Trovato l’accordo con due soci (uno italiano, l’altro italo-brasiliano) per il passaggio del pacchetto di maggioranza del club. Ora la palla passa alla Lega
L’accordo per il passaggio di proprietà dell’Fc Lugano Sa tra Angelo Renzetti, attuale azionista di maggioranza con il 60 per cento delle quote societarie e il gruppo di investitori stranieri con il quale il presidente bianconero è in trattativa serrata ormai da settimane è stato raggiunto. Renzetti ha pure svelato chi si cela dietro questa operazione: due soci, un italiano e un italo-brasiliano, già ricevuti in Municipio.
Non che vi fossero poi troppi dubbi sulla sua felice conclusione, sulla quale lo stesso numero uno bianconero si era già espresso con ottimismo, parlando di accordo vicino. Ora, però, è giunta l’ufficializzazione da parte del Lugano che scioglie le ultime riserve circa la felice conclusione della transazione che prevede che Angelo Renzetti - dato, questo, per niente scontato - resterà alla testa del club in veste di presidente.
«Più che di un gruppo - conferma Il 67enne massimo dirigente -, si tratta di due persone, un italiano che si è già occupato di calcio nelle leghe inferiori del suo Paese e un brasiliano che ha recentemente preso il domicilio nel Canton Lucerna. Per prendere in mano il Lugano sfrutteranno una mia società che avevo creato per finanziare il club, ma che non ho quasi mai utilizzato. Di più non posso dire, una volta che sarà tutto finalizzato saranno loro a presentarsi al pubblico, io li ho introdotti al Municipio della città perché ritengo che fosse giusto farlo, a maggior ragione con la questione nuovo stadio ancora aperta».
Un punto quest’ultimo che ha spinto Renzetti a non abbandonare subito e in maniera totale la barca bianconera… «Resterò presidente per un po’ di tempo in maniera da garantire un po’ il trapasso tra la vecchia e la nuova gestione, in pratica continuerò a metterci la faccia, in particolare nella situazione relativa al Polo sportivo, fondamentale per il futuro della società (ma anche per tutta la città di Lugano) e su cui si voterà probabilmente in autunno. Ci tenevo a gestirla in prima persona e per questo ho deciso di rimanere, anche se per me non è forse la posizione più comoda, anzi. All’inizio della mia esperienza ho già fatto il presidente stando chiuso nel baule della macchina (quando il club era ancora in mano a Giambattista Pastorello, ndr), ma se chi guida va contro un muro mi faccio male anche io. Non è una bella sensazione, lo ammetto, ma era un atto dovuto nei confronti del club in un momento particolare come questo».
Quanto alle tempistiche, l’imprenditore locarnese assicura che dall’ufficio legale della Swiss Football League abbiamo ricevuto le dovute rassicurazioni, entro martedì dovrebbe arrivare l’ok definitivo per la mini licenza, così potremo iniziare a pianificare concretamente una prossima stagione il cui inizio della preparazione è pianificato per il 18 giugno. E con diversi contratti in scadenza da discutere, il lavoro non manca».
L’accordo è sì stato avallato (oltre che promossa) dall’azionista di minoranza Leonid Novoselskiy, ma, si legge nel comunicato, “è soggetto al realizzarsi di determinate condizioni”, ma soprattutto è subordinato “all’approvazione definitiva da parte della Swiss Football League”. La gestione sportiva dll’Fc Lugano passerà quindi di mano in mano solo al momento della suddetta approvazione da parte della Lega, e più specificatamente, della commissione delle licenze chiamata a esprimersi sulla citata minilicenza richiesta giorni da dalla società bianconero. "Condicio sine qua non" per la certificazione di un passaggio di proprietà per il quale c’è l'accordo tra le parti ma non ancora la certezza granitica.
Insomma, Renzetti e i suoi interlocutori sono d’accordo, il punto di partenza è questo. Tuttavia il passaggio del pacchetto di maggioranza del capitale azionario della Lugano Sa è subordinato all'approvazione da parte della commissione delle licenze che si sta chinando sul dossier ma che ancora non si è pronunciata. «Non è una questione di ore - ha confermato il responsabile della comunicazione in seno alla Swiss Football League Philipp Guggisberg - bensì piuttosto di giorni. Difficile, quindi ipotizzare che la ratifica dell'accordo possa giungere entro la fine della settimana corrente. Più facile che si debba attendere l'inizio della prossima (come del resto confermato dallo stesso Renzetti), dopo di che il Lugano sarà libero di presentare tutti i dettagli di un’operazione che sta comunque volgendo alla conclusione nei termini desiderati. In tempi tutto sommato brevi.
«Il dossier lo abbiamo inviato dieci giorni fa alla Sfl - aveva ricordato Renzetti settimana scorsa - e stiamo aspettando una risposta. Gli investitori interessati provengono dall’estero e per questo motivo la Lega, per tutte le valutazioni del caso, ha dovuto far capo alla consulenza di una società specializzata, dalla quale sta aspettando l’inoltro del rapporto».
La procedura, insomma, non è delle più veloci, ma alla luce di quanto successo in un passato nemmeno tanto remoto, è giusto che le autorità del calcio svizzero procedano con i piedi di piombo prima di concedere la mini licenza a una possibile nuova proprietà. Che, comunque, avrebbe pur sempre Novoselskiy, persona ben conosciuta in Ticino, a fungere da garante con quel 40% delle azioni che rimarrebbe in mano sua.
La concessione della mini licenza comporta un’analisi patrimoniale al 31 marzo, la presentazione delle garanzie e un’indagine sui nuovi acquirenti e sulla provenienza dei loro capitali. Sono gli ultimi due punti a dover ancora essere passati al vaglio. La Lega è stata già sollecitata dall’Fc Lugano, lo stesso ha certamente fatto Swiss Football League con la suddetta società di consulenza. La questione è ovviamente delicata, ma siamo ormai prossimi alla soluzione. «Abbiamo tutti i documenti del caso - conferma Guggisberg - e l’abbiamo sottoposta alle autorità competenti, ossia la commissione delle licenze. L’analisi è in corso, comunicheremo il risultato non appena la commissione ci darà l’ok. Capisco che il club abbia comunicato di aver trovato un accordo con gli acquirenti interessati, ma questo non comporta che la Lega abbia dato un preavviso favorevole. La situazione è delicata perché si agisce su due fronti. Da una parte società e investitori lavorano a un accordo che possono anche trovare, come ha fatto il Lugano. D'altro canto però tale accordo, ammesso di trovarlo, è subordinato all’approvazione da parte della nostra commissione». Senza la quale tutto verrebbe rimesso in discussione.