Oggi le Ffs comunicheranno i dettagli del Piano industriale: ecco le prime cifre, che richiedono tuttavia dei chiarimenti sul lato occupazionale
Quante persone saranno impiegate nelle nuove Officine di manutenzione che le Ffs intendono realizzare a Castione con entrata in servizio il 10 marzo 2026? Quanti degli attuali 450 collaboratori (in gran parte fissi e gli altri interinali) vedranno confermata la loro funzione? Quanti e quali convogli saranno sottoposti a manutenzione? E qual è la reale prospettiva di consolidamento e crescita dello stabilimento sul medio e lungo termine? A questi e altri interrogativi dovrà dare risposta il Piano industriale, elaborato dalle Ffs, che sarà presentato ai media oggi pomeriggio e Bellinzona dopo che le stesse Ferrovie lo avranno sottoposto sul mezzogiorno alle varie parti coinvolte nella Piattaforma di dialogo. Uno dei dati principali che emerge, stando a quanto la ‘Regione’ ha appreso, è l’ulteriore aumento dei posti a tempo pieno rispetto a quanto era stato annunciato lo scorso marzo dalle Ffs segnalando un passaggio dai 200-230 indicati nel dicembre 2017 – quando fu firmata la dichiarazione d’intenti tra Ferrovie, Consiglio di Stato e Municipio di Bellinzona – ad almeno 300. Ebbene oggi le Fte (Full time erquivalent) vengono indicate a quota 360. Un incremento che – se confermato nei fatti – sarebbe una buona notizia per i dipendenti e per i partner istituzionali coinvolti, in primis Cantone e Città che hanno stanziato rispettivamente 100 e 20 milioni per un investimento complessivo che dovrebbe lievitare da 360 milioni a circa 400 e oltre. Una cifra di 360 tempi pieni che richiede tuttavia un chiarimento di dettaglio, in primis confrontando le previsioni per il nuovo stabilimento con la situazione attuale, distinguendo cioè per mansioni attuali e future, nonché per posti di lavoro oggi sparsi in più siti e non facenti parte di quello cittadino. Un altro dato che emerge dal Piano industriale è il numero di apprendisti destinato a trovare un’occupazione sempre a Castione: 80 contro i 60 annunciati in marzo.
Scorrendo le cifre del Piano industriale, emerge che su 360 Fte saranno circa 280, ogni giorno, i tempi pieni “direttamente o indirettamente produttivi”: 75 sui treni passeggeri Flirt, 52 sui Giruno e 60 sugli Etr; 37 faranno la manutenzione delle locomotive e 53 delle componenti. A questi si aggiungeranno 48 posti a tempo pieno per logistica e magazzino, mentre altri 35 (un decimo della forza lavoro quotidiana) saranno da considerare a riposo. Dal Piano industriale emerge anche che la manutenzione pesante e la revisione modulare degli elettrotreni rappresenterà il 43% delle lavorazioni previste, la manutenzione leggera il 15%, la manutenzione pesante delle locomotive il 7% e la gestione delle componenti il 35%.
A differenza del passato, quando i treni merci costituivano una fetta sostanziosa del lavoro svolto a Bellinzona, il futuro a Castione viene dunque confermato nel mercato passeggeri. Il nuovo stabilimento industriale dipenderà da Ffs Produzione Viaggiatori e “rappresenta un elemento fondamentale per la strategia di manutenzione della flotta del traffico viaggiatori per la flotta internazionale e regionale”. Traffico viaggiatori per il cui mandato le Ffs riservano la “massima priorità”. Per contro le attività con clienti terzi e con Ffs Cargo sono ritenute “auspicabili, ma di priorità subordinata”. Questo orientamento, ricordiamo, rappresenta da sempre un punto di scontro fra Ffs e la Commissione del personale allargata, secondo cui meglio sarebbe restare attivamente sul mercato in entrambi i settori, pena dover dipendere da uno solo con i rischi immaginabili. D’altronde già lo scorso gennaio le Ffs avevano sterzato verso la nuova strategia decidendo di dire addio con quattro anni di anticipo alle lavorazioni sui convogli merci (ma non sulle loro componenti) anticipando l’internalizzazione, già nel 2022 nelle vecchie Officine di Bellinzona e per la durata di quattro anni, del risanamento, modernizzazione e manutenzione pesante dei tremi passeggeri Astoro impiegati sull’asse Germania-Italia via Svizzera attraverso Gottardo e Briga-Domodossola. Internalizzarli, spiegavano ancora le Ffs lo scorso gennaio, “significa acquisire maggiori competenze e know-how e soprattutto preparare i collaboratori delle Officine di Bellinzona ai compiti previsti nel nuovo stabilimento”. Nel quale, viene specificato oggi, “per la prima volta vengono combinate la manutenzione pesante e leggera e la revisione modulare. Inoltre, sono integrate anche progettazione e rigenerazione delle componenti. Ne deriva un vantaggioso miglioramento nell’utilizzo delle sinergie tra le attività e nella reazione alle fluttuazioni di capacità”.
Ma, appunto, qual è la prospettiva di crescita del nuovo stabilimento di Castione, dove l’ultimo operaio proveniente da Bellinzona arriverà verso fine 2027, ossia un anno e mezzo dopo il primo? Sul fronte delle locomotive per il traffico merci, per esempio, si spiega che “i potenziali non cresceranno rispetto a oggi” perché “i produttori e i venditori intendono effettuare internamente la manutenzione pesante e leggera”. Da qui l’obiettivo di “introdurre e attuare misure corrispondenti per rafforzare la posizione sul mercato, in particolare nazionale, già nelle Officine di Bellinzona e poi anche nello stabilimento di Castione”, e meglio avviando “nuove commesse con l’introduzione di nuove forme commerciali come partenariati con produttori o con società di leasing”.
Per il personale della manutenzione leggera i cambiamenti più importanti riguarderanno “l’introduzione di nuove flotte” e per quello della manutenzione pesante “il passaggio da attività prevalentemente meccaniche ad attività elettriche con un più elevato grado di digitalizzazione”. Non da ultimo, l’innalzamento degli standard di qualità e sicurezza “richiederà un crescente ampliamento delle competenze per poter valutare la corretta applicazione degli standard definiti”.