Inaugurato l’edificio complementare dedicato esclusivamente all’ambulatoriale, con un intero piano destinato ai Reparti acuti a minore intensità
A poco più di tre anni dalla posa della prima pietra, l’Ospedale regionale della Beata Vergine (Obv) di Mendrisio ha battezzato oggi la sua nuova ala sud: un edificio composto da cinque piani voluto per ampliare l’offerta sanitaria rivolta alla popolazione della regione, offrire un nuovo ciclo di vita al nosocomio e renderlo un punto di riferimento per tutto il Mendrisiotto. Dal piano sotterraneo con cardiologia, medicina sportiva e neurologia si passa attraverso piani dotati di cure specializzate, fino a giungere al terzo e ultimo piano dedicato interamente ai Reparti acuti a minore intensità (Rami), progettato per assicurare la continuità della presa a carico in particolare per le persone anziane e fragili. L’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) ha inoltre stretto collaborazioni con Hospice, Lega contro il cancro e Lega polmonare.
Alla cerimonia d’inaugurazione, tenutasi stamane tra le fresche pareti del nuovo stabile, sono intervenuti in discorsi celebrativi, le autorità cantonali e i vertici dell’Eoc. Dopo il benvenuto di Pierluigi Lurà, direttore dell’Ospedale regionale di Mendrisio, hanno preso la parola il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità; Paolo Sanvido, presidente del Consiglio d’amministrazione, Glauco Martinetti, direttore generale dell’Eoc; il sindaco della Città di Mendrisio Samuele Cavadini; il dottor Brenno Balestra, direttore sanitario e primario di medicina dell’Obv e infine l’architetto Michele Gaggini, progettista del nuovo edificio.
La struttura è nata dalla necessità di far fronte a determinate problematiche: «Confrontati con il recente problema della carenza di spazi, una presa a carico sempre più ambulatoriale e l’invecchiamento della popolazione» – spiega Pierluigi Lurà – «è sorta l’esigenza di ampliare l’ospedale e di favorirne una crescita armoniosa e attenta alle nuove esigenze della medicina. L’ala sud – precisa il direttore dell’Ospedale regionale di Mendrisio – «è un edificio flessibile che non si pone in concorrenza con il corpo principale ma che anzi lo completa e lo valorizza».
«La nuova ala sud è realtà – esordisce il consigliere De Rosa –. Il sostantivo in sé evoca mille immagini: l’ala che protegge, che tranquillizza, che ombreggia e che scalda. L’avverbio sud richiama calore, colori, apertura. L’aggettivo nuovo suggerisce la modernità, la novità. L’ala sud è il coronamento di un progetto che va oltre sostantivo, avverbio e aggettivo, essa rappresenta la via da percorrere nell’intento di assicurare sia le cure stazionarie, sia le cure ambulatoriali di prossimità attraverso percorsi di cura ben studiati, valutati e concretizzati da équipe multidisciplinari, che, pur lavorando in ambiti distinti, sanno trovare i collegamenti ideali per raggiungere lo scopo ultimo che è il bene del paziente». Il direttore del Dss ha inoltre precisato che «la strategia volta all’innovazione degli ospedali verso l’ambito ambulatoriale equivale al rafforzamento dell’idea secondo la quale è possibile offrire alla popolazione ticinese un segmento di cura inedito e trasparente. Penso in particolare ai reparti acuti di minore intensità (Rami), con due obiettivi ben chiari: evitare le ospedalizzazioni inutili e costose in ambito somatico acuto ed escludere o limitare le dimissioni anticipate del paziente in condizioni non ancora ottimali. Possiamo definire tutto ciò una conquista soprattutto dal punto di vista del paziente».
A proposito di Rami, il primario Brenno Balestra, volgendo lo sguardo al passato, ha spiegato: «Dove sorge ora l’edificio un tempo trovava nutrimento un vecchio cedro, un albero secolare, possente e maestoso, simbolo di forza, vigore e incorruttibilità, quale migliore auspicio per la nostra nuova ala?».