Dopo la bocciatura per un solo voto dell’apertura durante tutti i sabato sera, Quadri: ‘Non c’è richiesta’; Cappelletti: ‘L’offerta crea domanda’.
Un’occasione persa o una valutazione di buon senso? La politica luganese si divide di nuovo sull’annoso tema delle politiche giovanili. Stavolta l’autogestione, gli assembramenti in tempi di restrizioni sanitarie, la presunta carenza di eventi o le risse con o senza poliziotti non c’entrano. La spaccatura è andata in scena lunedì sera durante la seduta di Consiglio comunale (Cc) e riguarda un tema all’apparenza pacifico: i centri giovanili. Come all’apparenza sembrava pacifica la richiesta, formulata in un emendamento al Preventivo 2022: estenderne l’apertura a tutti i sabato sera, e non solo in parte come adesso, per un totale di circa 20’000 franchi (al netto dei contributi). L’emendamento alla fine, su indicazione del Municipio peraltro, è stato bocciato con 24 voti contro 23. Un risultato risicatissimo che una volta in più, dopo il recente caso del salario minimo comunale, mette in evidenza una frattura importante nel legislativo e un equilibrio di forze che fra Cc e Municipio non appare del tutto il medesimo.
Votazione a parte, abbiamo cercato di capire meglio come mai un emendamento che sembrava di poco conto si è arenato sullo scontro politico. E iniziamo da lì, dove la richiesta ha ricevuto il primo no, in esecutivo. «Intanto il Municipio non ha fatto una valutazione politica, ma tecnica – sostiene Lorenzo Quadri, capodicastero Formazione, sostegno e socialità –. Stiamo parlando di 20’000 franchi e tutti ne sono consapevoli. Certo, si tratta pur sempre di soldi pubblici che vanno spesi in maniera oculata, ma è una cifra modesta, non una sulla quale fare una guerra di religione. Abbiamo proposto di respingere l’emendamento perché sarebbero stati soldi non spesi bene». Perché? «Come indicato dai servizi sul territorio, non c’è una richiesta in tal senso».
Tuttavia, i centri giovanili di Viganello e Breganzona sono già aperti rispettivamente due e un sabato sera al mese. Se la richiesta non c’è, non è sensato a questo punto chiudere anche in questi giorni? «Ribadisco che dalle indicazioni ricevute dagli operatori sul territorio gli orari di apertura attuali risultano adeguati – la replica del municipale –. Se in un futuro, anche prossimo, ci sarà l’esigenza di cambiarli lo si farà. Bisogna essere elastici, non fissare le cose così nel preventivo, soprattutto perché stiamo parlando del mondo giovanile che è per antonomasia in evoluzione. La disponibilità ad aumentare la spesa se c’è un reale beneficio è data. E la conferma è l’estensione dell’apertura per dodici mesi». Ossia? «La scorsa estate è stata testata l’apertura dei due centri giovanili anche in luglio e agosto e ha dato buoni frutti. Si è quindi deciso di applicarla regolarmente e sottolineo che è una decisione che arriva da valutazioni interne e non da richieste del legislativo».
Per Quadri inoltre, il fatto di avere «un po’ più di risorse (i circa 20’000 franchi, ndr) per il settore delle politiche giovanili, ci permetterà di fare ora altre cose». Ad esempio? «Attualmente gli operatori di prossimità, peraltro recentemente potenziati di una unità, hanno la loro sede al centro giovani di Viganello, che però non è molto centrale. L’idea è di trovare una sede quindi più centrale, dove c’è passaggio di giovani, dove loro possano entrare anche spontaneamente, interagire con gli operatori ed questi ultimi essere più visibili». Inoltre, a breve il centro giovanile di Viganello, che ha una sala insonorizzata, verrà messo a disposizione per i gruppi musicali affinché possano fare le proprie prove. «Non qualsiasi spesa sotto la voce ‘giovani’ è giustificata, ma lo sono solo quelle che hanno un riscontro effettivo», chiosa Quadri.
Di segno decisamente opposto le considerazioni invece di Edoardo Cappelletti (Pc), promotore dell’emendamento in questione. «A mio modo di vedere si è trattata di un’occasione persa per il Cc di dimostrare una sensibilità rispetto alle ripercussioni sociali della pandemia, che hanno interessato molto i giovani – premette il consigliere comunale –. Si sarebbe potuto apportare un miglioramento concreto a quelle strutture che garantiscono possibilità di aggregazione alle nuove generazioni». E perché metà del legislativo non ha riconosciuto questa problematica nei medesimi termini? «Un motivo penso sia la scarsa sensibilità rispetto agli attuali bisogni dei giovani dopo l’emergenza sanitaria. E poi credo che ci sia una preclusione rispetto a proposte molto mirate che arrivano dall’altra parte dell’emiciclo».
E l’indicazione data dal Municipio? Si giustifica? «Dei passi avanti sono stati fatti dall’esecutivo, ma in quest’ambito un immobilismo su proposte di questo genere è criticabile. Con poco si sarebbe potuto fare molto di più». Si dice che non ci sarebbe l’esigenza. «Io penso che il sabato sera i giovani hanno bisogno di svagarsi e trovarsi e quindi un potenziamento sarebbe stato appropriato. E molto spesso è l’offerta che crea una domanda, soddisfando un bisogno latente. Peccato, perché nulla impediva di approvare un emendamento molto contenuto e fra un paio di anni stilare un bilancio e poi valutare se percorrere altre strade. In questo senso il Municipio avrebbe potuto proporre una sperimentazione, per dimostrare maggior sensibilità».
E sul tema si è in giornata espressa anche quella consistente parte di legislativo che ha votato invece a favore dell’emendamento: Ps-Pc, Verdi, e gruppo misto Ticino&Lavoro-Più Donne. Parlando di “politica di rigore, che ha un sapore ideologico in un contesto in cui la pandemia ha dimostrato che un ente pubblico forte è indispensabile”, i capigruppo definiscono “sconcertante” la bocciatura. “Una loro approvazione avrebbe permesso infatti di compiere una serie di passi avanti in campo occupazionale, scolastico, giovanile e ambientale, che sarebbero andati a tutto favore della cittadinanza e di uno sviluppo progettuale del nostro Comune” si sostiene in una nota.