Votati dal Cc il credito suppletorio di 2,71 milioni e la sistemazione esterna. Il conto finale sale da 8 a quasi 11 milioni
Col naso molto turato votati 2,71 milioni a copertura dei sorpassi e 54mila franchi per opere di sistemazione esterna fra cui una tensostruttura. Questa sera il Consiglio comunale di Bellinzona con 50 favorevoli e 2 astenuti (più l’aggiunta di un campo di calcio nella vicina scuola del Palasio) ha forse archiviato definitivamente – a meno di ulteriori sorprese – il capitolo dell’ex Oratorio di Giubiasco la cui opera di ristrutturazione e ampliamento anziché 8 milioni, come inizialmente previsto, finirà per costarne quasi 11. Il Cc non ha per contro avallato ulteriori 65mila franchi per la realizzazione di un anfiteatro esterno e 60mila per un gioco delle bocce, opere ritenute necessarie dalla Sinistra ma non dalle commissioni Gestione ed Edilizia.
Con quello dell’ex Oratorio, destinato a diventare luogo di ritrovo intergenerazionale, sociale e culturale, si chiude il capitolo più ampio dei sorpassi, per complessivi 5 milioni, registrati sui cantieri dello Stadio di Bellinzona e del Policentro di Pianezzo. Un caso scoppiato nella primavera 2020 e che ha richiesto due audit per ricostruire gli errori commessi e le responsabilità interne ai servizi comunali ed esterne attribuibili a progettisti, ingegneri, direzioni lavori, ecc. Dai banchi del Cc – in linea con le relazioni di maggioranza e minoranza della Commissione della gestione – non sono mancate critiche rivolte all’Esecutivo di allora la cui maggioranza, di fronte ai primi accertamenti, aveva sollevato il direttore del Dicastero opere pubbliche e revocato la conduzione politica al municipale di riferimento Christian Paglia.
Michela Pini a nome del gruppo Plr e della Commissione edilizia ha parlato di «iter travagliato e di errate valutazioni in fase di progettazione che hanno stravolto le intenzioni iniziali di mantenere il vecchio edificio». Manca ancora l’ultimazione della ‘cattedrale’ di una struttura che nel suo complesso «è destinato a migliorare la vita sociale e aggregativa del quartiere di Giubiasco». Claudio Buletti (Unità di sinistra) ha invece chiesto di aggiungere anche il gioco delle bocce e l’anfiteatro, come suggerito dall’Associazione di quartiere nell’ambito del gruppo di lavoro. La capogruppo Lisa Boscolo, ribadendo tale richiesta, ha dal canto suo invocato la necessità di non vedere ripetersi altri simili superamenti e ha espresso il desiderio di vedere nascere altre analoghe iniziative nei vari quartieri. Sacha Gobbi (Lega/Udc) si è augurato che «si arrivi al taglio del nastro senza ulteriori inciampi. Un’opera costata troppo, ben un quarto del nuovo stadio multifunzionale di Ambrì». Giuseppe Sergi (Mps) ha motivato il proprio rapporto di minoranza della Commissione della gestione (favorevole al credito ma più critico della maggioranza) ritenendo insufficienti le spiegazioni date dal Municipio. E ha anche evidenziato «le mezze critiche formulate dalla Gestione, il cui rapporto di maggioranza in un gioco di finzione non chiarisce i motivi del sorpasso» nella fase di calcolo e progettazione. Maura Mossi Nembrini (Più donne) ha esortato a dotare «ogni quartiere di un luogo aggregativo intergenerazionale come quello giubiaschese. Il quartiere è vivo non solo se ha scuole e uffici pubblici, ma anche spazi per la cultura e per tutte le generazioni». Ronald David (Verdi) ha invece evidenziato che l’ex oratorio «è ben lontano dalla concezione di spazio multiartistico, anche per la musica rock per esempio, come da noi richiesto in una mozione votata dal plenum». Dai banchi del Ppd Gabriele Pedroni ha criticato «il modo vecchio di allestire i messaggi municipali, nei quali è semmai necessario comprendere esattamente cosa rappresenti ogni singola voce di spesa». Ha rincarato la dose il giubiaschese Emilio Scossa-Baggi (Ppd): «Noto anche in altre opere comunali un certo modo di fare e disfare. Come già successo in Piazza Grande, lo stesso si sta ripetendo all’ex oratorio». Ha quindi letto un lungo elenco di presunti difetti e soluzioni non pratiche: «Mancano logica e buon senso». Il municipale Henrik Bang, capodicastero Opere pubbliche, ha cercato di tranquillizzarlo sui singoli punti sollevati.