Lo chiede un’interpellanza del gruppo Alternativa (primo firmatario Davide Gianettoni) che invita a studiare un tracciato alternativo alla cantonale
Chi ama le escursioni in bicicletta e si diverte in itinerari naturalistici vallerani sa che, nel Locarnese, almeno due sono le strade “veloci” ma assai critiche per raggiungere altrettante valli: quella per entrare in Vallemaggia e quella che imbocca la Verzasca.
Nel primo caso, il ciclista – anche quello “della domenica” – conosce valide alternative alla cantonale – spesso trafficata e ancora di più in estate – che da Solduno sale verso Ponte Brolla; il nostro ciclista (o la nostra ciclista) sa infatti che pedalando sul lungo fiume si raggiunge senza troppi tormenti Avegno, passando per Tegna. Diversa la sorte per coloro che si cimentano nella risalita della Verzasca: da via San Gottardo a Gordola sono obbligati a prendere la cantonale via Valle Verzasca, appunto, affrontando diversi tornanti prima di giungere alla diga (peraltro in questo momento meta di numerosi curiosi perché svuotata). Una tratta di strada che se non fosse per il traffico spesso sostenuto in alcuni momenti dell’anno (pensiamo alla stagione estiva o ai periodi festivi) che rende l’escursione anche pericolosa, potrebbe essere una bella sfida da affrontare pedalando. Vie d’entrata alternative, a meno di non prendere qualche sentiero in mountain bike (sebbene SvizzeraMobile non segnali alcun tracciato dedicato), non ve ne sono.
Chi conosce un po‘ questo contesto (anche dalla prospettiva dell’automobilista) è cosciente di questo problema. Nelle scorse settimane, il consigliere comunale di Gordola Davide Gianettoni ha quindi presentato una possibile soluzione all’esecutivo comunale sotto forma d’interpellanza: ’Ciclopista per la Val Verzasca’, sottoscritta dai colleghi Daniela Pusterla Hörler, Alberto Togni e Joëlle Matasci. L’interpellante avanza quindi la possibilità di salire dalla collina di Gordola: il tracciato si snoderebbe quindi su Via delle scuole, via Sasso Misocco, via Ioco Coste, via Passaroro, sbucando quindi proprio sopra il bacino artificiale. “Rimarrebbero da rendere ciclabili circa 350 metri di percorso, che oggi sono sentiero, tra via Passaroro e Selvatica, appena sopra la diga”, indica l’interpellante. Il tratto di strada che sale da Gordola alla diga è piuttosto ripido, osserva Gianettoni, e “obbliga i ciclisti a procedere a un ritmo lento”, soprattutto data la conformazione della strada che “non offre molti tratti per il sorpasso e la convivenza fra traffico motorizzato e ciclabile si fa complicata", sottolinea.
Oltre ad “alleggerire un tratto problematico della strada cantonale a valenza regionale”, l’intervento proposto, tiene a sottolineare l’autore, sarebbe "molto contenuto e il tracciato alternativo offrirebbe ai ciclisti una via sicuramente più panoramica e tranquilla, senza che il traffico motorizzato in collina ne risenta, essendo quest’ultimo molto limitato”.