L’annuncio di Vitta (Dfe) questo pomeriggio in Gran Consiglio: ‘Aiuti tempestivi che hanno sostenuto il tessuto economico grazie a un lavoro di concerto’
Fino al 5 novembre, quindi tre giorni fa, nell’ambito dei casi di rigore in Ticino sono stati erogati oltre 150 milioni di franchi, a favore di circa 2’300 aziende. Il dato aggiornato lo ha comunicato il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta questo pomeriggio in Gran Consiglio, intervenendo - a tratti fermamente piccato - nel dibattito sulla mozione del Ps che chiedeva di sostenere le microimprese e gli indipendenti più bisognosi nel pagamento dell’affitto commerciale. Mozione inoltrata nell’aprile 2020, a pandemia appena esplosa, e che è giunta in aula ‘solo’ oggi - avendo voluto il governo cantonale aspettare nei mesi scorsi le decisioni federali - e ritenuta (infatti) già evasa. Fatto che è stato sufficiente alla socialista Anna Biscossa per dire che «tanto è stato fatto certo, ma su questo tema il non essere stati tempestivi è stato un fallimento».
Fallimento? Vitta non ci sta. «Ricordo che proprio gli aiuti per i casi di rigore hanno permesso di sostenere le imprese attive nei settori più colpiti dalla pandemia nella copertura dei costi fissi, tra cui rientrano gli affitti». Aiuti che, sottolinea Vitta, «si aggiungono alle indennità per lavoro ridotto e alle indennità per perdita di guadagno Corona, che permettono di coprire parte dei costi del personale. Non va inoltre dimenticato - riprende il direttore del Dfe - che molte aziende e imprenditori hanno trovato degli accordi di riduzione o dilazione dei pagamenti dell’affitto direttamente con i proprietari, con solidarietà, anche attraverso azioni di sensibilizzazione dell’associazione di categoria». La critica di Biscossa - «si è fallito, ci voleva più urgenza su questo tema» - viene rispedita al mittente: «Non accetto questo termine - risponde Vitta -. All’inizio della pandemia sono stati distribuiti 1,3 miliardi di franchi di Crediti Covid, soldi che sono confluiti per evitare i fallimenti delle aziende. Poi sono arrivati interventi più mirati - spiega ancora il capo del Dipartimento finanze ed economia -, e l’insegnamento che traggo da questa esperienza è quanto sia importante non perdere mai la lucidità e far lavorare di concerto Confederazione, Cantone e Comuni: è questa la migliore risposta da dare ai momenti di crisi». Risposta che per Vitta ha permesso «di lavorare bene, con tempestività anche nei momenti più tesi».
E di soldi ne sono stati distribuiti. Per quanto riguarda le indennità per lavoro ridotto, informa Vitta, «da marzo 2020 ad agosto 2021 si parla di oltre 876 milioni di franchi, che hanno toccato in media mensile 34’310 lavoratori e 4’816 aziende, con picchi mensili all’inizio della pandemia che hanno raggiunto oltre 105mila lavoratori e oltre 15mila aziende, con tempestività, grazie anche alle finestre di crisi chieste con decisione e ottenute dal Consiglio di Stato». Per quanto riguarda le Indennità per perdita di guadagno Corona, «da marzo 2020 a luglio 2021 sono stati dati 209 milioni di franchi a favore di circa 15’200 beneficiari». E si tratta solo degli aiuti principali, che non tengono conto di altri provvedimenti messi in campo nel tempo dal Consiglio di Stato ticinese meno reboanti ma che comunque hanno portato il loro contributo in una fase di crisi come quella vissuta.
Gli aiuti «rilevanti ed erogati il più rapidamente possibile» secondo Vitta hanno avuto un ruolo fondamentale nel «sostenere concretamente il tessuto imprenditoriale ticinese e nel superare il delicato momento congiunturale, anche meglio di altre realtà, mostrando progressivamente per il Ticino un miglioramento della complessa situazione economica». Miglioramento che si riscontra con i dati del Pil cantonale elaborati dal Bak Economics, che nell’ultima stima dell’ottobre 2021 «mostrano una contrazione su base annua pari al 2,8% nel 2020, mentre sono attesi tassi di crescita per il 2021 e il 2022, rispettivamente, del 3,7 e 2,2%».