L‘investimento previsto cresce in maniera cospicua. Gli impieghi a tempo pieno passano da 300 a 360. ’Più lavoro grazie alle componenti tecniche’
Sono due le grandi novità contenute nel piano industriale per le nuove Officine Ffs previste a Castione: l’investimento complessivo passa da 360 ad addirittura 580 milioni, mentre gli impieghi a tempo pieno saranno 360 e non 300. Modifiche sostanziali rispetto a quanto preventivato legate, è stato spiegato oggi pomeriggio durante una conferenza stampa, a una previsione di crescita delle attività nel futuro stabilimento, ai lavori preparatori e allo sviluppo dell’area. «580 milioni è una bella somma se pensiamo a quanto previsto dalla dichiarazione d’intenti firmata nel 2017», ha in effetti esordito la direttrice Ffs Regione Sud Roberta Cattaneo, la quale ha spiegato che «nel frattempo il progetto è cresciuto, abbiamo aggiunto contenuti importanti, non solo di quantità ma anche di qualità». Circa 454 milioni (320 messi sul piatto dalle Ffs e 120 da Cantone più Città di Bellinzona) saranno necessari per la costruzione dello stabilimento, i binari annessi e le opere di interesse comune come strade e canalizzazioni. Circa 3,5 milioni andranno a finanziare il ristorante (mensa con 150 posti per i collaboratori) mentre 122 saranno destinati all’allacciamento ferroviario e il deposito dei treni Tilo.
La direttrice Ffs regione sud, Roberta Cattaneo, martedì a Bellinzona col sindaco Mario Branda e il vicesindaco Simone Gianini (Ti-Press/Crinari)
È in particolare la manutenzione delle componenti tecniche (in questo senso Cattaneo ha ringraziato i collaboratori Ffs «per essere riusciti a portare in Ticino lavoro in più») che va ad aumentare il carico di lavoro e l’investimento complessivo: carrelli, motori di trazione, trasformatori, climatizzatori, pantografi, molle, ventilatori per motori, meccanismi di apertura delle porte, freni, ganci di trazione, ecc. «La lavorazione delle componenti è aumentata, e questo ha permesso di prevedere un maggiore volume di lavoro e di conseguenza anche un aumento dei collaboratori occupati all’interno dello stabilimento», ha dichiarato Cattaneo. «Aumentando il volume di lavoro, avremo dunque bisogno di più spazio e lo stabilimento sarà dunque più grande rispetto a quanto preventivato». Ai 360 lavoratori a tempo pieno si aggiungerà un’ottantina di apprendisti impiegati presso Login, partner delle Ffs.
Dal documento (non integrale) presentato ai media emerge che su 360 Fte (Full time equivalent) saranno circa 280, ogni giorno, i tempi pieni “direttamente o indirettamente produttivi ”: 75 sui treni passeggeri Flirt, 52 sui Giruno e 60 sugli Etr; 37 faranno la manutenzione delle locomotive e 53 delle componenti. A questi si aggiungeranno 48 posti a tempo pieno per logistica e magazzino, mentre altri 35 (un decimo della forza lavoro quotidiana) saranno da considerare a riposo. I treni manutenuti saranno i Flirt Tilo, per un totale di 54 veicoli, i Giruno, 29 veicoli, gli Astoro, 19 veicoli, e un centinaio di locomotive. Giornalmente saranno almeno 26 i veicoli in entrata nello stabilimento. Dal Piano industriale emerge anche che la manutenzione pesante e la revisione modulare degli elettrotreni rappresenterà il 43% delle lavorazioni previste, la manutenzione leggera il 15%, la manutenzione pesante delle locomotive il 7% e la gestione delle componenti il 35%. Per il personale della manutenzione leggera i cambiamenti più importanti riguarderanno “l’introduzione di nuove flotte” e per quello della manutenzione pesante “il passaggio da attività prevalentemente meccaniche ad attività elettriche con un più elevato grado di digitalizzazione”.
I consiglieri di Stato Claudio Zali e Christian Vitta martedì a Bellinzona durante la presentazione (Ti-Press/Crinari)
«Quella di oggi è una tappa chiave di una procedura che ci porterà a realizzare un impianto estremamente importante nel nostro Cantone che marcherà sicuramente la storia industriale delle ferrovie per i prossimi 50-100 anni», ha rimarcato il consigliere di Stato Christian Vitta. Il processo è stato lungo, è passato attraverso la firma di una lettera di intenti «abbiamo superato anche la votazione popolare a livello cantonale e quindi anche il popolo ha avallato questo indirizzo che ci siamo dati. E oggi stiamo raccogliendo i frutti di un lavoro di squadra fatto a più livelli, cantonale, comunale e federale». L’operazione di 580 milioni di franchi, ha evidenziato Vitta, è uno dei più grossi investimenti che si stanno portando avanti in Ticino. «Parliamo di oltre 440 impieghi qualificati, apprendisti compresi, posti di lavoro con profili orientati al futuro. Questo progetto genererà a sua volta un altro sviluppo, che è quello del nuovo quartiere che sorgerà nell’attuale sedime delle Officine. Tutta questa operazione porterà a muovere investimenti per oltre un miliardo di franchi. Esprimo quindi soddisfazione per il traguardo raggiunto, non è ancora un punto di arrivo, ci sono ancora delle tappe da superare, ma questa era una tappa intermedia fondamentale». Dal canto suo, anche il consigliere di Stato Claudio Zali ha concordato su come questo progetto sia una grande successo sia per il Cantone che per la Città di Bellinzona.
Entusiasmo palpabile anche nelle parole del sindaco di Bellinzona Mario Branda: «Non credo che nella storia del cantone sia mai stato fatto un investimento di queste dimensioni in uno stabilimento industriale. Questo attesta anche la volontà delle Ffs di dare un seguito a questa gloriosa storia tra le Officine e Bellinzona che può continuare con questo nuovo stabilimento. Ora toccherà anche alla Città far la sua parte per quanto riguarda la pianificazione dell’attuale comparto occupato dalle Officine e posso dire che ci stiamo lavorando alacremente».
La caratteristica principale del nuovo stabilimento è data dal modello di produzione integrato/sincronizzato, grazie al quale i tempi di produzione saranno ottimizzati e, di riflesso, la disponibilità dei treni manutenuti aumenterà considerevolmente; questo modello produttivo assicura infatti che vi saranno sempre meno veicoli fuori servizio, contribuendo in questo modo a una riduzione dei costi a medio e lungo termine. Altra peculiarità è data dai cosiddetti “movers”, moderni sistemi di movimentazione che andranno a facilitare il lavoro dei collaboratori. Anche dal punto di vista dell’impatto ecologico ed energetico lo stabilimento di Arbedo-Castione risulterà all’avanguardia: il tetto dell’edificio sarà infatti un tetto verde, dotato di impianto fotovoltaico, e lo stabilimento non farà ricorso a nessun tipo di combustibile fossile.
Nonostante al Tribunale amministrativo federale di San Gallo siano ancora pendenti diversi ricorsi contro la riservazione d’area fatta dalle Ffs a Castione, Roberta Cattaneo ha ribadito che la scelta dell’ubicazione di Arbedo-Castione è definitiva e non c’è un piano B. Questo per due motivi, uno è temporale: «Abbiamo dei treni Giruno che devono essere manutenuti e quindi dobbiamo costruire questo stabilimento industriale nei tempi previsti perché altrimenti non sapremmo dove andare a manutenere questi elettrotreni di ultima generazione». Il secondo motivo è che in questo progetto le Ffs hanno già investito 20 milioni di franchi «per noi non c’è quindi nessun altra opzione al di fuori di Castione e questo deve essere chiaro».
Avvicinata dalla ‘Regione’, Roberta Cattaneo ha risposto alla domanda in merito a quanto attuali collaboratori (440 di cui 60 interinali) avranno un futuro a Castione. «Abbiamo sempre detto che tutte le persone che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato avranno un lavoro a Castione. Ci sarà un periodo di formazione. Per ogni collaboratore verrà allestito un piano di formazione individuale e avrà tempo fino al 2026 per prepararsi per il primo giorno nella nuova Officina».
Nei primi mesi del 2022 l’incarto relativo al nuovo stabilimento industriale sarà sottoposto all’Ufficio federale dei trasporti; nella seconda metà di aprile avrà inizio la pubblicazione dei piani presso il Comune di Arbedo-Castione e presso i Comuni interessati dai compensi delle superfici per l’avvicendamento delle colture (Sac). Per questa importante occasione le Ffs organizzeranno un’esposizione del progetto, una serata pubblica dedicata ai residenti e dei momenti informativi durante i quali i rappresentanti delle Ffs saranno a disposizione per fornire le informazioni necessarie e rispondere alle domande.
Si è detto indignato Gianni Frizzo, portavoce della Commissione allargata dei dipendenti (Cope) della Officine, per il fatto che le Ffs abbiano trasmesso alla Cope il piano industriale solamente ieri sera. E questo, si è unito al presidente dell’Associazione Giù le mani il presidente della Cope Ivan Cozzaglio, dopo che le ferrovie - in occasione delle riunioni di piattaforma del 30 aprile e del 7 maggio - avevano assicurato che avrebbero sottoposto in anticipo il documento alla Cope al fine di captarne dubbi e osservazioni. «Si tratta di un agire irrispettoso nei confronti delle maestranze che noi rappresentiamo», ha detto Cozzaglio durante una conferenza stampa andata in scena prima dell’incontro informativo organizzato dalla Ffs, spiegando ai giornalisti presenti che la Cope ha deciso di non presenziare alla riunione di piattaforma tenutasi prima dell’incontro informativo alla presenza dei rappresentanti delle Ffs e delle autorità politiche cittadine e cantonali. «Non si tratta di frustrazione: avremmo voluto essere coinvolti per questioni di sostanza, per lottare per più forza lavoro. E oggi non gioiamo, perché eravamo partiti con la richiesta di mantenere 500 posti di lavoro», ha dal canto suo aggiunto Frizzo. La Cope ha poi rimarcato come avesse chiesto alle Ffs di fermare qualsiasi decisione sulle attività con clienti terzi e con Ffs Cargo (attività che non sono previste, se non in minima parte, nel nuovo stabilimento). Questo orientamento, ricordiamo, rappresenta da sempre un punto di scontro fra Ffs e la Commissione del personale allargata, secondo cui meglio sarebbe restare attivamente sul mercato in entrambi i settori, pena dover dipendere da uno solo con i rischi immaginabili.