Contro la decisione di non legittimità a ricorrere pronunciata dal Tribunale amministrativo federale sulla riservazione d’area a Castione
Cinque pagine fitte di considerazioni giuridiche e di giurisprudenza federale sulla legittimazione a ricorrere da parte del proprietario di un terreno direttamente toccato da un progetto di terzi che comporta conseguenze dirette sulle sue attività a seguito del ridimensionamento del mappale in questione. È partito ieri alla volta del Tribunale federale di Losanna il ricorso redatto dall’avvocato bellinzonese Franco Gianoni, a nome del gruppo edile Mancini & Marti, contro la sentenza del Tribunale amministrativo federale (Taf) emessa il 22 febbraio che considera irricevibili tutti i ricorsi interposti contro la riservazione d’area per 150mila metri quadrati chiesta dalle Ffs nel 2018 per poter realizzare a Castione la nuova officina di manutenzione. Riservazione approvata nel 2019 dall’Ufficio federale dei trasporti.
Fra i dieci ricorsi al Taf c’era appunto anche quello del gruppo Mancini & Marti che rischia di perdere 32mila metri quadrati. «Ora, il fatto che il Taf sostenga che il mio cliente non sia legittimato a ricorrere, secondo me è un errore che va assolutamente sottoposto all’attenzione della massima istanza giudiziaria elvetica già in questa fase della procedura», annota l’avvocato Gianoni: «Tanto più che il Taf è anche entrato parzialmente nel merito delle nostre censure, ciò che stride con la sua decisione di non legittimità a ricorrere». Sulle prime, un mese fa, il legale aveva dichiarato che la vera battaglia legale partirà quando le Ffs pubblicheranno i piani del progetto, ossia nel mese di aprile. Fatte nel frattempo le valutazioni del caso, come detto, il gruppo Mancini & Marti ha ritenuto opportuno difendere già ora i propri interessi a Losanna. Si tratta dell’unico ricorso inviato al Tf avendo le altre due ditte attive nel medesimo areale rinunciato perché non hanno proprietà direttamente toccate dal progetto ferroviario (si tratta della Otto Scerri e della Geniobeton). Idem l’Unione contadini ticinesi, la Commissione dei trasporti Tre Valli, il Comune di Biasca e i quattro della Bassa Leventina che caldeggiano l’insediamento dello stabilimento nella zona industriale di Bodio e Giornico. Anche loro sono stati ritenuti dal Taf non legittimati a ricorrere.