I vertici del Partito socialista cantonale e dei Verdi gettano acqua sul fuoco acceso dall’ex capogruppo ecologista: ‘Le sue? Opinioni personali’
Quelle di Nicola Schönenberger sono opinioni personali e l’amicizia a livello cantonale fra Verdi e Partito socialista è salva. Possiamo così riassumere le opinioni di Fabrizio Sirica, copresidente del Ps ticinese, e Greta Gysin, consigliera nazionale ecologista nonché papabile candidata di area rossoverde alle elezioni cantonali del 2023, riguardo alle critiche che hanno scosso la sinistra luganese e cantonale, arrivando a mettere in dubbio l’alleanza fra le sue due anime più grandi.
Ebbene, così non sarà. Il dubbio è sorto ieri, quando la sezione di Lugano del Ps – tramite la sua copresidente Tessa Prati – ha affermato che dietro alle dichiarazioni dell’ex capogruppo ecologista potrebbe esserci un tentativo di «impedire una possibile coalizione rossoverde» alle elezioni cantonali. E questo presupporrebbe un’intenzionalità concordata e collettiva. Non è così: «Quanto ha affermato Schönenberger nell’intervista è una sua opinione personale, che non è stata discussa all’interno del partito – precisa Gysin –. Mi pare in ogni caso che sia semmai una questione fra socialisti ed ecologisti luganesi. Non è un mistero: a livello cantonale ci sono dei contatti in vista delle elezioni cantonali dell’anno prossimo. È un dialogo in divenire, in ogni caso trasparente, proficuo e costruttivo».
Prati ha però fatto intendere che le critiche di Schönenberger rischiano di avere ripercussioni sull’alleanza. Non è così? «Credo che anche in questo caso il riferimento fosse agli equilibri luganesi. I nostri colloqui con il Ps cantonale continuano e, almeno da parte nostra, non è questo che li fermerà. È chiaro che in una situazione delicata come quella attuale si imporrebbe un po’ di prudenza quando si comunica e troppe uscite come questa farebbero cadere l’alleanza. Ma allo stato attuale le cose non sono cambiate». Sugli altri aspetti dell’intervista la consigliera nazionale ha preferito non esprimersi, limitandosi a definirla «una presa di posizione molto dura». Tuttavia Gysin evidenzia che non le sono piaciute le critiche rivolte ai giovani «non solo socialisti, ma anche ecologisti: sono giovani che sacrificano il proprio tempo per la politica con impegno e dedizione. Peccato».
Dello stesso parere, e per l’area è confortante, anche Sirica. «Di primo acchito sono rimasto molto stupito, perché ancora fino a poche settimane fa Nicola, in qualità di co-coordinatore cantonale, era attivo nei colloqui fra Verdi e Ps – ammette –. Inizialmente ho avuto il timore che queste dichiarazioni potessero essere una possibile pietra d’inciampo nei rapporti fra i due partiti. Ma così fortunatamente non è: sono stato rassicurato che siano dichiarazioni a titolo del tutto personale. I rapporti tra i due partiti a livello cantonale restano dunque molto buoni, di rispetto e di collaborazione, per il futuro magari ancora maggiore». Prati però fa riferimento a conseguenze sui rapporti, a seguito delle critiche. La preoccupa? «Io credo molto in un discorso di area. C’è una spinta ‘ecosocialista’, una sensibilità rossoverde, nella società che io avverto molto. Si sente la necessità di una svolta ambientale, che tuttavia secondo me non è fattibile senza un processo di riforma del capitalismo. Indipendentemente dal Ticino, il futuro della sinistra è questo. E questo passa dalle alleanze, che la base desidera». Lugano compresa? «Certamente. Quel che frena delle alleanze che sulla carta sarebbero naturali e logiche sono le incomprensioni personali. Queste vanno messe da parte nel rispetto della base, delle idee e dell’interesse pubblico».
Sirica difende inoltre l’operato della municipale Cristina Zanini Barzaghi, bersaglio delle critiche dell’ex leader verde. «Non vedo questa sua presunta mancanza di coraggio – valuta –: il nostro sistema politico a livello di esecutivo è basato sulla collegialità. Laddove si è trovata in una situazione veramente inconciliabile, come nel caso dell’ex Macello, la sua opinione l’ha fatta sentire eccome. Se si facesse sentire sempre, essendo una su sette, diventerebbe inefficace. Cristina di lavoro ne fa e tanto. Comprendo che alla base possano piacere esponenti ben profilati, ma questo è più facile in un legislativo che in un esecutivo. A maggior ragione se si è in netta minoranza come nel Municipio luganese». E sulla presunta contraddizione riguardo al Polo sportivo e degli eventi (Pse)? «La posizione di Cristina su questo dossier mi è sempre sembrata chiara. Il Pse non c’è dubbio che sia stato un tema divisivo, ma non solo per il Ps, che a Lugano è andato due volte in assemblea su questo argomento. Non vorrei riaprire un dibattito che è ormai alle nostre spalle, mi limito a dire che se secondo Schönenberger il tema era così rilevante, avrebbe forse dovuto parlarne di più al momento dell’alleanza per le elezioni comunali».
Il copresidente socialista è parzialmente d’accordo con Schönenberger solo sulla questione dei giovani. «È un tema interessante e, come riconosciuto da Nicola stesso, non riguarda certo solo i socialisti. Mancano effettivamente esponenti fra i 35 e i 50 anni, generazione della quale Nicola era peraltro un ottimo rappresentante. È un vuoto che c’è. Ma il nostro partito – tramite la copresidenza cantonale, quella luganese e quella locarnese, per citare tre esempi – sta facendo questo importante ricambio generazionale. E su questo sono d’accordo con Tessa Prati: con umiltà si lavora, si impara, si cresce. Credo che questa sfiducia verso i giovani sia abbastanza immotivata. Credo anzi che soprattutto a sinistra ci sia un ottimo rinnovamento, sì di persone che non sono ancora pronte. Ma che lo saranno. L’importante è dare fiducia, e nei limiti del possibile responsabilità, alle persone».
Dare fiducia: copresidenza di Lugano dunque promossa? «Rispetto e supporto il loro lavoro, come quello di Cristina». Eppure, durante l’ultima tornata elettorale, i risultati dell’area e dei socialisti in particolare a Lugano sono stati inferiori rispetto agli altri poli urbani ticinesi. Essendo la sezione con il maggior bacino elettorale, non preoccupa questo? «Bisogna certamente avere un occhio di riguardo su Lugano: viste le dimensioni importanti è un discorso rilevante da portare avanti. Ma va affrontato in primo luogo con la sezione».