La nuova frontiera nel riposizionamento delle zone periferiche è un trasporto pubblico ‘on demand’ (ed elettrico) gestito e pagato tramite app
Parrebbe cinguettare già con una certa energia, il passerotto simbolo del “Verzasca Mobile”. A due settimane dalla sua introduzione, il servizio di mobilità elettrica da e per la valle – con una ramificazione al Piano, ma limitatamente ad alcuni punti strategici dentro il perimetro compreso fra Tenero, Gordola e Riazzino – registra infatti l’interessamento di circa 200 persone. Se consideriamo che i residenti in Verzasca sono 900, e che loro sono i principali destinatari dell’iniziativa – la quota è decisamente soddisfacente. Ciò conferma la lungimiranza di chi – Comune di Verzasca, Associazione dei Comuni, Fondazione Verzasca, Ente regionale di sviluppo, AutoPostale, Ffs, Otlmv, Cantone con il suo Ufficio dello sviluppo economico e Confederazione – in due anni ha ideato, approntato, organizzato, sviluppato e concretizzato l’operazione. Che oltretutto si presenta come progetto pilota a livello nazionale che ha l’obiettivo di fare scuola in altre regioni discoste.
Cos’è, in tre parole, il “Verzasca Mobile”: è un servizio di mobilità flessibile, porta a porta, su prenotazione tramite app (o anche telefonica, 091 785 42 22) rivolto in primo luogo ai residenti – e secondariamente ai turisti con casa secondaria – che si spostano lungo l’asse di 26 chilometri della Verzasca, ma che per ragioni contingenti non possono o non vogliono utilizzare i mezzi pubblici o l’auto privata. L’area coperta è stata divisa in tre zone: Alta Valle (da Sonogno a Brione), Bassa Valle (da Brione alla diga) e Piano (Tenero e Gordola, fino a Riazzino). Viaggiare all’interno di ogni singola zona costa 5 franchi, quindi più del servizio pubblico di AutoPostale, ma meno di un taxi. Il vantaggio è che vengono a prendermi e mi lasciano esattamente dove lo richiedo. Prenotazioni e pagamento sono gestiti tramite l’applicazione per smartphone che confronta, valuta e ottimizza le richieste e organizza i viaggi, favorendo così una condivisione delle corse. Al momento è in servizio un bussino, ma presto se ne aggiungerà un secondo, così i due autisti assunti al 100% verranno affiancati, si è detto, da alcuni volontari.
Il “Verzasca Mobile” è da considerare una risposta intelligente alle criticità generate in valle nell’ambito della mobilità: un elemento fondamentale, per la popolazione verzaschese, del quale si occupa il Masterplan 2030 coordinato da Alessandro Speziali. Una mobilità sulla “cantonale”, ha ricordato stamattina a Vogorno il sindaco di Verzasca, Ivo Bordoli, «che è senza dubbio un problema prioritario». È significativo il fatto che il progetto pilota sia scattato a un anno esatto dalla nascita del nuovo Comune, che fra i temi principali annovera lo sviluppo demografico, sociale ed economico della valle, come rilevato dal sindaco di Gordola, Damiano Vignuta, presente soprattutto in veste di delegato dell’Associazione dei Comuni di Verzasca e Piano. «Parliamo di un progetto che rivoluziona il modo di pensare la mobilità nelle zone periferiche – ha affermato Vignuta –. L’obiettivo è mettere in moto le condizioni quadro che favoriscano la residenza in valle».
I contorni del traffico cui è confrontato il territorio verzaschese sono stati illustrati da Alan Matasci, presidente della Fondazione Verzasca: 4’500 auto al giorno in media; un boom dei camper; oltre 500 bus turistici all’anno; la presenza della mobilità lenta; un trasporto pubblico recentemente potenziato; e gli effetti del Ticino Ticket, «un’azione straordinaria ma che porta anche qualche criticità». Per districarsi in questo coacervo di variabili, ha aggiunto, «serviva un servizio facile, flessibile ed economico pensato appositamente per favorire chi vive e lavora in valle». Servizio che il coordinatore Lorenzo Sonognini ha poi spiegato nei dettagli, mettendo l’accento sia sul potenziale della app e della geolocalizzazione degli utenti – quindi del digitale –, sia sul valore aggiunto di un’offerta «che non è solo un trasferimento di persone, ma abbraccia il concetto del “ti do volentieri un passaggio”», toccando quindi anche l’aspetto delle relazioni umane.
La puntualizzazione di Valesko Wild, capo dell’Ufficio sviluppo economico del Dfe, è stata quella secondo cui parlando di “Verzasca Mobile” «per il Cantone non si tratta solo di un finanziamento. Il tema è riposizionare le zone periferiche in tutto il cantone. I Masterplan parlano proprio di questo: di mantenervi le attività economiche e crearne di nuove». Wild ha anche voluto sottolineare «la tenacia di chi ha lavorato per concretizzare questa iniziativa affinché non rimanesse sulla carta» e si è augurato che il progetto pilota «diventi esemplare per altre regioni in Ticino e in Svizzera».
Se lo diventerà, sarà anche grazie alla collaborazione, soprattutto come know-how, di AutoPostale, che – come spiegato da Alex Malinverno – «ha in gestazione in Ticino diversi progetti di servizio “on demand” da integrare laddove il trasporto pubblico non arriva a soddisfare tutti». Oppure a partire dai cosiddetti nodi intermodali dai quali il servizio di trasporto pubblico si irradia, come precisato da Roberta Cattaneo, direttrice regionale di Ffs il cui primo scopo è «sostenere le regioni nel loro sviluppo economico, permettendo di guadagnare in concorrenzialità». Proprio in relazione ai nodi di interscambio e al ruolo fondamentale che rivestono nello sviluppo della mobilità, Cattaneo ha parlato dell’«innovazione del trasporto pubblico, che cambia con nuove soluzioni in appoggio ai turisti, ma soprattutto ai residenti».
Il successo della soluzione verzaschese è ora nelle mani dei due giovani autisti e al passaparola che il servizio saprà generare in valle. I primi due anni sono considerati di prova e saranno fondamentali, ha aggiunto Sonognini, «per sondare, capire, raccogliere informazioni e censire eventuali criticità». In poche parole: per migliorarsi, e far sì che il mite passerotto di cui sopra non solo sappia cinguettare, ma anche volare sempre più in alto.