Il Municipio è pronto a lanciarsi in una campagna di marketing territoriale. Nel frattempo, da qui al 2027 si annuncia un aumento del moltiplicatore
Nel decalogo degli obiettivi che attendono al varco il Municipio di Mendrisio nei prossimi anni è ‘solo’ al terzo posto. Ma si capisce bene che l’idea di ‘vendere’ l’immagine della Città (e le sue virtù) oggi è in cima ai pensieri dell’esecutivo locale. Ne va del tessuto sociale ed economico e del ruolo di Comune-polo che il capoluogo del Distretto intende tenersi ben stretto (e anzi rivendica agli occhi del resto del cantone). E qui ambizioni e finanze si vanno a intrecciare in modo inevitabile. Non per nulla nel piano programmatico da qui al 2027 si prospetta un ritocco obbligato del moltiplicatore, pur muovendosi con cautela. La tabella, però, parla chiaro e segnala un aumento di due punti – dal 75 al 77 per cento – a partire dal 2023. In caso contrario si dovranno erodere non poco le riserve cittadine. Tanto più che Mendrisio non vuole rinunciare a investire nel proprio avvenire: l’intendimento è quello di veleggiare attorno ai 17 milioni l’anno (a cui sommare 14 milioni per le Aziende industriali); numeri «decisamente importanti», senza esagerare.
Il Piano finanziario ed economico messo sul tavolo oggi, mercoledì, dal Municipio è il primo documento strategico con cui la Città si prepara a fare i conti. Il Comune, di fatto, si è già messo a dieta per riuscire a contenere la spesa pubblica – per il 2022 si è previsto un risparmio di 600mila franchi –, con la consapevolezza però di essere solo agli inizi di un esercizio impegnativo. Mendrisio sa di dover remare controcorrente a fronte di un “certo deficit” strutturale – che si è consolidato negli ultimi cinque anni –, di una pandemia che ha “mutato le carte in tavola” e di un margine di autonomia che è andato via via restringendosi.
Nel futuro prossimo ci si ritroverà, insomma, a navigare tra incognite e opportunità. A non essere cambiata è la fiducia nelle proprie potenzialità. «Dalle cifre a Piano finanziario – annota il sindaco Samuele Cavadini – emerge una certa operosità». Una caratteristica su cui ci si ripropone di fare leva. Dicevamo, infatti, della strategia per “attrarre nuovi residenti e nuove aziende”. Ecco che la Città intende sfoderare tutto il suo ‘appeal’. Quella di attrarre attività economiche da un lato e residenti dall’altro – con l’intento di frenare la decrescita – è nei fatti una esigenza, come conferma lo stesso sindaco. Dalla sua Mendrisio ha una riconosciuta posizione geografica strategica, un’ampia gamma di servizi – che si vuole mantenere di ottimo livello –, nonché una fiscalità che ci si prefigge di «preservare» al fine di strizzare l’occhio a nuovi insediamenti. Ancora una volta pensando ad attività commerciali, del terziario e industriale, la parola magica è ‘alto valore aggiunto’ a fronte di un tessuto economico eterogeneo.
Viene da chiedersi, a questo punto, quale sia il margine di manovra della Città per essere più attrattiva. «La nostra idea – risponde a ‘laRegione’ il sindaco Cavadini – è quella di attuare una strategia mirata di marketing territoriale. Capire chi siamo per far comprendere anche agli altri le potenzialità di questo territorio, dove è possibile fare impresa e vivere. Spesso – richiama ancora – il Mendrisiotto è descritto con accezioni negative – il rifermento è all’inquinamento e al traffico, ndr –, ma qui si vive bene».
Daniele Caverzasio a capo delle Finanze cittadine dal canto suo è categorico: «Mendrisio non è una città statica ed è già attrattiva, come dimostrano gli investimenti effettuati sin qui a vantaggio del campus universitario, delle scuole, dell’ospedale o della rete anziani e del centro culturale LaFilanda. Quindi offre molto (se consideriamo che si contano centinaia di eventi) e ci siamo resi conto anche che sono nate varie iniziative. Poi, certo – riconosce il municipale –, vi è il moltiplicatore, che occorre cercare di mantenere appetibile. La scelta di portarlo al 77 per cento è una soluzione di compromesso proprio per conservare il ruolo di polo, la qualità di vita e la solidità».
Volendo puntare su una politica della promozione dell’immagine, d’altra parte, gli argomenti non mancano di certo. «Se solo pensiamo – fa presente il municipale Massimo Cerutti – che, unici in Ticino, abbiamo due stazioni – a Mendrisio e a San Martino –, che salgono a tre con Capolago e vantiamo due beni iscritti nelle liste dei patrimoni Unesco, il Monte San Giorgio e le Processioni storiche...». La Città è ricca sotto questo profilo. «E non trascuriamo nemmeno il fatto – aggiunge Françoise Gehring, a capo del Dicastero politiche sociali e di genere – che è una realtà innovativa, ad esempio nella politica giovanile. L’essere il primo Comune pilota svizzero quale città delle bambine e dei bambini ci ha portato i complimenti della Confederazione».
Se c’è un nodo irrisolto per Mendrisio, ma non solo, è invece quello dei rapporti con il Cantone. «Si tratta di una sfida annosa – ammette il sindaco Cavadini –. Ci ritroviamo in effetti con una serie di aggravi e compiti che determinano l’ampliamento della spesa. Tirate le somme la nostra autonomia è limitata a 3-4 franchi ogni 10». Volendo quantificare da diversi anni ormai questi flussi finanziari si attestano a oltre 21 milioni. Dovendolo classificare, fa capire a sua volta Daniele Caverzasio, il progetto Ticino 2020 va sotto le incognite.
Tra le cifre del Piano finanziario delle Aziende industriali balza all’occhio poi un aumento. Dall’anno prossimo, infatti il prezzo per metro cubo dell’acqua potabile passerà da un franco e 20 – costo rimasto invariato negli ultimi sette anni – a un franco e 30. Un rincaro dettato dalla necessità di contenere il disavanzo di esercizio della sezione acqua potabile e riverbero dell’entrata in servizio dell’Acquedotto regionale (ma questo era già stato annunciato). In buona sostanza questo ritocco verso l’alto comporterà una maggiore spesa stimata in 10 franchi per una famiglia. «In ogni caso – chiosa il Municipio – restiamo al di sotto della media cantonale».