Alle battute finali l’operazione che si prefigge di restituire un centro polisportivo regionale per le società di ginnastica, arti marziali e arrampicata
Come una farfalla che si accinge a schiudere le ali, il movimento sportivo del Mendrisiotto sta per far volare un progetto tenuto nel cassetto per un decennio. Non è un caso se proprio il variopinto lepidottero è stato scelto come simbolo di una operazione ribattezzata SportAcademy – ispirandone altresì le forme architettoniche – e che ha tutte la carte in regola per riuscire. Costituita una fondazione, individuato il terreno adatto – a Genestrerio –, in tasca dal febbraio scorso la licenza edilizia staccata dalla Città di Mendrisio, manca davvero poco per dare forma e sostanza a un complesso che risponde alle necessità pratiche di tre realtà del territorio che ruotano attorno ai mondi di ginnastica, arti marziali e attività alpinistica. Per completare l’ultimo miglio, adesso, serve una mano da enti pubblici e privati, disposti a mettere mano alle proprie casse e destinare quell’aiuto finanziario che darà modo di raggiungere la cifra utile per aprire il cantiere. La campagna di raccolta fondi partirà oggi, giovedì, e sarà affiancata anche da un’azione di crowdfunding che coinvolgerà l’intera popolazione del Distretto. I promotori si danno sei mesi di tempo per centrare l’obiettivo.
Le Società di ginnastica del Mendrisiotto e Basso Ceresio, e con loro le Arti marziali del Mendrisiotto e la Sezione di Chiasso della Società alpinistica ticinese (Sat) sanno di avere dietro di loro il supporto istituzionale (a cominciare da Mendrisio) e popolare. Le dimostrazioni in questi ultimi anni non sono mancate. Prima però di dichiarare compiuta la missione c’è ancora un compito da assolvere: avere la garanzia di poter contare su tutti i 3 milioni di franchi necessari per realizzare il centro polisportivo a valenza distrettuale e acquistare le attrezzature del caso. Il tempo ora stringe, ma ci si muove con la consapevolezza di chi ha proceduto un passo alla volta, da quando, nel 2015, le prime società ginniche si sono sedute attorno a un tavolo a ragionare sull’idea di costruire una palestra ad hoc per la ginnastica artistica. Diego Solcà, presidente della Fondazione SportAcademy, può ripercorrere a memoria le varie tappe e i momenti salienti di una avventura che, ancor prima di veder nascere un Ente regionale per lo sport (oggi una certezza), è riuscita a far stringere un’alleanza a società di tre discipline diverse. A spingerle nella stessa direzione un bisogno comune: poter contare su nuovi spazi.
«Oggi è una giornata decisiva», ribadisce Solcà. Che potrebbe rappresentare una svolta per SportAcademy. «Per me – spiega – si tratta di un progetto importante che dà una risposta concreta alla mancanza di spazi». Fulvio Castelletti non ha dubbi, «la parola chiave sul piano sportivo ora è ‘necessità’ nell’ambito di tutte e tre le discipline». Realtà confrontate con il problema logistico se si considera che coinvolgono uno stuolo di persone (1’500 le cinque società di ginnastica, un centinaio a testa le arti marziali e il sodalizio alpinistico) e che fanno leva sulle palestre esistenti, punto di riferimento anche di altri settori. «Ed ecco che l’esigenza dichiarata sorge immediata», rimarca ancora Castelletti. È a quel punto che si è fatta strada la proposta di creare un centro ad hoc da utilizzare con «regolarità, continuità ed efficacia» e che offre l’opportunità alla Sat chiassese di allargare l’interesse per l’arrampicata anche alle scuole.
D’altro canto, poter far capo a delle strutture fisse, si fa notare dal gruppo promotore, è garanzia di qualità, che fa il paio con un ritorno di immagine (a beneficio dei futuri campioni). C’è poi un altro aspetto da non trascurare, su cui attira l’attenzione Castelletti: con due palestre specifiche sarà possibile «‘liberare’ le altre strutture – comunali e cantonali, ndr – a favore delle attività non di élite», si stimano dalle 18 alle 20 ore la settimana. In più, programmando gli allenamenti nella fascia del doposcuola, si ipotizza già di aprire il complesso a fruitori esterni.
Se il motore dell’iniziativa è, dunque, la comune necessità, alcune coincidenze fortuite hanno fatto da propulsore. Una di queste ha incrociato la strada di SportAcademy con il destino dell’ex biblioteca dell’Accademia di architettura, che sarà parte integrante del progetto. Per l’aula lignea realizzata nel 1996 e firmata dagli architetti Mario Botta e Aurelio Galfetti si prospetta, infatti, una quarta vita: una sfida stimolante per l’architetto Otto Krausbeck, autore dell’intuizione architettonica che disegna il futuro centro polisportivo. Con il suo riutilizzo (e risanamento completo) non solo si coprirà un terzo del fabbisogno di spazi ma si ripenserà pure il territorio in cui si andrà a inserire, accanto alla sala multiuso di Genestrerio; restituendo, come annota lo stesso architetto, un plus valore all’intervento. Il tutto «senza erodere troppo terreno circostante»: accesso e parcheggi resteranno gli stessi e le fermate dei mezzi pubblici sono a pochi passi. Anzi, si aprirà la strada a una nuova area verde.
In tutto e per tutto quella che si prospetta è una soluzione nel segno della sostenibilità ambientale e finanziaria oltre che dell’approccio collettivo. Caratteristiche che ispireranno pure la parte nuova del complesso, un padiglione lineare e su due livelli che farà posto a due palestre e alle attività ginniche e di arti marziali. Mentre a fungere da cerniera fra le due anime vi sarà una ‘torre lanterna’ adibita ad atrio e dedicata all’arrampicata.
Sul supporto istituzionale e popolare, come detto, non ci sono dubbi. Tanto la Città di Mendrisio che l’Ente regionale per lo sport sono dalla parte di SportAcademy e già diversi partner hanno dimostrato il loro sostegno. L’ultimo in ordine di tempo è l’esercito svizzero che, come annuncia Solcà, darà mano a recuperare l’ex biblioteca. Adesso, però, è venuto il momento anche di fare due conti, a fronte dell’investimento di 3 milioni. E qui a tenere d’occhio i bilanci è Angelo Bianchi, della cordata con Giorgio Montorfano, Fernando Coltamai e Matteo Quadranti. La situazione è chiara, illustra. «Al momento tra promesse di sussidio e sponsorizzazioni si coprono costi per 1,3 milioni. Da reperire, quindi, ci sono un milione e 600mila franchi», illustra Bianchi. A ciò si sommeranno i 40mila franchi l’anno per la gestione effettiva della struttura. La Fondazione è pronta, dunque, a bussare alla porta dei Comuni – agli enti pubblici si solleciterà al massimo il 26 per cento della spesa – e coinvolgere fondazioni ed enti privati. Mentre chiunque vorrà manifestare il suo appoggio concreto potrà aderire alla campagna di crowdfunding sulla piattaforma progettiamo.ch. La missione? Smantellare l’ex biblioteca nel 2022 e aprire il cantiere nel 2023.