Inevitabile la replica della copresidente sezionale di Lugano alle dichiarazioni del leader verde, ‘che - dice - hanno conseguenze sui rapporti futuri’
«Sono certa che gli elettori socialisti ora si faranno alcune domande». E non solo gli elettori: le dichiarazioni molto critiche dell’ex capogruppo ecologista Nicola Schönenberger nei confronti del Partito socialista di Lugano e in particolare della sua municipale Cristina Zanini Barzaghi hanno fatto rumore: in città, ma anche a livello cantonale. Se la diretta interessata dalle critiche ha preferito non esprimersi ieri, lo ha fatto invece Tessa Prati, copresidente della sezione luganese del Ps, la più grande per numero di elettori nel cantone, ricordiamo.
Pur non volendo, al momento quantomeno, esprimersi punto per punto sulle dichiarazioni del leader verde, la prima cittadina sottolinea che «per noi chiaramente è un attacco. Ha fatto delle dichiarazioni estremamente pesanti, che riteniamo ineleganti da parte di una persona che ha appena lasciato la politica e che hanno delle conseguenze sui rapporti futuri tra i due partiti. Servono delle riflessioni riguardo a quanto sta succedendo». Come suggeriscono le numerose reazioni raccolte a microfoni spenti, e come confermato dunque da Prati, le dichiarazioni di Schönenberger hanno smosso inevitabilmente le acque e rischiano di avere un effettivo impatto nei rapporti interni all’area rossoverde.
Parte degli attacchi sono rivolti alla municipale, che Prati difende. «Ricordiamoci che fra legislativo ed esecutivo c’è grande differenza. Fare opposizione in Consiglio comunale (Cc) è una questione, essere in un gremio collegiale è ben diverso e specialmente in un contesto complesso come quello di Lugano. E questo è innegabile. In questo contesto, sparare a zero su una municipale che è alla sua terza legislatura, è incommentabile. Stupisce poi la modalità. Viste le imminenti elezioni cantonali ci pare che quanto fatto sia più rivolto a impedire una possibile coalizione rossoverde che un attacco al Ps di Lugano. Sarebbe stato più costruttivo spiegare i motivi del perché un’alleanza fra Verdi e Socialisti non va eventualmente bene, piuttosto che criticare e basta. Riscontriamo davvero molte incongruenze nel suo discorso e queste ci lasciano molte perplessità. Sono certa che gli elettori socialisti si faranno alcune domande, perché gli attacchi di questo tipo da parte di un esponente di ‘alto rango’ di un partito che dovrebbe essere nostro alleato e col quale si hanno stretti rapporti hanno un valore e anche un peso».
Da parte di Schönenberger non sono mancate critiche neanche ai giovani – invero non solo socialisti –, Prati compresa. È vero che non siete sufficientemente preparati per fare politica? «Fino a pochi anni fa di giovani non ce n’erano proprio e ci si lamentava, giustamente, di questo. Adesso che i giovani ci sono ci si lamenta che siamo troppo giovani e inesperti... in politica, come nella vita, bisogna fare i passi uno alla volta – la replica –. Serve esperienza, ma questa è frutto di un percorso, non si può pretendere che una persona arrivi pronta su tutti i dossier, si cresce man mano. È un’ulteriore lamentela su una situazione politica che, ricordo, lui ha appena lasciato».
Sulle esternazioni dell’ex copresidente cantonale – che a meno di un anno dalle elezioni cantonali ha messo in dubbio anche la necessità di allearsi non solo a livello comunale ma anche cantonale, seppur in seconda battuta — abbiamo chiesto una replica anche ai vertici del Ps cantonale. Vertici che, tuttavia, preferiscono attendere una replica della sezione cittadina prima di eventualmente esprimersi.
Chi invece una reazione ce l’ha data è Michele Foletti. Il sindaco ha replicato alle esternazioni dell’ex consigliere comunale, che sostanzialmente ha accusato il Municipio di immobilismo e di incapacità di stare al passo con le tendenze globali. «È comprensibile che abbia questa visione del Municipio che non sappia cogliere i trend, ma immagino che siano i suoi di trend – osserva –. Un Municipio composto da sette persone di cinque partiti diversi deve tenere conto delle sensibilità di tutti. E poi l’esecutivo deve tener conto delle maggioranze in Cc. Il Municipio ha saputo essere innovativo in determinati ambiti, come quello della digitalizzazione. Probabilmente sul piano climatico si è mosso più lentamente, proprio perché non c’era un ampio consenso nel Cc. Su alcuni aspetti, come quello della sostenibilità, abbiamo iniziato a lavorare. E in ogni caso la questione climatica è uno dei temi centrali del Piano direttore che stiamo sviluppando. Bisogna anche tener conto del fatto che il primo obiettivo nel 2013 era raddrizzare le finanze e quindi diversi progetti si sono volutamente e per forza fermati. Forse siamo partiti tardi, ma ora lo abbiamo fatto e con visioni chiare. Sarà anche un piccolo esempio, ma abbiamo contribuito all’elettrificazione dei primi due battelli sul lago di Lugano, i primi in tutta la Svizzera».
Pur rispedendo al mittente le principali accuse, Foletti condivide invece alcune delle critiche espresse da Schönenberger, in particolar modo sulla preparazione dei giovani. «Su questo sono d’accordo con lui – ammette –. Ma lo estenderei anche ai politici meno giovani. Confrontiamo il legislativo di Lugano negli anni Novanta con quello di oggi a titolo di paragone... Purtroppo è vero: oggi c’è più un voler apparire che un voler fare. Chi fa politica vuole visibilità, ma non va bene che sia solo quella la molla».