Il Municipio ha convocato una Commissione. Da 19 anni il Centro condivide con i ragazzi attività ed esperienze
La speranza per il Centro Giovani di Stabio, in aggiunta alla fine delle problematiche riguardo alla pandemia, è quella di riuscire a trovare una nuova struttura adatta ad accogliere i giovani con le loro proposte e attività. Lo spazio giovani a oggi è un prefabbricato, nato come soluzione provvisoria, che per quanto sia stato reso accogliente, non dispone dello spazio sufficiente. L’obiettivo è quello di trovare una sede vicino alle scuole e al centro del paese – seppur non in una zona troppo abitata – affinché tutti possano conoscerlo e raggiungerlo con facilità. Per il Municipio è un traguardo comune. A questo proposito ha convocato una Commissione giovani a sostegno del Comune che ha portato delle proposte di appello anche attraverso i social media.
Sono passati 19 anni da quando il Comune di Stabio ha aperto l’Ufficio per le attività giovanili che si è poi trasformato nell’attuale Centro Giovani. Da allora ha accolto centinaia e centinaia di ragazzi diventando un vero e proprio luogo di incontro e di gestione del tempo libero in cui fermarsi per svagarsi, divertirsi, instaurare amicizie e raccontarsi, seguiti da una figura adulta e professionale. In tutti questi anni il Centro, gestito dall’animatrice sociale ed educatrice Carla Monachesi Schneider, ha dato grande importanza alle esigenze dei giovani fra i 12 e i 18 anni, permettendo loro di proporre attività e donando loro i mezzi e il sostegno per poterle realizzare.
La filosofia del Centro è proprio quella di lasciare libertà di scelta, senza pianificare un calendario, seguendo le richieste del momento. Le attività nascono in maniera estemporanea: «Una sera si fa il karaoke, si ascolta musica, si balla, si sta in silenzio, si parla di argomenti importanti, si guarda un film, si gioca» spiega l’animatrice. È uno spazio che insegna la convivenza, la condivisione, lo spirito collaborativo e il rispetto reciproco, «si tratta di un’educazione informale che partendo dai gesti quotidiani cerca di insegnare una serie di valori». Tra le proposte più frequenti c’è quella di cucinare. Lo spazio dispone di una cucina pensata affinché si possa lavorare insieme coinvolgendo tutti. Oltre alla cucina, c’è una zona divani, un tavolone conviviale, un footbalino, uno spazio esterno con gazebo e dei divanetti colorati.
La fascia di età che frequenta di più il centro è quella dai 14 ai 16 anni, ovvero i ragazzi che sono in quarta media.
«L’ultimo anno è il momento in cui sentono più il bisogno di uno spazio loro in cui esprimersi e hanno solitamente meno impegni rispetto a quelli di prima e seconda», prosegue l’animatrice. In passato ci sono stati casi in cui i giovani hanno proposto e organizzato eventi musicali che hanno avuto molto seguito: «In particolare ricordo dei contest di musica hip-hop e rap che si svolgevano nelle palestre delle scuole medie di Stabio e arrivavano dalle 200 alle 300 persone. L’organizzazione era stata fatta da 40 a 60 ragazzi che hanno avuto modo di imparare a creare un evento, tenendo conto di tutti gli aspetti legati alla sicurezza, all’impianto elettrico, al palco, alla musica e a come si contratta con i gruppi. Hanno proprio preso in mano l’organizzazione dei concerti nelle palestre, invitando artisti dall’America, dalla Francia, dall’Italia e dalla Svizzera interna e sono andati avanti per molti anni», racconta Monachesi Schneider.
Un’altra importante attività che è stata proposta dal Centro per due anni consecutivi, con l’aiuto di un’agenzia multimediale, è Mysteria che consiste in un gioco multimediale in cui veniva utilizzata la realtà virtuale grazie all’uso dei cellulari e di applicazioni, «bisognava inquadrare dei disegni fatti apposta e questo attivava un racconto o un filmato con degli indizi, era una sorta di caccia al tesoro che portava a scoprire il territorio, la storia e i luoghi più importanti di Stabio».
I cambiamenti di attività e di proposte sono dovuti al cambio generazionale ma in particolare a seconda delle varie compagnie che frequentano il Centro, «c’erano gruppi che guardavano solo film, altri che amavano cucinare, alcuni erano interessati ad attività più manuali e creative. Cambia molto in base al gruppo che partecipa e bisogna essere elastici». L’elasticità, la capacità di instaurare un rapporto di fiducia e rispetto con i giovani e un’attitudine energica sono le qualità che un animatore e un’animatrice devono avere, oltre alla formazione in ambito sociale, per poter gestire il Centro, che attualmente ha aperto il concorso per questa posizione.