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A Russo l’orto è un luogo comune da progettare insieme

Prosegue il lavoro dell’Associazione Farina Bòna nella ‘Campagna Granda’.Tra raccolti, ricettario e iniziative l’agricoltura diventa esperienza

2 marzo 2022
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Nella Campagna Granda di Russo, l’Associazione Farina Bòna si gode i suoi frutti. Nel 2020 è infatti avvenuto il primo, incoraggiante, raccolto di mais. Lavoro svolto dai volontari che hanno aderito al progetto con l’aiuto di alcune classi di scuola elementare del Locarnese. Purtroppo lo scorso anno la stessa operazione (sia la semina del mais, sia quella della segale) non ha dato gli esiti auspicati: topi, uccelli e grandine hanno compromesso la produzione. Ma in Onsernone non ci si dà per vinti: «Abbiamo fatto bagaglio dell’esperienza e andrà sicuramente meglio nel 2022» annota il presidente, Ilario Garbani Marcantini, nella sua relazione trasmessa ai soci in vista dell’Assemblea. La "magra" produttiva è infatti compensata da un raccolto di patate più che copioso. Una parte è stata data a chi ha contribuito ai lavori, l’altra è stata venduta al Centro sociale, ai ristoranti della valle e a privati. «Quest’anno, alternando le colture, risemineremo il mais nero, segale per le cannucce e riproporremo le patate Pro Specie Rara e/o altre. Dovremo inoltre implementare una "direzione" lavori con mansioni ancora da definire e l’apporto di volontari per la gestione». A questo progetto di valorizzazione e recupero agricolo di campi un tempo coltivati e in seguito abbandonati al loro destino, svolto nel massimo rispetto della natura e dei principi dell’agricoltura biologica nel vero senso della parola, lo ricordiamo, partecipa anche un contadino professionista, che ne cura parte della superficie per le proprie esigenze. La parte rimanente è invece gestita dall’Associazione.

«Con tutta probabilità – osserva il presidente – verrà creato uno specifico "Fondo Sot la Campagna Granda" dove confluiranno i sussidi agricoli e le entrate derivate dalla vendita dei prodotti, così come verranno contabilizzate le spese sostenute per il lavoro nei campi e la "direzione lavori"».

Un gruppo di volontari per una gestione guidata

Si sta infatti pensando anche alla creazione di un gruppo di volontari (composto da almeno una decina di persone) che, seguendo le direttive di un capo progetto pagato dall’Associazione, possa assicurare durante l’anno l’esecuzione di quei lavori di base indispensabili alla riuscita dell’iniziativa. Parallelamente si guarda alla creazione di uno spazio didattico e d’interazione sociale all’aperto, con piccoli fondi sui quali ogni partecipante al progetto ispirato alla sostenibilità possa prendersi cura di ciò che gli interessa, coinvolgendo nel discorso pure le famiglie con spazi da coltivare a loro disposizione. Un luogo con tanti ortaggi, dove chiunque può partecipare, incontrare e conoscere nuove persone, fare giocare i propri figli, lavorare la terra, imparare e tessere relazioni umane e sociali. Non da ultimo l’area situata a valle dell’abitato di Russo potrà diventare punto di arrivo di un’escursione nella zona per gente del posto, turisti, scolaresche e via dicendo.

Dalle invasive alla Cina passando per ponti e cacce al tesoro

Nel corso del 2021 è proseguita anche la lotta alle piante invasive e si è provveduto alla posa del sistema d’irrigazione – grazie al contributo del Comune di Onsernone – ultimo intervento eseguito in ordine di tempo. Sul pendio a ovest si è anche provveduto alla posa di piante di cornioli che assieme alle piante di noce contribuiranno a caratterizzare e valorizzare paesaggisticamente la zona. L’Associazione parteciperà inoltre a una ricerca sull’origine delle trecce di paglia in Cina (con la collaborazione della giornalista Alessandra Gianella) e a un progetto per un piccolo ponte sul riale Remiasco (2mila franchi saranno messi a disposizione per la progettazione), a completamento del parco dei mulini di Vergeletto. «Abbiamo anche l’idea di una caccia al tesoro/escape room che fungerà da attrattiva ancora maggiore per il parco. Da ultimo si prospetta la vendita della proprietà della "Bola", casa e terreno siti sotto l’abitato di Russo, all’entrata del paese. Sedime tra l’altro donato all’Associazione nel corso del 2019 da un’associazione estera che l’aveva comperato. La proprietà ha suscitato l’interesse di due giovani promettenti artisti svizzeri, Maya Otarech e Jeronim Horvat, che intendono ora riattarla per farne un atelier di lavoro e soggiorno. La casa è in uno stato precario. Il comitato ha quindi deciso all’unanimità di vendere l’immobile per un importo di 17’500 franchi. Spetterà comunque ai soci in occasione dell’assemblea la decisione definitiva.