di sigarette elettroniche e prodotti affini ai minori e divieto di ‘svapo’ negli spazi chiusi accessibili al pubblico. Di fatto le e-cig e affini verranno parificate alle sigarette tradizionali. Sono questi i due punti principali della proposta di modifica della Legge sanitaria cantonale adottata dal Consiglio di Stato e suggerita dal Dipartimento della sanità e della socialità (Dss). Modifiche presentate non a caso in occasione della giornata mondiale contro il tabagismo che cade il 31 maggio di ogni anno. In questo modo il Ticino si allinea ad altri cantoni e anticipa l’entrata in vigore della Legge federale sul tabacco.
Il tabagismo, ha ricordato il consigliere di Stato e direttore del Dss, uccide ogni anno 9’500 persone in Svizzera e causa ogni anno costi, diretti e indiretti, per oltre 3,9 miliardi di franchi l’anno. Una epidemia silenziosa e costosa in termini umani e finanziari.
Nel mirino delle autorità sanitarie rientrano ora anche le sigarette elettroniche, sia quelle che ‘bruciano’ liquidi, sia quelle che scaldano tabacco. Prodotti che trovano sempre più consenso soprattutto tra i più giovani. Un consenso che preoccupa anche perché – spiega la dottoressa Martine Bouvier Gallacchi, medico capo del servizio di promozione e valutazione sanitaria del Dss – «i giovani, ma non solo, non riescono a percepire queste abitudini come pericolose e questo anche grazie alle campagne mirate dell’industria che tendono a far passare come meno rischiose le sigarette elettroniche a tabacco riscaldato». Da qui l’iniziativa di aggiornare il quadro legislativo attuale che «ignora la sigaretta elettronica e i prodotti affini, come quelli a tabacco riscaldato», afferma Raffaele De Rosa. «Si impone un adeguamento legislativo per aumentare la consapevolezza sui rischi, rafforzare la prevenzione della salute ed evitare la banalizzazione del consumo».
E il binomio giovani e fumo, contrariamente a quanto avvenuto nella fascia più adulta della popolazione, si sta imponendo sempre di più. Mentre la quota di fumatori nella società in generale è di circa il 32% (più uomini, 34,7%; un po’ meno le donne, 29,1%), nella fascia tra i 15 e i 24 anni è in aumento negli ultimi 15 anni fissandosi a quasi il 44%. Più di quattro giovani su dieci è un fumatore. «Dati che sorprendono e preoccupano», afferma la dottoressa Bouvier Gallacchi.
"Benché sia dimostrato da numerosi studi, il pericolo dei prodotti del tabacco per la propria salute e quella altrui (tabagismo passivo, ndr) continua a essere sottovalutato da una parte della popolazione e spesso gli vengono anteposti le libertà individuali e gli interessi economici pure sul piano politico, anche a seguito dell’intensa attività di lobbying promossa dall’industria del tabacco", si legge nel messaggio approvato dal Consiglio di Stato la scorsa settimana e reso noto oggi. Per questo motivo e malgrado i notevoli progressi ottenuti a favore della protezione dei non fumatori, la prevenzione delle malattie direttamente associate al tabagismo rimane una sfida per la salute pubblica. A questo si aggiunge la continua immissione sul mercato di nuovi prodotti che rischia di compromettere le misure di prevenzione finora attuate, in particolare per quanto riguarda i più giovani che costituiscono il gruppo di popolazione più vulnerabile.
Le e-cig, spiega la dottoressa Bouvier Gallacchi, sono nate come strumento per combattere la dipendenza. Nel corso degli anni sono diventate però gadget per inalare forti quantità di nicotina e altre sostanze che hanno comunque dei rischi per la salute oltre a creare una forte dipendenza. I giovani sono di fatto il target di questa industria. Da un paio di anni alle ‘vecchie’ e-cig con i liquidi, con o senza nicotina, si sono aggiunte le cosiddette Puff Bar, strumenti simili a chiavette Usb ma più economiche e usa e getta. Gadget che hanno una forte attrattiva nei confronti dei giovani non fumatori con il rischio di trasformarli in consumatori di tabacco.
I dati dell’indagine sulla salute in Svizzera del 2017 mostravano un utilizzo ancora marginale in Ticino di questi strumenti alternativi alla classica sigaretta: solo il 3%. Le autorità sanitarie sono però caute nell’interpretazione di questi dati. Basta osservare le abitudini dei fumatori per strada o fuori dai locali pubblici per fare ritenere che questa percentuale sia più significativa di quanto appaia. Inoltre, continua la Bouvier Gallacchi, la prevalenza maggiore di utilizzatori di questi prodotti è concentrata nella fascia di età tra i 15-24 anni. Inoltre in Ticino, tra i 14 e i 15 anni, circa quattro ragazzi su dieci hanno già sperimentato l’uso della sigaretta elettronica. «L’industria del tabacco tende a far passare il messaggio che con la riduzione del rischio (tabacco riscaldato) siano dei partner della salute pubblica. Non è così», commenta la dottoressa.
Rocco Cattaneo, consigliere nazionale Plr, già nel comitato dell’iniziativa ‘no al divieto di pubblicità del tabacco’, è favorevole a tutto ciò che può prevenire il tabagismo tra i giovani e non solo. «I divieti però mi lasciano perplesso. Non credo che sia la strada giusta anche perché l’accesso ai prodotti del tabacco - pur se limitato ai maggiori di diciotto anni - non è impossibile da parte dei più giovani», commenta a laRegione. «A livello nazionale vedo anche tanta incoerenza, visto che si cerca di liberalizzare il consumo di canapa e dei suoi derivati. Mi sembra un controsenso». Come fare, allora? «Sensibilizzare i ragazzi fin da giovanissimi ai danni del tabagismo, coinvolgendoli sempre di più in attività sportive e culturali. Le famiglie hanno un compito fondamentale in questo. Non possiamo lasciare tutto ai divieti», conclude.