Una corale di pensieri in uscita domani, un ‘amorevole’ caos tra voce e archi che porta fino a Chiasso: il 26 di marzo, il concerto al Cinema Teatro
Ogni suo passo è interessante. Anche quest’ultima ‘piccola creatura’, come la chiama lei, che arriva da cinque-sei mesi di montagne russe emotive dopo i quali si sente di nuovo in equilibrio (riportiamo fedelmente). Chiara Dubey – tra Zurigo, il Ticino e altri luoghi, quelli non necessariamente fisici nei quali compone – è investita da un soffio di vento nella copertina della sua ‘Choral of Thoughts’, nuova composizione ascoltabile da domani nei tradizionali e capillari canali digitali. «È una specie di spontanea dedica al potere dell’intuizione, del sesto senso», ci racconta. «Mi sono ritrovata di fronte a un paio di situazioni per risolvere le quali mi sono affidata alla pancia, alle mie sensazioni, avendo ulteriore conferma che portano sempre alla decisione giusta benché io non sia in grado d’identificare da dove questa ‘voce senza parole’ provenga. Ma per quanto indecifrabile e misteriosa, so di potermici sempre affidare».
Voci che paiono archi e archi che paiono voci in un crescendo dal suono inequivocabilmente Dubey, questa corale di pensieri esce così come l’album d’esordio ‘Constellations’ (2020) dallo zurighese Powerplay Studio, stavolta per l’etichetta Livana Music. «Ho voluto una creazione caotica come caotico è il cosmo dei nostri pensieri, a volte spaventoso, un caos interno con il quale facciamo fatica a relazionarci nonostante sia parte di noi. Ugualmente, ho voluto un suono amorevole, come l’intuizione che alla fine si fa avvicinabile e ti accompagna nella direzione giusta». Inframezzata da una versione live di ‘Parallel Universe’ (sempre da ‘Constellations’), pubblicata lo scorso 27 gennaio, ‘Choral of Thoughts’ è un proseguimento dell’introspezione umana contenuta in ‘Stranger’, brano scritto in luglio per il Floating Notes Festival di San Bernardino, più tardi video: «Sto lavorando a cose nuove per un progetto completo che va più verso l’universo interiore che non quello di ‘Constellations’, rivolto verso l’esterno». L’onda lunga del primo album è arrivata sino a ‘Light’, il cui video è uscito a novembre: «Viene dall’amicizia nata con Jess Gardolin, acrobata per la Compagnia Finzi Pasca, e da un colpo di fortuna datomi dalla creatura luminosa creata dal mio vicino di casa, con il quale da anni ci facciamo ‘ciao’ dalla finestra. Sapevo fosse un designer ma non avevamo mai lavorato insieme. Poi qualcuno mi ha segnalato che l’opera all’aeroporto di Zurigo era la sua». L’installazione luminosa è ‘Chandelier’ all’interno di ‘The Circle’, il suo creatore è Simon Husslein.
‘Choral of Thoughts’ e tutto il resto scritto da Chiara è sufficientemente artistico per stare dentro ‘Le stanze dell’arte’ di Chiasso, evento di arte e musica all’interno del quale Dubey suonerà il prossimo 26 marzo, nel locale Cinema Teatro: «Sarò in formazione simile al concerto di Locarno, quintetto d’archi, pianoforte, elettronica, io come cantante e violinista ma con parte dell’elettronica che vorrei tenere in mano». Applicata a violino e voce.
Chiasso sarà il momento di ripartenza tanto atteso: «Sono anche riuscita a organizzare un piccolo tour tedesco, Berlino, Amburgo e probabilmente Kassel, i miei primi concerti all’estero», per un «road trip in auto, col baule ricolmo di attrezzature e pasti da consumare in autostrada». Un Volkswagen Transporter stile Woodstock? «Mi sarebbe piaciuto, ma è solo l’auto spaziosa di mia madre». Nel frattempo, non la vederemo a Eurovision: «Oh no. Non ho nulla contro, e nemmeno contro Sanremo. È che non credo di esservi adatta. E per Sanremo non sono più giovanissima, nemmeno rientro nella categoria Giovani». Sull’esservi adatta, il pensiero è opinabile. Quanto ai suoi 28 anni, detto con Fossati, c’è tempo.