Omicidio/suicidio originato da una crisi coniugale: il procuratore pubblico Ruggeri ha intimato alle parti il decreto di abbandono
A quasi due anni dal dramma di Giubiasco, nei giorni scorsi è stata archiviata l’inchiesta penale coordinata dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri che ha intimato alle parti il proprio decreto di abbandono. La parola fine alla triste vicenda non è tuttavia ancora stata scritta avendo i familiari delle vittime tempo fino a settimana prossima per chiedere eventuali complementi. Per modalità e gravità, quanto accaduto nel primo pomeriggio di un’assolata domenica primaverile – quando Piazza Grande brulicava di gente desiderosa di godersi una bella giornata dopo tre mesi di restrizioni pandemiche – aveva scosso l’intero Ticino ben oltre la cerchia familiare e i confini del quartiere bellinzonese.
Erano da poco scoccate le 14 del 17 maggio 2020 quando un ex agente 64enne della Polizia cantonale fresco di pensionamento varcava la soglia dell’Osteria degli Amici. Mancava meno di mezz’ora all’orario di chiusura e nel locale erano presenti soltanto la barista e un avventore. La prima era sua moglie, una 47enne di origini ungheresi sposata anni prima e dalla quale si stava separando, il secondo il nuovo compagno di lei, 60 anni, enologo e direttore della Cantina sociale di Giubiasco. La loro relazione era iniziata l’anno precedente, innescando nell’ex poliziotto un logorio interiore. Una crisi sfociata in un gesto estremo. Impugnando la propria pistola d’ordinanza li ha freddati all’istante: dapprima il sessantenne e dopo un istante la moglie, malgrado le sue suppliche e le urla d’aiuto udite anche all’esterno. Due colpi ravvicinati per ciascuno, seguiti dal quinto riservato a sé stesso.
Un caso di omicidio/suicidio che – sebbene agli inquirenti fosse risultato sin da subito abbastanza chiaro il movente sulla base delle testimonianze rese nelle prime ore da amici e familiari – ha richiesto una lunga serie di verifiche e approfondimenti giudiziari. Le indagini hanno cercato di ricostruire la vita dei tre, specie il periodo degli ultimi mesi, andando alla ricerca di eventuali altri elementi che si affiancassero alla nuova relazione nata mentre il matrimonio sembrava da tempo ormai compromesso. Trattandosi del secondo divorzio per l’ex agente, inevitabilmente si è reso necessario verificare se oltre alla crisi coniugale non si fosse innescata, per esempio, una vertenza di natura finanziaria per lui inaccettabile, dal momento che la rendita pensionistica si era già in precedenza dimezzata.
Tuttavia un punto fermo per chi ha condotto le indagini sembra essere rappresentato da un testo che il 64enne aveva lasciato al proprio domicilio. Una lettera da lui scritta poco prima di salire in auto e recarsi, armato, a Giubiasco nell’esercizio pubblico dove le due vittime erano solite incontrarsi. E dove lui stesso – hanno successivamente raccontato dei testimoni che lo conoscevano – negli ultimi tempi si presentava con una certa anomala frequenza, quando probabilmente sapeva di trovarli lì insieme. In quel foglio il 64enne avrebbe spiegato di aver deciso di suicidarsi, pianificando anche la fine di chi, ai suoi occhi, era all’origine del proprio malessere. Una premeditazione che escluderebbe la tesi secondo cui l’agente in pensione – apprezzato dagli ex colleghi per la professionalità e per il carattere mite e riflessivo – avrebbe ucciso in preda a un raptus, magari alimentato da una lite scoppiata all’improvviso fra i tre nell’osteria.
Nei giorni successivi alla tragedia era pure emerso, stando alle testimonianze rilasciate da alcuni abituali avventori, che quella mattina la cameriera era sembrata ai loro occhi agitata. Qualcuno sosteneva che temesse un’altra visita a sorpresa del marito. Altri invece non escludevano che i tre potessero essersi dati appuntamento per discutere, visto che la cameriera verso le 14 aveva invitato i molti clienti ancora presenti a uscire dal locale in vista della chiusura prevista più tardi, alle 14.30. Speculazioni approfondite dagli inquirenti verbalizzando conoscenti, amici e familiari sebbene fosse risultato subito chiaro, dalla lettera, che l’ex agente si era recato a Giubiasco senza via di ritorno, determinato a risolvere a modo suo la questione che lo turbava più di ogni altra cosa.