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Sull'Hangar 1 si pianifica, sulla 'stufa' si riflette

Aeroporto di Locarno, a distanza di parecchi anni ancora non sono iniziati i lavori di rifacimento. Il Cantone rassicura: 'non l'abbiamo dimenticato in un cassetto'

11 giugno 2021
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Sono trascorsi più di tre anni dal voto del credito di 1,18 milioni per la ristrutturazione del vecchio Hangar 1 dell'Aeroporto cantonale di Locarno da parte del Parlamento, ma ancora poco o nulla si è mosso. Almeno all'apparenza, perché dietro, sulla carta, il lavoro di pianificazione e riqualifica di questa vecchia aviorimessa risalente agli anni Trenta (con uno sguardo riflessivo sull'intero comparto) sta andando avanti. Lo conferma Loris Bianchi, capo dei servizi generali e caposezione ad interim della Sezione amministrativa immobiliare del Cantone, che lascia intendere una prossima comunicazione al Gran Consiglio al riguardo degli sviluppi. Un primo rallentamento al progetto era giunto a seguito della partenza del precedente inquilino dello stabile, la Ruag Real Estate Ag, legata al Cantone tramite una convenzione ratificata dal Governo ticinese nel 2010. A quest'ultima è subentrata, nel gennaio del 2020, la AeLo Maintenance, emanazione di Alsa Aero Locarno con sede a Gordola, società che figura tre le prime cinque scuole di volo della Svizzera, potrà ampliare la propria offerta di servizi nel settore della manutenzione. «Siamo molto contenti della collaborazione con i nostri nuovi inquilini e dei risultati di crescita che stanno ottenendo. Ricordo che, nel caso specifico, non è lo Stato che investe nel settore aviatorio, bensì il Cantone concede il diritto d'uso dell'aviorimessa agli operatori che poi la gestiscono. L'Hangar 1 è una struttura vetusta, con evidenti limiti operativi, ce ne rendiamo benissimo conto. Per questo i necessari interventi dovranno essere apportati. Il dossier non è dunque dimenticato in un cassetto, a dispetto del fatto che siano trascorsi diversi anni dalla concessione del credito». Occorre comunque tener presente che, come richiesto da Berna, lo sviluppo edilizio dell'intero perimetro dev'essere ordinato e coordinato, in modo da garantire un ottimale inserimento urbanistico delle future costruzioni logistiche nel contesto.

La 'grande stufa', il Cantone ci ripensa?

Oltre agli investimenti che consentiranno di svecchiare il volto della parte civile dell'aeroporto cantonale vi è anche quello relativo alla nuova centrale termica (cippato a legna) che il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), per il conto di Armasuisse, sta realizzando (il cantiere è stato inaugurato qualche settimana fa) per soddisfare le necessità energetiche delle sue infrastrutture. Un'opera di grande valenza ambientale (se si pensa che consentirà, al solo perimetro militare, di risparmiare qualcosa come 70mila litri di olio combustibile all'anno!) alla quale anche il Cantone ha, da subito, guardato con interesse, ritenendo opportuno allacciare alcuni suoi edifici a confine con le infrastrutture militari alla struttura. A questo investimento, di circa 5 milioni di franchi, come detto, Bellinzona aveva subito strizzato l'occhio, dicendosi disposta a collaborare. Nel frattempo, però, secondo voci ben informate, questo interessamento è andato vieppiù affievolendosi. Ancora Loris Bianchi: «Avevamo un'opzione per un eventuale allacciamento anche della parte civile dell'aeroporto. I servizi logistici stanno valutando questa proposta d'intesa con Armasuisse». Resta il fatto che un'eventuale rinuncia cantonale potrebbe costringere i promotori a rivedere il progetto, adattandolo alle reali necessità. Armasuisse conta comunque di ultimare i lavori per l'autunno/inverno 2022. Con o senza la componente civile.

L'Alba di un nuovo giorno

Di tematiche legate al futuro dell'Aeroporto cantonale di Locarno si è parlato anche giovedì sera, in occasione dell'assemblea dell'Associazione locarnese e bellinzonese per l'aeroporto cantonale (Alba). Un incontro tenutosi alla presenza di un folto numero di soci che ha permesso a Fabio Käppeli, co-presidente con René Grossi, di tracciare un bilancio del lavoro portato avanti lo scorso anno (condizionato dalla pandemia) e di accennare, brevemente, alle proposte per l'anno in corso. Il 2020, come detto, è stato penalizzato dal covid ma ciò non ha impedito di organizzare, tra le altre cose, un seminario multidisciplinare con le aziende attive sullo scalo: il “Bak Economics”, pensato per offrire agli operatori utili consigli gestionali e strategici per affrontare il mercato ed eventuali crisi. Crisi che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ha affatto intaccato l'operatività dell'Aeroporto cantonale, dal momento che il lavoro per i vari attori non è  mancato. Anzi, l'attività è in espansione, com' è il caso del settore della manutenzione dei velivoli. Da qui la necessità di nuovi spazi dove poter alloggiare, in maniera consona, le aziende presenti, che assicurano rigorosi e regolari controlli tecnici. 

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