Per ora non sussiste alcuna necessità immediata di adottare misure compensatorie: così il governo risponde a diversi interventi parlamentari
Circa l’aumento del prezzo di combustibili, benzina e diesel, non sussiste al momento alcuna necessità immediata di adottare misure di sgravio.
È la risposta – standard – del Consiglio federale a diversi interventi parlamentari di Udc, Lega e Plr che chiedono, come in Italia e Francia, interventi per limitare il prelievo fiscale su questi vettori energetici fossili per attutire gli effetti del rincaro sul portamonete dei consumatori causato dalla guerra in Ucraina.
Tuttavia, scrive il governo, la tendenza dei prezzi rimane volatile e l’ulteriore sviluppo è incerto. Per questo è stato istituito un gruppo di lavoro interdipartimentale che elabora "costantemente le basi necessarie ed esamina i possibili campi d’azione della Confederazione in vista delle eventuali misure da adottare, del loro finanziamento e delle loro conseguenze".
Tra l’altro, il Consiglio federale non è autorizzato a rinunciare alla riscossione di una parte o di tutta l’imposta gravante sui carburanti. Solo una modifica di legge permetterebbe di definire le circostanze secondo cui esso potrebbe concedere simili agevolazioni fiscali.
Con le rispettive mozioni, Marco Chiesa (Udc/Ti) e Christian Imark (Udc/So) chiedono una riduzione di almeno il 50% delle imposte sugli oli minerali sui carburanti e i combustibili, dell’obbligo di compensazione del CO2 (prestazione di compensazione) e dell’Iva, per aiutare il ceto medio e il settore commerciale. Stando al presidente dell’Udc, queste misure devono essere limitate a un massimo di quattro anni.
Stessa risposta fotocopia del governo alla mozione di Walter Wobmann (Udc/So) il quale, invece, sempre per controbilanciare il caro benzina, domanda un aumento a 6’000 franchi – oggi 3mila al massimo per l’imposta federale diretta, ndr – della deduzione delle spese professionali per il trasporto dal domicilio al luogo di lavoro.
Più generica la richiesta del gruppo Plr alle Camere federali, che invita l’esecutivo a introdurre temporaneamente misure di sgravio, ad esempio relative all’imposta sugli oli minerali sui carburanti e i combustibili. Anche in questo caso, il Consiglio federale risponde picche accontentandosi di fare praticamente copia-incolla utilizzando le risposte date all’Udc.
Stesso ritornello anche per quanto attiene all’interpellanza di Lorenzo Quadri (Lega/Ti), che domanda a Berna di rinunciare temporaneamente alle entrate derivanti dall’imposta sugli oli minerali. Stando al deputato leghista, solo nel 2020 tale prelievo sul carburante ha generato entrate per oltre 2,5 miliardi di franchi, di cui il 45% destinato alla cassa generale della Confederazione, mentre il rimanente viene utilizzato per le strade e il traffico aereo.
A parere di Quadri, per quanto attiene al 45% spettante alle casse federali, la Confederazione avrebbe un margine di manovra per attenuare l’impatto della guerra in Ucraina sulle famiglie e le aziende.